ITALIA

Il filo rosso della lotta. In ricordo di Agitu

Centinaia di persone hanno sfilato ieri per le strade di Trento con candele e fiori per rendere omaggio ad Agitu Ideo Gudeta, imprenditrice etiope vittima di femminicidio. Era fondatrice dell’azienda agricola “La Capra Felice” in val dei Mocheni (Trento). Pubblichiamo un ricordo di chi ha preso parte alla commemorazione

Il fatto di cronaca nera accaduto in una piccola frazione di un piccolo comune di una stretta valle trentina è stato raccontato prima dai quotidiani locali e ripreso a stretto giro da quelli nazionali. La sua storia di riscatto personale fino a diventare simbolo l’hanno raccontata a più riprese persone che hanno avuto la fortuna di conoscerla a fondo (segnalo per ultimo quello di Annalisa Camilli su Internazionale).

Ciò che ha portato centinaia di persone a sfilare per le strade di Trento con candele e fiori, a dimostrare il proprio lutto e la propria riconoscenza trascende invece ogni cronaca, inclusa questa. Non una leader, non la personificazione della cosiddetta integrazione, non la donna forte, non la “migrante buona”, presa come regola da una parte e come eccezione dalla parte opposta. Non solo.

 

Se c’è una qualità di Agitu Ideo Gudeta che accomuna la variegata comunità che le ha dimostrato vicinanza questa sera, dall’associazionismo ai movimenti, dai politici ai semplici estimatori dei suoi prodotti, essa è proprio la capacità di unire e intersecare comunità, esperienze e lotte diverse.

 

Questo mi ha colpito maggiormente, quella sola volta che ho avuto la fortuna di incontrarla, nel salone della sua “Capra Felice” in una giornata di sole di fine giugno scorso. Alla fine del pranzo a base dei suoi prodotti, si presentò, raccontò la sua storia e il suo impegno.

 

Gli spazi de La Capra Felice (dalla pagina Facebook dell’azienda)

 

Con un sorriso coinvolgente e senza risparmiare qualche battuta, ci ha esposto in pochi minuti l’attività che l’ha resa nota, quel ritorno alla terra che è il filo rosso della sua lotta, prima in Etiopia e poi in Italia. Senza neanche accorgercene, siamo rimasti affascinati dalla quantità di tematiche via via intersecate: lotta al latifondismo, protezione dell’ambiente montano, ripopolamento dei borghi abbandonati, lotta al razzismo, agricoltura biologica, femminismo, turismo sostenibile, ambientalismo, dignità del lavoro e rispetto per lavoratrici e lavoratori…

 

«Ma scusatemi, parlo sempre troppo. È salito il caffè e ho preparato una crostata con i frutti di bosco raccolti qui intorno», e con disinvoltura sfodera un altro sorriso e riporta l’atmosfera sul presente, sul conviviale.

 

Alla molteplicità di realtà che sono state coinvolte dal progetto di Gudeta resta ora l’onere di proseguire sulla strada che lei ha tracciato.

 

 

Immagine di copertina: sfilata in ricordo di Agitu Ideo Gudeta presso Trento da Quilombo Trentino