PRECARIETÀ

Considerazioni sull’incontro con il Ministro dell’Istruzione

“La chiarezza ha un peso e un prezzo. La dignità di lottare per i propri diritti anche”. Cerchiamo di rendere pubbliche le sensazioni a caldo e le notizie emerse dall’incontro che si è tenuto oggi con il capo del gabinetto del ministero di Istruzione[…] , Università e Ricerca, nella persona di Alessandro Fusacchia con un racconto lucido e il più possibile preciso.

Innanzitutto una precisazione: il tavolo al di là della questione delle borse di specializzazione aveva anche, forse soprattutto, nelle intenzioni del Ministero, una precisa esigenza. Cioè quella di riannodare le fila di una fuga di notizie parziali e ufficiose sul tema del prossimo concorso per le scuole di specializzazione medico-chirurgiche, che rischiava di sfuggire di mano.

Al tavolo erano infatti sedute diverse persone, espressione di una frammentazione palpabile dentro il mondo di Medicina e Chirurgia, frammentazione percepita anche dal Ministero. Chi da un lato rivendicava, in maniera alquanto anacronistica e antidemocratica, solo la partecipazione di soggetti di rappresentanza ufficiali (vedi la SIGM), chi ha raccolto firme per un’attuazione del concorso nazionale a partire dal 2016, il comitato pro-concorso, chi è stato in piazza il 2. E chi, dal basso, prova costantemente, e non da oggi, a fare mobilitazione e a creare vertenzialità diretta e orizzontale, credendo nella piazza che legittima i rapporti di forza e non in una contrattazione al migliore offerente. In questa veste e per affermare chiaramente che i diritti non si contrattano , si legge la mia partecipazione. E un report diretto e chiaro è un momento di fondamentale importanza.

Il tavolo, si è detto, rispondeva anche alla precisa esigenza sopradetta. Le dichiarazioni di Fusacchia a riguardo sono state poche, ma chiare: “Il concorso sarà ad ottobre e sarà nazionale”, chiunque si è assunto la responsabilità di dire o far girare voci sul fatto che non venisse varato e applicato in tempo il decreto entro il 31 ottobre, “se ne assume la piena responsabilità”, non è questa la posizione del Ministero.

Insomma, molto chiaramente il concorso si terrà con graduatoria nazionale a ottobre e il testo del decreto 104, non ancora uscito in Gazzetta Ufficiale nel suo testo completo,sarà mantenuto nel suo impianto generale. Ma ciò che spiega Fusacchia, è che ci sono dei limiti tecnici nell’applicarlo esattamente così com’è entro ottobre, quindi ci saranno alcune modifiche. Non ci sono veti posti dalla Corte dei Conti sul decreto ministeriale varato dalla Carrozza, ma alcuni punti critici , dei “rilievi puntuali” , come definiti da Fusacchia, su alcuni elementi del DM che ne rallenterebbero troppo i tempi dell’attuazione e che si sta quindi provvedendo a modificare, fermo restando l’impianto generale; uno dei punti, il principale a quanto pare, ad esempio è sulla questione del rapporto fra quiz di ambito generale e quiz di ambito specialistico, attualmente in rapporto 90:30; la questione, che rappresenta sia una sensibilità/volontà politica del Ministero sia una questione tecnica, sottolineata tra i rilievi della corte dei conti, è che risulterebbe più opportuno, anche ai fini dell’attuabilità, riequilibrare il rapporto, aumentando leggermente i quiz specialistici. Un’altra questione modificabile in potenza è, fermo restando l’impianto del DM Carrozza sul tema curriculum e titoli e cioè fermo restando che i punti che deriveranno dal curriculum rimarranno al massimo 15, è la ripartizione di questi 15 punti, si potrà aumentare di 1 punto massimo la valutazione dell’attinenza della tesi; si valuta di poter rivedere lievemente il punteggio di partenza della media da cui si comincia a dare punti, che nel dm Carrozza parte da > 27, 5 e la progressività di questi punti assegnati , che nel dm procedono di 0,5 in 0,5. Ma sono possibilità.

Né l’impianto, né la data saranno cambiati. Le domande sono tante: sulla garanzia di trasparenza, sulla possibilità di accorpare in macroaree le sedi delle prove, sul programma su cui prepararsi e di cui si richiede un’uscita tempestiva. La risposta è la stessa: e cioè che è per loro una priorità fare bene questo concorso e garantirne la trasparenza. La prova si svolgerà per via telematica e “la correzione sarà con lettore ottico” dice Fusacchia e, quindi non con una commissione giudicatrice. Questo per mantenere il concorso “a elevata qualità a fronte di un numero di partecipanti imponente” e al contempo per rispondere alla necessità di avviare rapidamente i prescelti alle cinquanta scuole di specializzazione. I quiz verranno prodotti dal Ministero, e ci sarà una commissione valutativa che valuta il valore e la validità di questi quiz. Affermazioni indicative, ovviamente, perchè tutto deve essere ancora limato e definito sostanzialmente; si proverà anche a equilibrare i quiz fra domande più nozionistiche, per intendersi, e domande più “di scenario clinico” che valutino la capacità di ragionamento del singolo. Queste sono tutte cose in divenire. Il succo del discorso è solo che il concorso sarà a ottobre e sarà nazionale. Ma per renderlo applicabile entro ottobre devono essere applicate alcune modifiche al DM varato al fotofinish. Niente di più, niente di meno.

Ma quello che c’è da dire è che ogni riforma si mostrerà monca se non saprà avere un respiro ampio e realmente strutturale. Benissimo il nazionale, c’è e bisogna difendere questo importante passo in avanti per come si è dato, ma bisogna anche dire che se non si investe nel riformare profondamente la formazione nei 6 anni a Medicina, rendendola davvero professionalizzante e davvero valutando l’acquisizione di competenze specifiche alla fine dei vari anni; se non si tende ad uniformare ad un alto livello di standard qualitativo, da Messina a Treviso, la formazione universitaria e le stesse scuole di Specializzazione, nessun baronato sarà mai sconfitto, ogni tentativo di riforma si mostrerà un abbozzo e verrà negato un diritto costituzionale, cioè quello ad una formazione uguale e paritaria e non legata ad un’appartenenza regionale. Non a caso, da alcuni si è chiesto al Ministero di stilare un documento che ponesse in classifica le varie scuole di specializzazione nelle diverse città: come una confessione de facto di una disparità che continua a permanere, di una formazione non minimamente degna in tutte le facoltà e le scuole del nostro Paese. Una vera aberrazione.

Ma veniamo alla questione borse, vero tema cruciale e mobilitativo, che in qualche modo si è anche tentato di offuscare schiacciando il dibattito sul tema del concorso. Il tema è stato ripreso in più interventi. Le dichiarazioni del capo di gabinetto , a tal proposito, non si sbilanciano, anzi. Di fatto viene detto che c’è un intento comune fra il Ministro Giannini e il collega della Sanità, Lorenzin sulla necessità di aumentare il numero delle borse; che si sta sensibilizzando il Ministero dell’economia sul reperimento di questi fondi, perché il problema, si dice, non è del Ministro Giannini, ma deve essere assunto a livello del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Alla richiesta di specificare meglio le proposte al vaglio, non c’è stata una chiara risposta. La sensazione è che ci sia poca fiducia nella possibilità dell’uso dei Fondi Europei e che si debba provvedere a inserire la questione reperimento fondi nel prossimo documento di programmazione economico-finanziaria, noto come DEF. Le parole ufficiali sono molte poche. Di fronte a ciò, la determinazione a non fermarsi deve essere chiara. Non si può in alcun modo abbassare il livello di attenzione e mobilitazione su questo tema. Perché i diritti sono quelli che ci siamo presi, perché i rapporti di forza si costruiscono dal basso e possono realmente permetterci di spostare l’ago della bilancia dove noi vogliamo si sposti: verso una formazione degna e garantita. Quando si è trattato di sanare situazioni che dovevano essere sanate, perché evidentemente costituivano una priorità, le risorse si sono sempre trovate. Paghiamo i debiti del Monte dei Paschi di Siena, abbiamo rifinanziato banche e istituti di credito, abbiamo ritenuto indispensabile l’acquisto di F35 per 14 miliardi di Euro, abbiamo ritenuto di non dover fare, da Stato, la voce grossa, sul danno erariale creato dalle 10 concessionarie del gioco d’azzardo operanti sul nostro territorio, sanando per più dell’80% il loro debito stimato in 2,5 miliardi di Euro.

Allora, c’è da chiedersi, quali sono le priorità del nostro Stato? Le abbiamo capite un po’ tutti, non sono Istruzione, Sanità, Lavoro, ma allora quali sono le nostre? E come vogliamo imporle e farle vincere? Sia che l’interlocutore sia il Ministero dell’Economia, sia che si possa continuare anche la strada della pressione sulle istituzioni regionali per la gestione dei fondi europei bisogna continuare ad essere convinti di una cosa: non staremo a guardare!

L’abbiamo ripetuto molto fermamente dalle piazze, non possiamo accettare chiacchiere o compromessi al ribasso. Interventi strutturali dal 2015 e non una concreta risoluzione del problema già a partire da quest’anno! Sta a noi tutti , studenti e studentesse, continuare a difendere questa dignità, capendo in maniera intelligente se gli impegni resteranno parole o se a queste seguiranno i fatti! Insieme non facciamo morire l’attenzione e la nostra determinazione a vincere!