POTERI

Essi Vivono. Il complesso del Quirinale

Tutti quanti continuano insistentemente a suonare questa musica di merda…

Fallita pure la smacchiatura del lupo marsicano, Bersani ha scoperto la bellezza del bianco, nel senso di scheda bianca alla seconda votazione. Si è così conclusa in modo tragicomico la giornata di passione iniziata ieri notte con l’assemblea dei grandi elettori Pd, in cui Bersani si è presentato con la “grande sorpresa” della ri-candidatura di Marini, bollito nella settimana precedente e già bollato da Renzi come trombato alle elezioni politiche nel collegio senatoriale abruzzese. Come sia venuta in mente a Bersani l’idea di giocarsi il tutto per tutto, il nuovo e la sorpresa su un relitto democristiano che, come primo atto ha sventolato un telegramma di De Mita (nel 2013 avanzato, non in èra magno-greca), come gli sia venuta in mente conoscendo preventivamente l’opposizione di Renzi, come gli sia venuta in mente in presenza di un’offerta grillina di Rodotà su un piatto d’argento – beh, appunto, bisognerebbe entrare nella mente di Bersani con i più raffinati strumenti (a scelta: della psicoanalisi e della neuroimaging funzionale). Ne è risultata mercoledì notte una crisi lacerante in seno al Pd, giovedì mattina una disfatta rovinosa alla prima votazione, giovedì pomeriggio la decisione di fare marcia indietro, mollare non-è-Francesco Marini e votare scheda bianca in attesa di una seconda tempesta interna per il prosieguo delle votazioni.

Per non farsi mancare niente, Bersani è riuscito a unificare contro di lui al Capranica la destra renziana e la sinistra bersaniana (dall’orrendo nome genocida di “giovani turchi”), Rosy Bindi, Alessandra Moretti e le più varie schegge pieddine, destinate peraltro a separarsi il giorno dopo nel voto per Rodotà o Chiamparino. Durante la prima votazione, quando già era evidente il flop di Marini, Bersani si è fatto fotografare abbracciato ad Alfano, esibendo l’abominevole inciucio con Berlusconi, dall’oscura contropartita. Ora – fanno 500 anni dal Principe di Machiavelli – se certi accordi vergognosi si devono fare, si lasciano vedere il meno possibile e soprattutto non li si immortala al momento del loro fallimento sbaciucchiando il comprimario. Altro che l’abisso di iniquità che l’Apocalisse attribuisce all’Anticristo, qui abbiamo un abisso di stupidità e ci si è precipitato dentro l’ultimo erede della tradizione Pci.

Grillo non è riuscito a demolire la casta, vaste programme (disse De Gaulle a chi gli proponeva di abolire i cretini), ma è riuscito a sfasciare il Pd e la coalizione Pd-Sel e a lanciare la candidatura Rodotà, dirottandola astutamente dal suo luogo di origine – i movimenti referendari. Risultato non da poco, anche se il legno era già marcio, che ridà fiato al M5S dopo il suo poco brillante esordio parlamentare. Ma che ci si vuol fare, se l’intero gruppo dirigente del Pd è più allucinato di Casaleggio: vincerà Casaleggio e perfino l’incubo di Gaia appare meno scoraggiante del Jurassic Park dove si aggirano Finocchiaro con carrello di Ikea, un decotto sindacalista cislino, il Figlio del Benzinaio, la Volpe del Tavoliere e Uolter l’Africano.

E adesso, povero Pd? Se volesse una volta tanto vincere (ma l’eventualità lo paralizza), dovrebbe sponsorizzare vigorosamente Rodotà e in questo caso egemonizzerebbe i grillini tramortiti da un’iniziativa finalmente politica. Non lo farà, anzi ci riprova a perdere. Per questo ha davanti due strade: ri-frammentarsi su un candidato di inciucio con Berlusconi (D’Alema o qualche sbiadito giudice costituzionale) oppure compattando il partito su Prodi, ma allora rompendo frontalmente con Berlusconi e affidandosi per il governo alla problematica benevolenza di una parte dei 5 stelle, con il rischio di rapide ed esiziali elezioni. Per ora (venerdì mattina) è passata la seconda scelta ma aspettiamo la quarta votazione per capire fin dove può arrivare il suo masochismo. I continui rovesciamenti di fronte renderanno difficilissimo reggere l’urto con Berlusconi senza conferire prima o poi un incarico a Renzi e non ci vorrà molto perché il Pd imploda e Barca si faccia strada come salvatore di un suo pezzo, lasciando il resto a Renzi, mentre Bersani… Bersani chi?

“Canto io” “No, canto io”
“Tocca a me, tu avevi cantato prima”
“Sì, ma un pezzo più corto”
“Non mi stare davanti, non mi cantare sopra”
“Ti invito a lasciare tutto”
“Rispetto la vostra decisione, mi faccio da parte”
“No, mi faccio da parte io”….

Essi vivono fra noi, sono simili a noi ma a guardarli con gli occhiali giusti si rivelano alieni maligni, scesi quaggiù per ingannarci, sfruttarci e farci del male. I messaggi subliminali che si nascondono dietro le loro parole d’ordine vanno decrittati e convertiti: austerità = povertà, sviluppo = recessione, equità = diseguaglianza. They live. Intanto smascheriamoli. Leggi tutte le puntate