ROMA

Il bombardamento di San Lorenzo

Giovedì 4 luglio al Nuovo Cinema Palazzo Alessandro Portelli ricostruirà, attraverso documenti e testimonianze raccolte, gli avvenimenti di quella tragica giornata, che il quartiere non può e non vuole dimenticare.

Come ogni anno San Lorenzo si prepara a ricordare il primo bombardamento di Roma, che il 19 luglio 1943 si abbatté sul quartiere e sulle zone limitrofe, dalla Tiburtina alla Tuscolana. Le 4.000 bombe sganciate dagli alleati sulla città provocarono 3.000 morti e 11.000 feriti, di cui 1.500 morti e 4.000 feriti nel solo quartiere di San Lorenzo. Circa 40.000 persone rimasero senzatetto.

La memoria di quella tragica giornata è ancora viva fra gli abitanti del quartiere e visibile nei vuoti esistenti fra i palazzi.

La Libera Repubblica di San Lorenzo, insieme all’ANPI e all’Atletico San Lorenzo, sta organizzando la giornata del 19 con tante iniziative, che rafforzino la memoria e il desiderio di lotta del quartiere che ancora resiste, e che si oppone alla speculazione e alla gentrificazione che lo sta trasformando. Senza dimenticare che il passato non è mai passato del tutto e che ancora oggi la guerra è presente in tante parti del mondo.

«Dobbiamo ricordarne i morti – scrivono – essere solidali con quanti oggi, come allora nella San Lorenzo devastata, si ritrovano sotto le bombe costretti ad abbandonare la casa e, ora sempre più spesso, a intraprendere viaggi difficili e pericolosi per fuggire alla morte, in balia di trafficanti, di guardie di confine e di leggi disumane».

Si inizia giovedì 4 luglio con la lezione che Alessandro Portelli terrà al Cinema Palazzo. Il racconto di uno dei massimi teorici della storia orale ricostruirà, attraverso documenti e testimonianze raccolte, gli avvenimenti di quella tragica giornata.

Questa frase, tratta dal racconto di Portelli, è stata trascritta su una targa di ceramica realizzata dal laboratorio Lunarte e attaccata il 25 aprile 2018 sul muro di un palazzo del quartiere:

«Sul muro di un palazzo bombardato a San Lorenzo, per anni si leggeva una scritta: “Eredità del fascismo”. Pensando forse di abbellire il quartiere, qualcuno ha passato una mano di vernice su quella parete, cancellando un segno qualificante della memoria di queste strade. L’importanza di quella scritta andava oltre il messaggio immediato. A distruggere il quartiere sono stati gli alleati, ma San lorenzo sapeva chi erano i veri nemici. Se quel palazzo era distrutto, la responsabilità era del regime fascista».