POTERI

Essi Vivono. I Guardiani

Occorre però star bene dentro le lotte, non aspettare il fallimento delle manovre elettorali. Vulcano 3 è in piena eruzione.

In un romanzo minore di Ph. K. Dick da poco ri-tradotto, Vulcano 3, si immagina che, al termine di una devastante guerra atomica, un nuovo sistema di relazioni internazionali venga instaurato nel 1992 e sanzionato con gli accordi di Lisbona nel 1993. Essi delegano i poteri politici nazionali a un mega-computer, incaricato di risolvere razionalmente i problemi e sopprimere ulteriori conflitti. Il costo di mantenimento dell’apparato assorbe il 43% del gettito fiscale, mentre il resto va alle necessità umane, che non sono affatto prioritarie –vi ricorda niente, in tema di riduzione del welfare per ridurre il debito? La sorveglianza del sistema è affidata a un ristretto gruppo (the Unity) di spassionati Guardiani, che devono limitarsi a far manutenzione del dispositivo autosufficiente di comando, le cui decisioni nessuno deve azzardarsi a infrangere. Soprattutto le masse, irrazionali e in preda ad anacronistiche utopie. Non sfugga la precisione predittiva. Non solo si teorizza il governo tecnico globale in base all’operare imperscrutabile di mercati regolati da computer che oggi, a differenza dei patetici bestioni a valvole e schede perforate di Dick, sono in grado di effettuare milioni di transazioni finanziarie al secondo, ma si azzecca anche la data del primo governo tecnico italiano –Ciampi 1993, a chiusura della crisi di Mani pulite.

Gli oppositori al sistema, i Guaritori (Healers), sono dipinti dai Guardiani come una massa risentita e populista, ostile a ogni forma di stabilità che implichi il blocco della mobilità sociale, e Dick stesso non nasconde la propria simpatia per un ribellismo individuale, che unisce settori proletari e piccola borghesia rurale e urbana, fedeli ai vecchi valori del pioniere americano, più Tea Party che Occupy –anche in Italia sappiamo bene come sia facile una deriva rancorosa del malcontento per i governi tecnici…Quando ci si rende conto che il benevolo computer Vulcano 2 è soppiantato dal più evoluto Vulcano 3, che diventa una vera entità vivente interessata soltanto alla propria sopravvivenza, che dunque (come il “mercato”) non vuole ma deve agire in un determinato modo, gli stessi Guardiani, privati di qualsiasi funzione di sorveglianza e indirizzo, si dividono e una parte si allea con i Guaritori per ristabilire il controllo umano sulle macchine.

Romanzo a volte macchinoso e soluzione approssimativa, ma la descrizione del dispositivo macchinico, fondato sull’analisi combinatoria e ignaro della creatività, ci colpisce: «dalla prospettiva di Vulcano 3 siamo semplici oggetti, non persone. Una macchina non sa nulla delle persone». I nostri governanti tecnici, più evoluti, trattano e maltrattano i sudditi come cose, ma fingono di piangere e fanno algidi esercizi di humour, sono una nuova generazione di computer a elevata somiglianza umana. Su «Repubblica», sterzata all’anti-montismo dopo che il suo candidato premier Bersani è stato bellamente uccellato dal Professore, Barbara Spinelli ha osato scrivere che è venuto il momento di debellare il culto dell’Uno (the Unity di cui sopra), detronizzando Custodi e Guardiani platonico-dickiani e restaurando conflitto e democrazia. Un po’ tardi, ma meglio tardi che mai. Del resto, l’editorialista aveva già simpatizzato con Zagrebelsky contro il paternalismo peloso di Napolitano. Di colpo –miracoli della campagna elettorale– a sinistra si scopre (con vari gradi di prudenza) che Monti è elitario e indifferente alla questione sociale e a frotte accorrono tutte le figure del Quarto Stato a illustrare eguaglianza di opportunità (Pd-Sel) e addirittura spirito civil-rivoluzionario di classe. La prima vezzeggiata agenda Monti diventa esecrabile e tutti pretendono di averne un’altra, tutta diversa e popolare (Vulcano 3 sforna innumerevoli fac-simili). Ah, la competition!

La campagna elettorale ha, secondo previsioni, rotto dal lato di Berlusconi il forzato consenso dei partiti alla delega tecnica (a parole, per salvare l’Italia dallo spread, in realtà per salvare i partiti da una repentina delegittimazione), in aggiunta però ha spiazzato Bersani, lasciandolo in un ruolo di sostenitore isolato di una politica malvista e soprattutto fallimentare. A questo punto Monti è stato costretto a scendere in campo da protagonista, sparigliando il duello Bersani-Berlusconi che si sarebbe concluso con un troppo facile successo del primo e avrebbe aperto la strada a imprevedibili sviluppi. Monti era e resta il riassunto della politica neoliberista e tecnocratica imposta dall’UE e da Obama a un’Italia caotica, ma nel giro di poche settimane è dovuto “salire” in campo in prima persona, senza più potersi rifugiare dietro lo schermo del distacco alieno e della coalizione al di sopra delle parti. Adesso che Berlusconi simula il Guaritore populista, sia Bersani che Monti si proclamano interpreti autentici di Vulcano 3, ognuno rappresentante dell’Unità. In effetti, entrambi (e l’irritatissimo Napolitano) sono stati colti di sorpresa dalla tempistica accelerata, così che Bersani ha un apparato ma si trova sbilanciato a sinistra rispetto al suo moderatismo (rischia di avere troppi voti per giustificare un compromesso centrista), mentre Monti è a suo agio nel ruolo tecno-elitario ma non ha un apparato partitico proprio e deve affidarsi a improbabili sostenitori quali Casini e Montezemolo, rischiando una debole legittimazione elettorale. Entrambi contano su un risultato difforme fra Camera e Senato, così da fingersi obbligati a una grande coalizione benedetta da Bce e Chiesa e quindi paradossalmente sperano in un buon risultato di Berlusconi che paralizzi il Senato. Monti si improvvisa pop e cinguettante, con qualche sbavatura insolente, mentre Bersani cerca di compensare la sua immaginaria sinistra interna (Fassina ormai sbarazzato di Ichino) e il rincalzo Mucchetti con l’acquisizione del filo-centrista Dell’Aringa.

Purtroppo, per come si è arrivati in fretta allo show down, i Guaritori stanno ancora in piena fase protestatario-populista (finta quella del Cavaliere e di Maroni-Tremonti, vera ma sterile e scientologica quella di Grillo) e perfino le componenti più radicali sono più invischiate in logiche gruppettare e giustizialiste che vicine all’esperienza di Siryza –lo constatiamo con rammarico, senza gufare.

Tocca aver pazienza. Le elezioni non saranno risolutive e non scommetterei che non si vada a un ulteriore turno anticipato. Lo scontro è appena all’inizio. Gli errori sono ancora rimediabili, perché la crisi tiene ben lontana la stabilizzazione. Occorre però star bene dentro le lotte, non aspettare il fallimento delle manovre elettorali. Vulcano 3 è in piena eruzione.

Essi vivono fra noi, sono simili a noi ma a guardarli con gli occhiali giusti si rivelano alieni maligni, scesi quaggiù per ingannarci, sfruttarci e farci del male. I messaggi subliminali che si nascondono dietro le loro accattivanti parole d’ordine vanno decrittati e convertiti: austerità=povertà, sviluppo=recessione, equità=diseguaglianza. They live. Intanto smascheriamoli. Leggi tutte le puntate.