ROMA

Casal Bruciato: presidio dei movimenti per la casa, minacce e insulti dei fascisti

Presidio antifascista di movimenti per il diritto all’abitare e residenti. Dall’altro lato Casapound e alcuni abitanti minacciano la signora assegnataria della casa e insultano i rappresentanti di comune e municipio. Domani due nuove mobilitazioni di segno opposto

Un altro pomeriggio di tensione è stato vissuto tra i lotti popolari del quartiere Casal Bruciato, a Roma. Da un lato un nutrito presidio antifascista chiamato dai movimenti per il diritto all’abitare e Asia Usb. Abitanti del quartiere e attivisti che si battono ogni giorno in prima persona si sono dati appuntamento per rispondere alle provocazioni fasciste che continuano indisturbate ormai da giorni. Dall’altro, militanti di Casapound e alcuni residenti.

«Trenta, quaranta anni fa da queste parti ci dicevano di non farcela con i figli degli immigrati del sud. Perché erano sporchi, perché rubavano, perché erano pericolosi. Oggi se la prendono con i rom. Vergogna! Fascisti fate schifo», ha gridato dal microfono un residente della zona, nato e cresciuto a Casal Bruciato. «Quei quattro fascisti sono gli amici di Alemanno, che è stato sindaco di Roma e ha fatto solo gli interessi dei palazzinari, senza muovere un dito per le persone che avevano bisogno di una casa popolare», ha detto un altro.

Il presidio si è svolto all’esterno del cortile dove affaccia il palazzo in cui la signora e la sua famiglia hanno ottenuto un’abitazione, assegnata regolarmente dal Comune di Roma. Dentro al cortile, invece, è stato permesso a Casapound di allestire un gazebo. Là intorno si è radunato qualche abitante del comprensorio. Non tanti, ma molto aggressivi. La signora è dovuta entrare in casa scortata dalla polizia, abbracciata a due figlie. Qualcuno si è avvicinato per insultarla. Un individuo con la testa rasata (ben visibile nel video) le ha urlato: «Troia, puttana, ti stupro».

Anche la presidente di municipio Roberta Della Casa (M5S) e l’assessora al patrimonio Rosalba Castiglione sono dovute entrare nell’edificio protette dagli agenti. Hanno portato un vassoio di pasticcini alla donna, tra gli insulti dei fascisti. Roberta Della Casa è la stessa presidente di municipio (il IV) che il 17 settembre 2017 aveva concesso, con l’avallo di tutte le forze politiche, un consiglio municipale straordinario proprio a Casapound.

In quell’occasione i militanti della tartaruga volevano speculare su un altro episodio accaduto nei pressi del centro di accoglienza Tiburtino III. Accusavano un rifugiato di aver aggredito una donna, nonostante fosse già stato provato che era l’uomo ad essere stato accoltellato per una sigaretta. Alcuni protagonisti di quella «rivolta», che anche in quel caso contò poche decine di residenti, sono poi finiti in arresto per furti e rapine. Quel giorno, comunque, abitanti del quartiere, antifasciste e antifascisti impedirono materialmente di dare legittimazione ai neofascisti, evitando che si potesse svolgere il consiglio municipale e cacciando i camerati. A gennaio di quest’anno per quella giornata sono piovute decine di denunce.

Sempre questo pomeriggio nel cortile di Casal Bruciato, prima dell’arrivo degli esponenti pentastellati, c’è stato un siparietto tra il segretario regionale di Casapound Mauro Antonini e Adriano Cedroni, di Fratelli d’Italia. Cedroni aveva attaccato uno striscione con scritto «Case ai rom e agli italiani lo sfratto. Vergogna», scatenando la reazione di Antonini. Che ha sbottato: «Non lo devi chiedere alle guardie, dovete chiedere a me se potete mettere lo striscione. Levatelo. Siete venuti qui per fare la solita speculazione per le europee». «Perché voi che siete venuti a fare?», ha risposto l’altro.

Per domani Casapound ha chiamato una manifestazione «basta case ai nomadi». Tutti quelli che rifiutano le provocazioni fasciste si vedranno invece in via Satta 7 alle 16, per «sostenere le famiglie che si trovano in difficoltà e battersi affinché il diritto alla casa sia garantito a tutti, senza alcuna distinzione».