MONDO
#ErdoganBlockTwitter, un segno di debolezza?

«Ha perso completamente la testa», questo è il commento che va per la maggiore fra i cittadini turchi utenti di twitter, che da alcuni giorni non possono più accedere normalmente al social network inviso al premier Recep Tayp Erdogan. Durante un comizio elettorale svoltosi nella città di Bursa nel pomeriggio di venerdì 21 marzo, il primo Ministro di nuovo aveva tuonato contro l’utilizzo criminale, nei suoi confronti, della rete, affermando di non essere interessato al parere della Comunità internazionale e che tutti sarebbero stati testimoni della forza della Repubblica Turca. Detto fatto: in serata l’Istituto per le comunicazioni e le tecnologie informatiche (Btk), un organismo legato al ministero delle Telecomunicazioni, ha bloccato l’accesso a Twitter, con una velocità permessa dalla controversa legge di recente approvazione che ha introdotto una serie di restrizioni e controlli sull’utilizzo della rete.
Il blocco della piattaforma, oltre ad aver sollevato dure critiche dall’Unione Europea e di organizzazioni internazionali per i diritti umani, ha suscitato anche le perplessità del Presidente Abdullah Gül; inoltre è stato velocemente aggirato dagli utenti della rete che hanno potuto diffondere ampiamente le modalità con cui modificare la configurazione della connessione e avere di nuovo libero accesso, oltre gli innumerevoli commenti ironici sull’ennesima prepotenza da leader in affanno.
Rimane il fatto di un Premier che, per quanto i suoi gesti risultino, come in questo caso, più controproducenti che altro, fa delle sue ossessioni leggi e provvedimenti restrittivi e in tutti modi cerca di ostacolare le indagini e le informazioni scomode che lo riguardino, strategia particolarmente utile a una settimana dalle elezioni
Istanbul 22.03.2014