ROMA

Equipaggi di mare e di terra contro genocidio ed economia di guerra

Riportiamo qui il racconto della assemblea tenutasi il 30 ottobre a Esc, come proseguimento del percorso tra Equipaggi di terra e mare. Sono stati elencati molti appuntamenti ma sopratutto è emerso il desiderio di costruirne assieme con pratiche inclusive e orizzontali. Il prossimo appuntamento sarà giovedì 6 novembre alle 18.00, sempre a Esc

Quasi 200 persone hanno partecipato alla potente assemblea degli equipaggi di mare e di terra di giovedì 30 ottobre a Esc. Nell’arco delle tre ore di discussione ci sono stati confronti, proposte e condivisioni rispetto alla nuova fase che sta attraversando il movimento esploso a fine agosto per la fine del genocidio a Gaza e contro l’economia di guerra. Abbiamo cercato di organizzare la discussione lungo tre assi principali, la condivisione di iniziative e progetti già in corso, la progettazione di obiettivi comuni e le pratiche/metodi che vogliamo mantenere.

Progetti Comuni

Rispetto ai progetti comuni è emersa la volontà di opporsi alla complicità al genocidio all’interno del comune di Roma, nei confronti di aziende come Teva, Leonardo e Mekorot. Si è pure immaginata una vera e propria campagna di boicottaggio culturale degli interessi israeliani nel comune di Roma. Sarà importante costruire materiale informativo ad hoc. Si è discusso al lungo sull’opposizione alle spese militari come possibile focus di campagna, consapevoli di quanto esse siano il nuovo centro dell’economia del paese e strumento di disciplinamento della società tanto a Gaza quanto qui – non a caso le aziende pronte a costruire il Ponte sullo stretto sono le stesse che ricostruiranno Gaza.

In tal senso l’opposizione alla finanziaria di guerra del governo diventa centrale. Il focus va mantenuto anche su territori periferici che sono utilizzati e sacrificati per l’economia del genocidio, come la Valle del Sacco, dove l’assemblea NoWar sta contrastando le mire di espansione delle fabbriche del militare come Avio e ex-Winchester. Altrettanta attenzione va posta ai territori di serie B che sono i primi a essere sottoposti a progetti di militarizzazione, come recentemente accaduto al Quarticciolo.

È stato evidenziato quanto importante sia mantenere lo sguardo attento su quanto accade in Palestina. Questo significa tanto prestare attenzione alla Cisgiordania (violenze e soprusi) e a Gaza (ricostruzione con interessi privati di ditte italiane come We Build), quanto riconoscere la presenza di un paradigma Israele che sta imponendosi nelle nostre società (disciplinamento, regime di guerra, apartheid) al quale bisogna essere in grado di rispondere con una alleanza della Palestina globale in resistenza.

È stata inoltre sottolineata la linea rossa che collega l’autodeterminazione della Palestina a quella dei nostri corpi, similmente sottoposti a disciplinamento e militarizzazione, con un particolare attacco alle donne, ai corpi non normati e le libere soggettività. Questo tema assieme agli altri, attraverserà le mobilitazioni transfemministe di novembre.

Si è ribadita in modo netto la centralità dell’unificazione degli scioperi come strumento di eccedenza e di potenza, come 22 settembre e 3 ottobre hanno dimostrato. Lo sciopero è e deve mantenersi uno strumento in mano ai lavorator* e non una proprietà delle organizzazioni sindacali. Deve essere costruito assieme tramite un percorso assembleare allargato e partecipativo. Deve essere uno sciopero che costruisca blocchi reali contro i soggetti che agiscono la guerra nel nostro territorio. Si sono proposte anche azioni di solidarietà futura con la Palestina, da carovane di terra in Cisgiordania fino a nuove flottiglie in partenza in primavera e pure iniziative per una ricostruzione dal basso di Gaza.

Metodi e pratiche

Si è ribadito quanto importante sia rimanere nei territori e al tempo stesso avere un respiro internazionale. Si è ribadito che il movimento deve avere una dimensione orizzontale, aperta a chiunque, non identitaria tanto nelle assemblee come nelle piazze. Si è ribadita la necessità di avere modalità includenti e di costruire mobilitazioni comuni. Si è proposto di avere momenti di studio e approfondimento sulla economia del genocidio. Si è ribadito che la mobilitazione deve avere carattere intergenerazionale ma anche europeo e internazionalista.

Sono state proposte assemblee popolari nei quartieri, un canale di comunicazione comune, la creazione di gruppi di lavoro, la possibilità di avere un’azione da promuovere appena accade qualcosa, anche a livello individuale.

Si è ribadito che la scuola è un luogo da proteggere dal continuo disciplinamento e dalla militarizzazione in atto da tempo. Perché questo significa battersi contro una economia di guerra che passa anche per la formazione delle nuove generazioni, attraverso la normalizzazione della presenza di forze dell’ordine e dei militari nelle scuole o nei quartieri riproducendo il modello Caivano. Si è ribadito che l’università deve rimanere uno spazio di conflitto visto gli interessi che gravitano attorno ad essa. Si è confermata l’importanza di vedere la Palestina come simbolo del Sud globale schiacchiato da neocolonialismi e genocidi, e che aprire gli occhi sulla Palestina deve aiutarci ad aprire gli occhi su altri Sud globali ancora più dimenticati come Sudan e Congo.

Date a disposizione comune

4 Novembre, presidio al Mim contro militarizzazione scuola

9 novembre manifestazione a Fiumicino contro il porto croceristico nel quale ci sono evidenti interessi di guerra israeliani

12 novembre mobilitazione delle assemblee precarie universitarie

16 o 23 novembre: mobilitazione a Monteverde contro la violenza squadrista e sionista che si manifesta nel quartiere

15 novembre mattina: assemblea nazionale lanciata da rete no-DL sicurezza,  Stop Rearm, Gkn, Global Movement to Gaza e che vuole allargarsi nell’ottica dello sciopero comune e verso mobilitazioni comuni a dicembre.

15 novembre, Climate Pride come spazio ecologista e intersezionale in contemporanea alla Cop30 di Belem

22 novembre corteo nazionale transfemminista contro la violenza di genere

25 novembre mobilitazioni locali diffuse in occasione della giornata mondiale contro la violenza di genere

28 novembre sciopero generale che vogliamo generalizzato e sociale, perché lo sciopero è di chi lo pratica non solo di chi lo indice

Dicembre: mobilitazione comune contro la finanziaria di guerra proposta da rete no-ddl sicurezza.

Per proseguire questo lavoro assieme ci vediamo giovedì 6 novembre alle 18.00 a Esc.

La foto di copertina è a cura di DINAMOpress

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