ITALIA

Climate Strike a Bologna, il fotoreportage
Anche a Bologna lo sciopero globale per il clima ha riempito le strade. Oltre 20mila giovanissim* si sono ritrovati a piazza San Francesco per inondare alcune tra le vie principali, fino ad arrivare a piazza Verdi.
Nelle strade l’energia dirompente si combina con un insieme di rivendicazioni puntuali e radicali. La voglia di un reale cambiamento del sistema e non del clima riguardante il livello cittadino, nazionale e globale e pretende politiche che portino a una transizione energetica entro il 2030, pagata dai responsabili e non dalle vittime di questo sistema.
Il conto è presentato anche alle istituzioni locali, alle quali vengono chiesti trasporti pubblici gratuiti, ecologici e capillari, un netto stop alle grandi opere inutili e inquinanti (Passante di Mezzo e cementificazione dei Prati di Caprara), la non apertura di nuovi supermercati che vadano a ingrossare le fila di quelli già esistenti, una transizione verso il 100% di energie rinnovabili da parte dell’azienda municipalizzata Hera, istruzione e ricerca pubbliche, rifinanziante e sganciate dai rapporti con aziende responsabili della attuale condizione ambientale (Eni).
Sulle tute indossate in testa al corteo si possono ritrovare i nomi di alcune tra le città più inquinate del mondo. Città che, come nel caso di Taranto, spesso sono nominate anche negli interventi, quasi a comporre al microfono una mappatura orale dello scempio che le diverse anime del capitalismo hanno compiuto in giro per la penisola.
















