ROMA

Dieci anni dopo, la battaglia per l’acqua è ancora attuale

Una assemblea pubblica a Roma per lanciare il percorso verso l’anniversario del referendum del 2011, perché lottare contro le privatizzazioni è ancora oggi necessario: mercoledì 26 maggio, a Piazza dei Sanniti, a San Lorenzo


«Se dieci anni vi sembran pochi», questo recita uno dei volantini che i comitati per l’acqua pubblica di tutta Italia stanno producendo per il decennale dei referendum sull’acqua e servizi pubblici locali.

No, non sembrano affatto pochi, soprattutto per la città di Roma, che avrebbe un bisogno disperato di mettere al centro del dibattito politico il tema dei servizi e degli spazi pubblici, andando oltre i post di indignazione per “la monnezza”, fatti con tono simile da comuni cittadini, attori famosi e, incredibilmente, a volte dagli stessi politici che sarebbero deputati proprio a governare la città, monnezza compresa.

Gli anni che ci distanziano dalla vittoria referendaria non sono pochi neanche pensando a quanti spazi pubblici siano andati persi in questa città, sgomberati in nome di una legalità vuota e rimasti vuoti come l’idea che ha spinto quegli sgomberi. Tra questi, anche la “casa” dei referendum del 2011, al secondo piano del Rialto S.Ambrogio: una ferita aperta per noi “acquaioli”, ma pure un luogo di aggregazione e di cultura in meno per tutta la città.

Dieci anni che fanno riflettere pensando alle molteplici di iniziative che hanno animato Roma su questi stessi temi, spesso organizzate da reti ampie, disordinate e a volte instabili, ma che sempre, immancabilmente, hanno prodotto contenuti di qualità, proposte ambiziose e conflitto.


Questi anni trascorsi ci sembrano tanti soprattutto perché il 2020 ha stravolto la cornice in cui viviamo. La pandemia ha messo chiaramente in luce i limiti di una città in cui i servizi essenziali, e quindi i diritti essenziali, non sono garantiti.

Fortunatamente in questi mesi le reti di solidarietà dal basso hanno fatto moltissimo, spendendosi con enorme generosità in prima persona, a volte forse ingoiando la rabbia per l’immobilismo delle istituzioni, per dare priorità alle troppe urgenze dei nostri quartieri.

La città si è fermata per la pandemia, certo, ma non sta riuscendo a ripartire a causa delle privatizzazioni che l’hanno fatta a pezzi per decenni. Alle parole “privatizzazione” e “diritto a…” si potrebbe fare seguire una parola qualsiasi tra “acqua”, “sanità”, “istruzione”, “cultura” o “trasporti” e il discorso che segue avrebbe più o meno ugualmente senso.

Se c’è un momento per rimettere al centro il tema delle privatizzazioni è esattamente questo: quando se ne vedono tutti i limiti e mentre sta per partire una campagna elettorale che probabilmente si occuperà più dei “dehors” dei locali che dei servizi di cui la città, a partire dalle periferie, ha bisogno.

Il decennale di quella grandiosa vittoria contro la privatizzazione dell’acqua può essere allora l’occasione giusta per ripartire. Il tema della tutela delle risorse idriche ha visto al tempo un’emozione collettiva e una partecipazione senza precedenti. Al giorno d’oggi si arricchisce di aspetti ancora più urgenti: i cambiamenti climatici e la recente quotazione dell’acqua sul mercato di Wall Street.

Quando una risorsa così preziosa diventa sempre più scarsa, ci sono due strade opposte e contrarie da intraprendere: quella della gestione nell’interesse comune, oppure quella della privatizzazione e finanziarizzazione spinta.

Noi abbiamo scelto chiaramente 10 anni fa, insieme a 27 milioni di persone, e lo abbiamo fatto non solo sull’acqua e non solo per l’acqua.

Per arrivare a quella giornata abbiamo pensato a un appuntamento pubblico per mercoledì 26 maggio, a Piazza dei Sanniti, a San Lorenzo. Una assemblea aperta per parlare di questo anniversario senza nessuna retorica memorialista ma invece con il desiderio di rilanciare il senso di questa lotta, visto quanto sono ancora attuali quei temi e quella battaglia.

Facciamo in modo che quell’energia scorra ancora nelle strade di questa città, per riprenderci spazi e servizi!