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Donna palestinese uccisa: i soldati israeliani la lasciano dissanguare

Questo video pubblicato dall’agenzia di stampa PalMedia mostra una giovane donna palestinese lasciata sanguinare su un marciapiede della città occupata di Hebron dopo che è stata uccisa dai soldati israeliani nella mattinata di Martedì.

In serata, i media palestinesi hanno riferito che la donna, Hadil Salah Hashlamoun, 18 anni, è morta per le ferite.

Invece di essere soccorsa con urgenza, il video mostra il suo corpo trascinato finché esce dall’inquadratura della videocamera, il foulard scopre la testa sbatte sul marciapiede.

Si possono vedere coloni e soldati israeliani intorno alla vittima, in alcuni casi sorridendo e ridendo in background.

Wattan TV ha riferito che la giovane donna è stata lasciata sanguinare per oltre 30 minuti. In un altro incidente, un palestinese è stato ucciso durante la notte dalle forze israeliane vicino a Hebron.

Fonti locali hanno riferito a Ma’an News Agency che Diyaa Abdulhalim Talahmah, 21 anni, è stato ucciso dall’esercito durante un raid nel villaggio di Khursa. Israele ha dichiarato che ha cercato di lanciare una molotov ai suoi soldati.

Queste sparatorie arrivano pochi giorni dopo che Israele ha allentato ulteriormente le regole, già permissive, alle sue forze di utilizzare proiettili veri contro i palestinesi.

Sparatoria al Checkpoint

Wattan TV riconosce nella giovane donna del video Hadil Hashlamoun, di 18 anni. Il quotidiano di Tel Aviv Haaretz ha riferito quanto comunicato dall’esercito israeliano, cioè che le hanno sparato dopo che lei ha tentato di accoltellare un soldato. Ma le prove gettano seri dubbi su questa motivazione.

Come riportato da Ma’an News Agency, un portavoce dell’esercito israeliano ha detto che l’incidente era avvenuto intorno alle 8 al cosiddetto Container Checkpoint vicino a Shuhada Street. Il portavoce dell’esercito ha detto che la donna si era avvicinata al posto di blocco per attaccare le forze israeliane che hanno risposto con armi da fuoco. L’esercito ha riferito che la giovane donna è stata curata sul posto da medici israeliani e poi portata in ospedale.

Suo padre, Saleh Hashlamoun, ha detto a Wattan TV che la figlia martedì mattina è stata colpita all’addome con diversi colpi ed era in condizioni gravi ma stabili presso l’ospedale Shaare Zedek di Gerusalemme. La sera è morta.

Nessuna arma

Il gruppo Youth Against Settlements con sede a Hebron ha pubblicato diverse foto sulla sua pagina di Facebook che mostrano la giovane donna immediatamente prima e dopo la sparatoria.

Le foto mostrano una persona vestita con un abito nero lungo, copricapo e una valigetta. In nessuna delle immagini detiene alcun tipo di arma.

Diverso personale israeliano punta le armi contro di lei. Youth Against Settlements suggerisce una sequenza di foto che mostra come Hashlamoun abbia cercato di lasciare il posto di controllo prima di essere colpita. Altre foto mostrano la persona che giaceva a terra con almeno una ferita da proiettile, la stessa valigetta è visibile vicino a lei.

Ma’an osserva che nessun soldato israeliano è stato ferito e l’esercito non ha rilasciato fotografie di un coltello, come ha fatto in altre recenti occasioni. Altre foto mostrano la scena della sparatoria, compreso il sangue sull’asfalto e fori di proiettili in una porta di metallo, dopo che la vittima è stato rimosso.

Affermazioni non verificate

Mentre i palestinesi hanno senza dubbio un diritto riconosciuto a livello internazionale di resistere all’occupazione militare israeliana, le affermazioni non verificate dell’esercito non dovrebbero essere date per scontato come accurate. Affermazioni simili si sono abitualmente rivelate false quando è stata possibile una perizia indipendente.

Nel mese di luglio, un video ha rivelato che Muhammad Ali al-Kasbeh, 17 anni, è stato ucciso dal colonnello israeliano Yisrael Shomer mentre scappava, vicino a Ramallah. Questo fu falsificato dalla versione dell’esercito israeliano che dava il colonnello in imminente pericolo quando ha sparato. Il Gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem ha avvertito che la protezione ad alto livello ricevuta dal colonnello non farebbe che rafforzare il “messaggio illegale” ai soldati di occupazione, che essi “possono e sono persino incoraggiati a sparare per uccidere un tiratore di pietre palestinese, anche se lui è in fuga e non rappresentare nessun un pericolo.”

Nel mese di dicembre 2012, un ufficiale israeliano di polizia di frontiera Nofar Mizrahi ha affermato di aver sparato e ucciso Muhammad al-Salaymeh di 17 anni, a un checkpoint a Hebron, perché l’adolescente aveva puntato una pistola alla tempia di un altro soldato. Un video ha dimostrato come il racconto di Mizrahisia sia stata una bugia.

Nel mese di maggio 2014, un video fa vedere soldati israeliani che sparano e uccidono due ragazzi nel villaggio cisgiordano di Beitunia a lunga distanza e a sangue freddo.

Nel luglio del 2014, la polizia israeliana diffonde voci false affermando che il 16enne Muhammad Abu Khudair era stato ucciso dalla sua famiglia in un “delitto d’onore” perché gay. La polizia in seguito ha arrestato diversi ebrei israeliani per il rapimento l’uccisione del giovane dato alle fiamme, fatto che si è verificato in un momento di intensa istigazione anti-palestinese a Gerusalemme.

L’impunità sistematica che Israele assicura al suo personale di occupazione e ai coloni significa che Israele non è quasi mai indagato seriamente e i palestinesi non possono fare alcun ricorso per la protezione o la giustizia.

*tratto da invictapalestina.wordpress.com