EUROPA

City Plaza: centro d’accoglienza occupato e autogestito nel cuore di Atene

Il movimento greco di solidarietà con i rifugiati riposiziona i suoi obiettivi e trasforma le sue pratiche dopo la chiusura della frontiera.
City Plaza Hotel di Atene: prendere casa contro l’Europa dei muri

Dall’estate del 2015, l’Europa e la Grecia sono state incapaci di rispondere alle questioni poste dal più grande flusso di rifugiati sul proprio territorio dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. All’origine di questo movimento di persone vi sono la dichiarazione e l’atto di una guerra multiforme, miliare ed economica, da parte del Nord del mondo nei confronti del Sud del mondo, che ha portato le persone a povertà, paura e persecuzioni.

Di fronte a questo fenomeno, due tendenze opposte si sono contrapposte. La prima trova espressione nell’attivazione dei più radicati sentimenti razzisti d’Europa: si esprime attraverso la ricostruzione di barriere, muri e filo spinato; attraverso la mobilitazione di FRONTEX e della NATO allo scopo di “proteggere” i confini; attraverso la deportazione e la brutale oppressione dei rifugiati. Questa tendenza è chiaramente espressa nell’accordo razzista tra UE e Turchia, che viola la Convenzione di Ginevra e qualsiasi valore umano, dal momento che tratta i rifugiati come merce di scambio, come parte di una transazione; un accordo che apre la strada a impensabili deportazioni di massa verso Paesi in cui la vita e le libertà delle persone sono gravemente compromesse.

La seconda tendenza è quella che ha visto emergere una enorme rete di solidarietà in Grecia e in tutta Europa. Milioni di persone si sono trovate a fianco dei rifugiati, nella loro battaglia per attraversare i confini e per superare tutte le difficoltà del loro viaggio. Centinaia di persone solidali ad Atene, nell’Agosto 2015, si sono immediatamente attivate a Pedion Areos, migliaia di persone da tutto il mondo sono arrivate a Lesvos e alle altre isole dell’Egeo per potenziare gli sforzi degli abitanti nell’assistenza ai rifugiati. L’Europa ha conosciuto la più grande ondata di solidarietà e aiuto reciproco degli ultimi decenni. Questa mobilitazione porta con sé la speranza di una rinascita della società, volta a cancellare il pericolo che l’Europa si trasformi di nuovo in un “continente buio”.

L’Iniziativa di Solidarietà per Rifugiati Economici e Politici è stata attiva da qualche tempo all’interno di questo movimento di solidarietà, in particolare nel centro di Atene. Ha reso pubblica la battaglia dei rifugiati. Ha fermato i tentativi di creare zone “sicure”, senza presenza di rifugiati. Ha denunciato le profonde responsabilità del governo greco, che non solo non ha assicurato dal primo momento l’ospitalità e la protezione ai rifugiati e il loro diritto alla libertà di movimento, ma ha addirittura firmato un accordo razzista e si è assunto le responsabilità di implementarlo.

Da ora in poi, i nostri bisogni si spostano su un livello differente. L’agenda politica europea di chiusura dei confini sta determinando le condizioni per cui una quantità di rifugiati politici ed economici, che inizialmente avevano intenzione di muoversi verso i paesi del Nord, sono ora incastrati in Grecia. Senza abbandonare nemmeno per un momento la nostra fondamentale richiesta di apertura dei confini e la nostra battaglia contro quelli chiusi, sentiamo il bisogno di unire le nostre forze al fine di creare condizioni di vita decenti per i rifugiati in Grecia, nei nostri quartieri, con diritti completi di accesso a tutti i servizi sociali.

In questo contesto, in linea con la nostra costante richiesta di un alloggio immediato per i rifugiati, non nei campi – militari o meno – ma in appropriati edifici con infrastrutture complete, dove possano muoversi liberamente, abbiamo deciso di occupare questo edificio: da una parte vogliamo contribuire, con la nostra stretta, alla soluzione del problema; dall’altra abbiamo sentito il bisogno di avere un posto in cui informazioni e coordinamento per la questione dei rifugiati potesse avere luogo.

La nostra decisione non alleggerisce il governo greco – o qualsiasi altro governo – dalle proprie responsabilità di fornire ai rifugiati alloggio e protezione. Tuttavia, fa emergere il fatto che la solidarietà può essere la forza motrice della rivolta contro ogni piano razzista dei paesi europei e può vedere la protezione di tutti i rifugiati, nella direzione della completa integrazione, accanto ai lavoratori e agli oppressi. Ci sono stati diversi tentativi, immediatamente dopo l’accordo razzista tra UE e Turchia, di demonizzare e attaccare la solidarietà, che è stata additata come responsabile del fatto che i rifugiati abbiano preteso i propri diritti.

È altresì chiaro che, se lo stato di eccezione che è stato pianificato per i rifugiati si dimostra un successo, sarà usato come modello verso altre componenti sociali che, durante gli ultimi anni, hanno subito la brutale esperienza della povertà, dell’oppressione e dell’esclusione.

Dichiariamo che saremo sempre dalla parte di rifugiati, delle persone solidali e dei lavoratori che durante tutti questi anni hanno combattuto per i propri diritti all’educazione e alla salute, all’alloggio e al cibo per i rifugiati, contro le politiche criminali di chiusura dei confini che, fino ad oggi, hanno ucciso migliaia di persone e contro i ghetti lontani dalle città, dove i rifugiati resteranno “invisibili”.

L’Iniziativa di Solidarietà per i Rifugiati Economici e Politici invita i lavoratori solidali a partecipare a questo sforzo, nel Centro di Accoglienza per Rifugiati City Plaza e in ogni altra struttura indipendente solidale.

Creiamo un mondo di aiuto reciproco e co-esistenza.

Contro il razzismo, solidarietà. Vivremo tutti e tutte insieme.

• Abbasso il vergognoso accordo tra UE e Turchia. Aprire i confini, passaggio sicuro per i rifugiati.

• Piena legalizzazione di tutti i rifugiati. Nessuna deportazione in Turchia o altrove.

• Alloggio per tutti i rifugiati in edifici appropriati, nel centro della città. Requisizione di hotel e case vuote per alloggi ai rifugiati.

• Libero accesso ai servizi di salute ed educazione per tutti i rifugiati. Partecipazione dei figli di rifugiati a programmi di inserimento scolastico.

• Chiusura di tutti i centri di detenzione, nessuna esclusione dei rifugiati dalle città.

• Nessuna criminalizzazione del movimento di solidarietà.