POTERI

Essi Vivono. Alieni UE

Van Rompuy, Barrose e Schulz hanno ritirato il nobel per la pace (?!?)

Van Rompuy, Barroso e Schulz hanno ritirato, dopo cortei di protesta e fra le rituali feste, il Nobel per la pace assegnato all’Unione Europea per aver conseguito nel dopoguerra grandi «progressi nella pace e nella riconciliazione», aver sopito i conflitti etnici e garantito «la democrazia e i diritti umani» nel Vecchio continente nonché «la fraternità fra le nazioni», in particolare nei Balcani grazie all’ammissione della Croazia e ai negoziati con il narco-Montenegro. Insomma, per aver trasformato l’Europa «da continente di guerra in continente di pace». Replica degna e straordinariamente tempestiva del premio Nobel assegnato nel 2007 a Obama, per benedire in anticipo le sue imprese guerresche nell’area mediterranea e mesopotamica. Quali che fossero le intenzioni, il risultato è stato del tutto controproducente, al punto tale da scatenare la protesta di illustri e meritori vincitori di Nobel quali Esquivel, Maguire e Desmond Tutu.

Nel nostro caso le motivazioni del riconoscimento non soltanto si scontrano con i nefasti esiti dell’interventismo europeo nei Balcani (siamo nel ventennale di Sarajevo) e in Libia, ma sono venute a coincidere con una guerra condotta dalle istituzioni comunitarie contro gli stessi popoli europei, mediante lo smantellamento del Welfare e l’imposizione usuraria del debito che hanno avuto nel massacro della Grecia a opera della Troika l’episodio più sanguinoso e fallimentare. In parallelo, e con lo stesso disprezzo razzista anti-Piigs stavolta espresso apertamente, è stata scatenata la guerra contro i migranti nell’area Schengen, incentivando i respingimenti nel mortale Mediterraneo, presidiando la frontiera dell’Evros con Frontex, chiudendo gli occhi sulla disapplicazione del diritto d’asilo in Italia e sulle angherie di polizia e Alba Dorata in Grecia, infine esternalizzando i controlli mediante accordi con paladini dei diritti civili come la Libia di prima e dopo Gheddafi. Né miglior riguardo è stato riservato ai rom, tanto nei “barbari” satelliti orientali quanto nelle “civili” Francia e Italia.

Quanto ai reali costruttori di pace –quelli che si battono contro il commissariamento della democrazia, povertà, debito e declassamento, per aiutare l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, per ostacolare le guerre “umanitarie” e le spese militari¬ – tutti abbiamo visto come vengono caricati, bastonati e arrestati con commovente unanimità in tutti gli Stati europei da polizie con o senza numeri identificativi. Essi però non si arrendono, anzi dilagano e moltiplicano numero ed efficacia delle loro azioni. #Occupy Peace è davvero l’hashtag che ha accomunato le nuove generazioni europee da Genova 2001 alle battaglie del 2003 contro la guerra in Irak, dal ciclo di lotte studentesche degli anni Dieci e dalla rivolta permanente di Atene fino alle ultime scadenze europee di Frankfurt, Madrid e Oslo. Guerra ai palazzi e pace alle capanne, no alle portaerei e agli F-35, sì ai barconi dei profughi –questo è il vero pacifismo, non i salamelecchi del comitato del Nobel, sempre pronto all’ossequio, per di più anacronistico, ai potenti di turno.

A Oslo si sono messi in posa gli alieni impassibili e feroci della UE –né poteva mancare il serafico Monti e il messaggio di Napolitano e neppure il francobollo (gommato, non autoadesivo) con stelle, mappa europea e ramo d’olivo. Da casa hanno esultato Fini, firmatario della nota legge per l’integrazione, D’Alema, veterano del Kossovo, e il ministro degli esteri Terzi, fautore dell’intervento in Siria. Immaginiamo il giubilo di Tony Blair, Joschka Fischer e Bernard Henry-Lévy. Hanno proprio ragione i visionari Medvedev e Borghezio a sostenere che gli extra-terrestri sono già da tempo fra noi, ci spiano e stanno prendendo il controllo. Per fortuna l’Europa non sono loro, né gli alieni tecnocrati né i populisti identitari e razzisti, l’Europa sono gli indignados, i 2 G, i book blocks che rifiutano sovranismo e dittatura della finanza, sfruttamento e austerità. Partigiani dell’eguaglianza e della pace.

Essi vivono fra noi, sono simili a noi ma a guardarli con gli occhiali giusti si rivelano alieni maligni, scesi quaggiù per ingannarci, sfruttarci e farci del male. I messaggi subliminali che si nascondono dietro le loro accattivanti parole d’ordine vanno decrittati e convertiti: austerità=povertà, sviluppo=recessione, equità=diseguaglianza. They live. Intanto smascheriamoli. Leggi tutte le puntate.