ROMA

Casale Garibaldi festeggia 31 anni

Questo fine settimana lo spazio sociale romano celebra 31 anni dall’occupazione del 1988. Due giorni di dibattiti e musica nel cuore di Roma Est

Il 13 e 14 dicembre Casale Garibaldi festeggia 31 anni dall’occupazione del dicembre 1988. Il compleanno arriva in un momento delicato, simile a quello di tanti altri spazi sociali attaccati dalla burocrazia neoliberale. Lo scorso 8 ottobre una Determinazione dirigenziale del municipio impone il rilascio dell’immobile entro 60 giorni; qualche giorno dopo arriva anche una ingiunzione di pagamento di 15 mila euro, come indennità di occupazione per gli ultimi due anni, calcolata dalla scadenza della vecchia convenzione (maggio 2017).

Si tratta di atti formali esecutivi, dal punto di vista dell’ordine pubblico e patrimoniale, che possono essere stoppati solo da un ritiro in autotutela del municipio stesso o da un ricorso al Tar, che apre a una sospensiva. Lunedi scorso, un blitz di attivisti e abitanti del quartiere durante il consiglio municipale strappa un tavolo di confronto con la giunta e il direttore tecnico, lo stesso che ha firmato le due Determinazioni. L’incontro si rivela un bluff: nessuna proposta di mediazione, nessun riconoscimento del lavoro sociale e della “custodia” di un bene comune ormai patrimonio di una comunità.

La strada del ricorso al Tar è obbligatoria, parallelamente si rilancia la campagna politica di difesa dello spazio in connessione con la rete cittadina “Roma non si chiude” e la neonata “Libera Assemblea di Centocelle”. Roma chiama, la lotta non si ferma.

 

ROMA CALLING

Il 14 dicembre 1979 esce London Calling, il terzo album del gruppo punk inglese The Clash. «The ice age is coming, the sun is zooming in», canta Joe Strummer. Un grido di angoscia sull’incubo nucleare vissuto dalle sponde del Tamigi; l’annuncio, di fatto, della controrivoluzione neoliberale che segnerà il modello sociale, ecologico e politico del continente. L’attitudine punk tradisce se stessa per esplodere in mille suoni, canoni, generi, contaminando linguaggi e forme di resistenza culturale che viaggeranno per tutto il decennio successivo.

A quarant’anni esatti di distanza, venerdì 13 e sabato 14 dicembre 2019, ripartiremo da quella musica e da quelle parole premonitrici per festeggiare i 31 anni di Casale Garibaldi, ma soprattutto per riflettere collettivamente su questo presente senza futuro, sulla Roma che abitiamo e viviamo.

Una città multipolare, esplosa, frammentata, senza centri di gravità permanenti, segnata da uno sviluppo urbano che segue, mescola e ridisegna le linee di classe, genere e colore. Campo di battaglia quotidiano tra rendita e valore d’uso, gentrificazione e beni comuni urbani, guerra ai poveri e accoglienza dal basso, poteri criminali e percorsi di liberazione.

Passano gli anni, e i governi, ma la proprietà privata insiste sempre sullo stesso punto: desertificare la vita comune; turisticizzare lo spazio urbano; brutalizzare l’esperienza estetica e conviviale. La proprietà privata, con le sue armi pubbliche e giudiziarie, vuole una vita metropolitana di merda, semplice. Le istituzioni autonome, con ciò che possono, praticano una vita degna: che crea, condivide solidale, combatte. Un’alternativa di civiltà, semplice.
Una città altra, che intende l’azione politica come comunità in lotta e non come rappresentanza. Questa inedita trama urbana, fondata sull’autogestione e il mutualismo, deve fare i conti con qualche domanda che non ammette scorciatoie: come fa un’istituzione autonoma, non statale, a resistere nel tempo? Come può costruire forme possibili di autogoverno?

Venerdì 13, proveremo ad affrontare questi nodi con una jam session che disegnerà la mappa della città vista dal basso; per unire i punti, ascoltare le sue storie, fare i conti con gli spettri mai sopiti, tra metropoli incompiuta e processi globali. Lo faremo insieme a Rossella Marchini (architetta, DINAMOpress), Giuliano Santoro (Jacobin e il Manifesto), Federica Borlizzi (Alterego-Fabbrica dei diritti), Christian Raimo (scrittore e assessore alla cultura Municipio III), Fabio Grimaldi (avvocato), Simona Savini (Comitato romano per l’acqua pubblica), Francesco Raparelli (coordinatore delle Camere del lavoro autonomo e precario). Introdurrà l’incontro pubblico una clip video a cura di Margine Operativo. Durante la serata, incursioni video-mapping del collettivo L4R. Brindisi per il nuovo murale di Aladin Hussain Al Baraduni.

Sabato 14, invece, apriamo lo spazio alla storia e al presente del punk romano, con una rassegna di band che ricostruiranno il filo rosso di una attitudine senza compromessi.  Occasione speciale per rivedere sul palco i Roma Ko, protagonisti della scena romana di fine anni Ottanta; prima di loro Parsec Noise Trio, Beats Me, Punk Robbers. La rassegna – che aprirà un ciclo di eventi live mensili fino ad aprile – inizierà puntuale alle 19,30 e si concluderà allo scoccare della mezzanotte. Infine, un appello a tutti gli spazi autogestiti: mandateci due o tre foto del vostro centro sociale, laboratorio, atelier, collettivo, squat. Noi le raccoglieremo e le stamperemo per una mostra fotografica che proverà a restituire la bellezza, la passione e la forza della città che non si arrende.

«Come out of the cupboard, all you boys and girls», Roma non si chiude!

Casale Garibaldi – common at work
Via Romolo Balzani 87 (Villa de Sanctis – Casilino)
casale.garibaldi23@gmail.com