POTERI

Essi Vivono. La tempesta imperfetta

Sui litigi tra alieni e l’agenda Monti.

Gli alieni – questa è la novità – dopo aver saccheggiato economicamente ed espropriato politicamente gli italiani per un anno – si sono messi a litigare fra loro e subito sono emerse le differenze fra alieni potenti e mezze figure, alienucci da commedia. Litigano Monti, Bersani e Lazzaro Berlusconi, si accollano disperati Casini, Montezemolo, Fini e Vendola. Monti fa a meno di liste, puntando a essere invocato a salvatore della patria in caso di ingovernabilità. Bersani si fa il suo listone e concede un po’ di spazio ai dinosauri pluri-legislatura nell’ambito di primarie per parlamentari. Vendola si fa il suo listino esonerando dalle primariucce se stesso, Fratoianni, Migliore, Smeriglio, Loredana De Petris e altri 6 eletti. La democrazia è coniugata con l’eccellenza, come equità e sviluppo di buona memoria. Berlusconi stende l’elenco di fedelissimi e harem. Naturalmente litigio non significa un vero contrasto, di cui il corpo elettorale sarebbe arbitro. Berlusconi si oppone da destra all’agenda Monti solo per contrattare, dopo una campagna populista, il proprio residuo peso politico e, beninteso, la personale sorte aziendale e giudiziaria. Centro e centro-sinistra hanno in sostanza deciso di contarsi nelle urne e poi vedere se aggregarsi in funzione dell’agenda Monti, comunque, e di una premiership Monti (se necessitati dal voto o dai mercati). Fuori dal gioco e dall’agenda, con qualche possibilità di disturbarlo, MVStelle e arancioni.

L’agenda Monti è diventata un memorandum molto più stringente, a matrice Ichino, che costringe la concorrenza a ulteriori passi incontro oppure spariglia rosicchiando tutti gli schieramenti. Esiti ancora imprevedibili, quello che invece è chiaro è il progetto in blocco, come vogliono gestire la crisi (di risolverla non è questione) per approfondire la rovina del Paese attraverso il saccheggio delle classi subalterne. La faccia tosta del potere è impagabile, così come la neo-lingua del neo-liberismo d’assalto, anzi true progressivism (come lo ribattezza «The Economist», mostrando la portata internazionale dell’operazione), che sarebbe a new form of radical centrist politics, insomma estremismo di centro o come fottere sorridendo i poveri. Monti arriva addirittura a suggerire che il suo memorandum è pink e green, femminista ed ecologico. Non ti agitare, che fai il gioco del nemico…

Cosa contiene questa agenda-memorandum? Oddio, niente di diverso dalla lettera Bce dell’agosto 2011, tanto che rinvia esplicitamente alla disciplina e alle priorità strategiche definite in sede europea nonché alle raccomandazioni specifiche UE rivolte all’Italia. Capisaldi ne sono: il pareggio strutturale di bilancio entro il 2013 e il fiscal compact, ovvero la riduzione dello stock del debito nella misura di 1/20 all’anno fino al 60% del Pil, ricorrendo alla dismissione del patrimonio pubblico (in primo luogo artistico-culturale), alle tasse dai cui i lavoratori dipendenti non possono fuggire ma non a una patrimoniale che farebbe fuggire i capitali, alla spending review resa permanente senza limiti e come metodo ordinario di gestione, a liberalizzazioni e privatizzazioni a tutto andare e allo smantellamento dei contratti nazionali di lavoro, chiamato “modernizzazione del mercato del lavoro” e inteso secondo il nefasto modello degli accordi degli ultimi due anni fra le parti sociali (cioè discriminando la Cgil). Sarà ridotto, grazie alla prevalenza dei contratti aziendali, lo scarto fra protetti e non, verisimilmente togliendo a tutti la protezione in nome dell’eguaglianza. Infatti, «tutte le posizioni sono contendibili e non acquisite per sempre», ovvero licenziamento per tutti e assunzioni a chi meno pretende. Il sistema educativo si fonderà sul merito e la selezione verso il basso, avendo come pilastri i benemeriti dispositivi Invalsi, Indire e Anvur. Il welfare sarà “razionalizzato” e il diritto alla salute sarà garantito in un nuovo contesto ovvero sarà bene essere sani come pesci ed ereditare da parenti ricchi. Vi sarà perfino il tanto invocato reddito di cittadinanza, inteso però come «reddito di sostentamento minimo condizionato alla partecipazione a misure di formazione e di inserimento professionale», per gli esperti Hartz 4, per gli ignari: un euro all’ora per raccattare merda di cane nelle strade. Ciliegina sulla torta: una presenza armata nel Mediterraneo a sostegno della democratizzazione dei paesi arabi, ossia interventismo in Siria.

Programma standard del capitale finanziario per l’Italia e per l’Europa, che ha spiazzato gli alieni timidi a sinistra e gli alieni priapici a destra, ma intorno al quale finiranno per raggrupparsi, con questo o quel Presidente del Consiglio, tutti gli spezzoni di un ceto politico sempre più contrapposto alle moltitudini impoverite e incazzate. Quella che abbiamo vista non è una tempesta in un bicchier d’acqua e neppure una tempesta perfetta – dato che finiranno per accordarsi – ma una tempesta imperfetta, che diverrà vera quando entreranno in scena i poveri a corto di sopportazione. Un natale depresso abbiamo passato, ma un anno nuovo interessante ci attende.

Essi vivono fra noi, sono simili a noi ma a guardarli con gli occhiali giusti si rivelano alieni maligni, scesi quaggiù per ingannarci, sfruttarci e farci del male. I messaggi subliminali che si nascondono dietro le loro accattivanti parole d’ordine vanno decrittati e convertiti: austerità=povertà, sviluppo=recessione, equità=diseguaglianza. They live. Intanto smascheriamoli. Leggi tutte le puntate.