ROMA

Ex Fiera di Roma: no alla speculazione. Manifestazione il 16 febbraio

Il Municipio XI, le associazioni e i comitati in corteo per opporsi ai piani del Comune.

Tratto da CoreOnline

Leggi anche l’approndimento di DinamoPress: #IlcementodiAlemanno, il futuro dell’ex Fiera di Roma

Immaginare un’altra Roma. Questa la motivazione che ha spinto il Municipio XI, le associazioni e i comitati a decidere di scendere in strada per gridare il loro “no” alla speculazione sull’ex Fiera di Roma. L’appuntamento è fissato per il 16 febbraio. Il corteo partirà dall’ex Fiera, raggiungerà il Cto occupato e terminerà all’ex deposito ATAC di San Paolo, toccando così tutte le aree di maggiore criticità del Municipio.

I tempi sono stretti. La Giunta comunale potrebbe presto rendere realtà l’attuale progetto per l’ex Fiera che prevede una colata di 300.000 mc di cemento destinati a “case di pregio”, che avrebbe tragiche conseguenze sulla mobilità e la qualità della vita dell’intera zona. Lo strumento del Piano Casa porterebbe all’approvazione del tutto entro pochi mesi, aggirando così ogni forma di partecipazione popolare.

Ma gli abitanti del Municipio non si presenteranno a mani vuote. E’ infatti pronto ormai da tempo il progetto alternativo elaborato dal Municipio e dai comitati: 120.000 mc destinati prevalentemente ad uffici per la Regione, in modo da rivalutare e riqualificare l’area, invece di sacrificarla ad una logica speculativa. Riqualificazione e riduzione del cemento, quindi, le parole d’ordine di questo progetto che si oppone con decisione a quello del Comune.

Di seguito il testo completo dell’appello:

STOP alla FIERA della SPECULAZIONE

Quella dell’ex Fiera è una delle aree a controllo pubblico più vaste e preziose della città: più di 7 ettari in prossimità del centro lungo Viale Cristoforo Colombo, per un cinquantennio punto di riferimento commerciale e culturale e dal 2006 in attesa di nuova destinazione, il complesso è stato utilizzato negli ultimi anni per stipare in maniera indecorosa e disumana famiglie e persone colpevoli solo di vivere una situazione di emergenza abitativa. Il Sindaco Alemanno e l’Assessore comunale all’Urbanistica Corsini, dopo silenzi prolungati, hanno reso pubbliche le loro intenzioni: intendono sostituire i vecchi padiglioni con una colata di cemento di quasi 300.000 metri cubi, costruendo in gran parte alloggi di pregio destinati a pochi fortunati, un po’ come nel vecchio progetto della Città dei Piccoli di veltroniana memoria. Per fare in fretta, con le elezioni alle porte, rifuggono dal confronto e in luogo dell’annunciata variante al Piano Regolatore optano per le procedure eversive offerte dal Piano Casa regionale, quello voluto dall’ex Presidente Polverini e dall’ex Assessore Ciocchetti che ancor oggi è di dubbia legittimità giuridica. Il tutto nel quadro delle 64 delibere urbanistiche con cui si profila un ennesimo Sacco di Roma, in un contesto metropolitano ed in un quadrante già massacrati dal traffico e dal cemento, dall’emergenza abitativa, da sfratti e dismissioni delle case degli Enti previdenziali, dove è urgente aumentare l’offerta di asili e scuole materne, servizi pubblici, alloggi popolari e spazi culturali.

Se chiari sono i vantaggi per Investimenti spa, la società proprietaria che ha come principali soci la Camera di Commercio, Roma Capitale e la Regione Lazio, altrettanto certe sono le conseguenze funeste per la collettività. Primo, procedere ad una cementificazione di tali proporzioni rischia di far saltare definitivamente l’equilibrio della zona – già ampiamente compromesso da altre devastanti scelte come l’Accordo di Programma nella vicina Piazza dei Navigatori – e la funzionalità di un’arteria indispensabile come Viale Cristoforo Colombo. Secondo, costruire ancora case in una città che ha tantissimi edifici invenduti ed inutilizzati non serve e prevederle ‘di pregio’, con gli attuali venti di crisi, suona anche deridente e beffardo. Terzo, sacrificare il complesso per coprire una parte del buco accumulato dalla nuova Fiera è una scelta inefficace e di corto respiro, che non risolve i problemi strutturali del Polo fieristico e priva definitivamente la città di un luogo di grande valore strategico. Quarto, prevedere di realizzare metà dell’housing sociale sui terreni di Investimenti spa intorno all’autostrada Roma-Fiumicino, oltre che essere illegale, suona come un’autentica presa in giro, dato il lento ‘inabissamento’ degli stessi padiglioni e l’instabilità dell’intero quadrante.

Non bastava averla dimenticata per oltre tre anni; averla adibita spesso e volentieri a deposito per le emergenze sociali; aver ignorato completamente l’idea progettuale elaborata dal Municipio Roma XI insieme ad Associazioni e Comitati locali, dove si propone un tetto massimo di 120.000 metri cubi – rispetto ai quasi 300.000 voluti da Alemanno ed ai 216.000 attualmente stimati – e un cambiamento delle funzioni previste, privilegiando il direzionale pubblico. La Giunta Alemanno termina i maltrattamenti pluriennali all’ex Fiera con il regalo finale ad interessi forti e particolari.

Il Municipio Roma XI, i movimenti per il diritto all’abitare, le associazioni e i comitati di cittadini, intendono impedire questo nuovo scempio ai danni della collettività.

Vogliamo salvare l’ex Fiera dalle mire speculative, destinarla ad un progetto di riqualificazione sostenibile ed utile alla collettività, adibirne una parte alla creazione di imprese giovanili.

Vogliamo ribadire che Roma può e deve contrastare la crisi e riprendere a crescere puntando sul riuso e la riqualificazione del proprio immenso patrimonio, senza altro cemento.

Vogliamo rispedire al mittente le 64 delibere urbanistiche presentate da Alemanno, nel tentativo di accattivarsi le simpatie dei consueti Poteri forti legati al mattone alla vigilia delle elezioni.

Vogliamo immaginare in maniera partecipata e collettiva un altro presente ed un altro futuro per la nostra Roma.

Per queste ragioni rivolgiamo un appello a singoli e realtà organizzate del Municipio Roma XI ed alla città tutta per una manifestazione da tenersi il prossimo sabato 16 Febbraio, toccando l’ex Fiera, l’ospedale CTO di Garbatella a rischio chiusura e l’ex deposito Atac di San Paolo, lasciato per anni nell’abbandono, riempito con i cassonetti dell’immondizia dell’Ama dopo lo sgombero di persone senza casa ed ancora in attesa di un piano di riqualificazione. Intendiamo simbolicamente congiungere due aree strategiche a controllo pubblico ed a rischio di speculazione con un luogo come il CTO dove si sta abbattendo la scure dei tagli alla salute e ai servizi sociali, per dire che il futuro della nostra città e del Paese sta in un’immediata e radicale inversione di marcia rispetto alle attuali politiche che stanno inghiottendo diritti e luoghi fabbricando precarietà e invivibilità.

Primi firmatari:

Andrea Catarci, Presidente del Municipio Roma XI

Annalisa Cipriani, Italia Nostra

Annamaria Baiocco, Legambiente Garbatella

Claudio Marotta, Centro sociale La Strada

Marco Vacca, Lavoratore esternalizzato, Assemblea permanente Ospedale Cto

Massimo Forte, Infermiere, Assemblea permanente Ospedale Cto

Paolo Berdini, Urbanista

Paolo Divetta, Asia Usb

Pietro Paolo Anella, Architetto, Officine Libetta

Roberto De Santis, Primario Ortoprdico, Assemblea permanente Ospedale Cto

Sergio Caldaretti, Urbanista

Antonella Mariconda

Il Manifesto