OPINIONI

Cos’hanno in comune Waters, Verdone e Mussolini?

La scrittrice Edith Bruck rifiuta il premio della Pace del comune di Anzio che, come moltissimi altri comuni italiani, annota tra i suoi cittadini onorari il Duce. Mentre si rifiuta il riconoscimento a Adele di Consiglio, cittadina anziate perseguitata dal nazifascismo, e il sindaco continua a onorare i repubblichini

Ad Anzio, provincia di Roma, si respira aria di ventennio. Dev’essere la stessa puzza che si sente a Bergamo, a Ferrara, naturalmente a Predappio, a Roma stessa, per attenerci solo alla cronaca di questi giorni. Del resto, andando verso sud, dopo Anzio c’è Nettuno, e ai confini di Nettuno inizia l’area della bonifica dell’Agro Pontino, quella del «ha fatto anche cose buone». Da quelle parti, i partiti neofascisti hanno espresso sindaci e preso percentuali altissime, e più di recente il leghista latinense Claudio Durigon senza nessuna vergogna ha provato a far re-intitolare il parco cittadino a Arnaldo Mussolini – fratello di quello più famoso. Anzio è poco più a nord, la nostalgia del ventennio c’è anche lì.

Ha scritto Edith Bruck che ad Anzio è «in fermento la nostalgia attiva dell’epoca più vergognosa». Le era stato assegnato dal Comune il Premio per la Pace («conferito a persone che con dedizione, coraggio ed impegno civile dedicano la loro vita alla lotta contro le diverse forme di violenza, custodendo e tramandando alle future generazioni i valori della memoria, per un futuro di pace», recita la delibera), uno dei riconoscimenti che questa scrittrice italo-ungherese – forse un po’ ai margini della vita culturale italiana per tanti anni o ricordata ingiustamente più come la moglie del fratello di – sta finalmente ricevendo ormai novantenne. Eppure, sono decenni che racconta l’orrore della Shoah, nei suoi libri e in centinaia di incontri pubblici.

Lo ha rifiutato perché è stata «negata la benemerenza ad una mia correligionaria, Adele di Consiglio», perché come detto la città non ha fatto i conti col fascismo (parafrasiamo), e perché Mussolini ha la cittadinanza onoraria.

Candido De Angelis, il sindaco che voleva dargli il premio, non è un politico di primo pelo: classe ’57, prima assessore e consigliere al Comune di Anzio (per la Democrazia Cristiana), poi senatore (per il Popolo delle Libertà), e Sindaco più volte della città. È passato anche per Alleanza Nazionale, Futuro e Libertà per l’Italia (cioè finiani e bocchiniani), e ora il cursus honorum si conclude nella Lega – come te sbaji, si direbbe a Roma, ma pure ad Anzio.

Nel 2013, candidato della destra destra, perde il ballottaggio contro Luciano Bruschini, in corsa per il centrodestra, ma torna sindaco nel 2018 sostenuto da tutta la compagine di destra riunita allegramente. Giusto in tempo per non revocare la famosa cittadinanza e non darne di più onorevoli. A settembre 2018, per i 70 anni delle leggi razziali, l’Anpi locale infatti chiese «il conferimento delle cittadinanze onorarie per il Comune di Nettuno a Giorgio Senise, figlio dei Coniugi Senise che durante la Seconda guerra mondiale hanno protetto la famiglia ebraica Terracina e per questo sono stati riconosciuti “Giusti tra le nazioni”, e a Celeste Terracina, perseguitata da tedeschi e fascisti per la sua fede religiosa e protetta proprio dalle azioni della famiglia Senise. Ma anche il Conferimento dell’attestato di pubblica benemerenza ad Adele Di Consiglio, cittadina di Anzio, anch’essa perseguitata da fascisti e nazisti durante il fascismo e la Seconda guerra mondiale», riporta uno dei giornali locali.

E sempre l’Anpi Anzio-Nettuno questi giorni ha avuto gioco facile nel ricordare come «in sede di Consiglio Comunale del 18 dicembre 2018, alla lettura della mozione [presentata da Luca Brignone, consigliere della lista di sinistra Alternativa per Anzio, ndr], nella quale si richiedeva la revoca della cittadinanza a Mussolini e il conferimento dell’attestato di pubblica Benemerenza alla Sig.ra Adele Di Consiglio, Sua concittadina, Lei abbandonava l’aula, seguito dai suoi fedelissimi, dichiarando: “non ci interessa”. […] Ovvio il risultato negativo della votazione, peraltro accolto con grande soddisfazione dagli esponenti di Forza Nuova, presenti in aula».

Già perché il sindaco rincorso dalle polemiche in questi giorni ha provato a giustificarsi con notevole faccia tosta. Rispondendo a Bruck con il consueto vittimismo («un gravissimo malinteso, generato da un’informazione del tutto priva di fondamento o addirittura volutamente manovrata da chi, in questi anni, ha cercato di boicottare continuamente il lavoro di questa Amministrazione», nientepopodimenoche), poi sottolineando che Anzio è Medaglia d’Oro al Merito Civile – come se questo fosse una sorta di lasciapassare. Ma non è un omonimo di questo sindaco quello che, con il collega di Nettuno, onorava in pompa magna i caduti repubblichini presso il Campo della Memoria, un sacrario militare della X Mas istituito proprio nel comune vicino ad Anzio a inizio anni novanta, e oggi sede periodicamente di concentramenti fascisti. E se è quantomeno inopportuno che il sacrario esista e sia tappa del giro di onore a caduti del 2 novembre tra cimitero inglese, americano, monumenti ai caduti, è molto grave che un sindaco presenzi a eventi con nostalgici repubblichini. Un quotidiano amico come il Giornale nel 2005 riporta le sue parole in occasione di una di queste commemorazioni: «La mia presenza era doverosa per rendere omaggio ai ragazzi morti per un valore in cui credevano, la Patria».

Eppure la discussione sulla revoca alla cittadinanza dell’illustre dittatore è stata avviata da molti comuni, con esiti diversi.

A Pezzana (Vercelli) la delibera del primo ottobre non revoca la cittadinanza onoraria, di cui si onora solo un altro nome noto: l’ex calciatore e da questa settimana direttore sportivo del Vicenza Federico Balzaretti.

A Oristano invece, sabato scorso, «nella stessa seduta in cui è stata respinta la richiesta di revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini, l’assemblea ha votato due mozioni dal valore inequivocabile: una di condanna al fascismo e una di condanna ad ogni forma di totalitarismo da regime nazista, comunista o fascista». A parlare è il sindaco Andrea Lutzu, che ci spiega anche che «dopo alcuni giorni di riflessione mi chiedo cosa ci sia di più fascista del negare le libertà altrui». Grande è la confusione sotto il cielo, e neanche in Sardegna la situazione è eccellente.

Di recente la scomoda cittadinanza onoraria è stata invece revocata ad Asti, San Cesario sul Panaro, Campi Bisenzio, ma non a Salò, la città della famosa Repubblica Sociale. A Marino (Roma) mancò la maggioranza, lamenta il sindaco, non si sa se anche la fortuna e il valore. E per il sindaco di Latina Damiano Coletta (appena rieletto, centrosinistra), «la cittadinanza onoraria di Mussolini fa parte di una storia passata che in qualche maniera appartiene alla città, allo stesso tempo abbiamo conferito la stessa onorificenza a Liliana Segre e a Sami Modiano come segno di sensibilità»: verrebbe da chiedere al sindaco di sinistra quanti ebrei bisogna onorare per cancellare una vergogna. Ad Adria (nel Polesine) ci sono riusciti: uscito Mussolini, entra Matteotti. A Locorotondo (Bari) no, dove non passò neanche la richiesta di rinominare le strade dedicate a gerarchi fascisti. Anche a Codogno «non si cancella la storia».

Anzio è in ottima compagnia insomma. La cittadina laziale è del resto orgogliosa della sua storia, ma un po’ pure di quella degli altri. Negli ultimi anni sono spuntati monumenti a papa Innocenzo XII (ivi fece il porto innocenziano, i cittadini riconoscenti); ai pescatori (bellissimo, va detto); a Nerone, che qui ebbe la sua villa (rimane relativamente poco, ma si fa il bagno proprio lì davanti). Immancabile pure il monumento ai Caduti di Nassiriya, mentre ce ne sono diversi che ricordano lo sbarco alleato del gennaio 1944 – ma non lo si dica a Nettuno, loro sostengono siano sbarcati lì, campanilismi locali.

C’è poi il grande murales dedicato a Roger Waters e Carlo Verdone. Suscita invero un po’ di ironia, si sprecano le foto sui social di visitatori confusi, ma ha tutto un senso, il padre del cantante dei Pink Floyd ha partecipato al suddetto sbarco, il regista invece va al mare lì, perché non dargli una cittadinanza onoraria. Una barzelletta riadattata potrebbe recitare: cos’hanno in Comune Roger Waters, Carlo Verdone, e Benito Mussolini?

Nell’mmagine di copertina una delle targhe dedicate allo sbarco di Anzio