EUROPA

Attaccata la March For Freedom!

Ieri, la “March For Freedom” è stata violentemente attaccata dalla polizia in Lussemburgo mentre attivisti e migranti protestavano contro il Consiglio Europeo dei Ministri dell’Interno.

Comunicato di solidarietà da Roma

Durante la riunione dei ministri sulla riorganizzazione di una task force per il Mediterraneo e la nomina del nuovo direttore di Frontex, le forze dell’ordine hanno prima minacciato i manifestanti e poi attaccato il presidio, effettuando diversi fermi. La “Marcia per la libertà” di migranti è rifugiati è partita lo scorso 18 maggio da Kehl, in Germania, ed è diretta a Bruxelles, dove dal 26 al 28 giugno si svolgerà il vertice europeo dei Ministri degli Interni dei Paesi UE su Asilo e Immigrazione. In queste prime settimane, i manifestanti hanno già violato pubblicamente le frontiere interne a Schengen in tre occasioni. Oggi è previsto il quarto “border crossing”, quello del confine tra Lussemburgo e Belgio. La Marcia chiede libertà di movimento e di residenza, uguali diritti, chiusura dei CIE e di tutte le strutture detentive per migranti, cancellazione di Frontex, Eurosur e di tutti i programmi di contrasto dei flussi migratori [qui l’appello completo in italiano].

Di seguito il comunicato stampa della March for Freedom tradotto da DINAMOpress:

Oggi [ieri, ndt] siamo stati brutalmente attaccati dalla polizia in Lussemburgo, durante un’azione pacifica per bloccare il summit del Consiglio Europeo.

Questo è accaduto mentre i Ministri dell’Interno dei Paesi membri dell’UE erano seduti in una stanza a porte chiuse e discutevano della Task Force nel Mediterraneo, del nuovo Direttore Esecutivo dell’Agenzia Frontex, nonché del modo migliore per amministrare l’area Schengen.

Poiché l’agenda discussa nel summit riguarda noi, vittime delle loro leggi e delle loro politiche, volevamo mandare una delegazione della March for Freedom per leggere pubblicamente le nostre rivendicazioni, dal momento che le nostre richieste – in quanto gruppo che lotta per i diritti delle persone oppresse – dovrebbero essere il tema principale di un simile incontro.

La nostra azione pacifica di blocco è stata violentemente caricata dalla polizia e dalle forze di sicurezza, sia all’interno che attorno al palazzo dove si teneva la conferenza.

Durante tutta l’operazione, la polizia non ha comunicato con noi in nessun modo, nonostante la maggior parte degli agenti parlasse tre lingue (inglese, francese e tedesco). Hanno ignorato tutti i nostri tentativi di parlare con loro per spiegare che volevamo prendere parola durante il summit a nome dei rifugiati.

L’unica risposta che abbiamo ricevuto è stata l’utilizzo dello spray al peperoncino, manganellate, calci, e morsi da parte dei cani della polizia.

La polizia ci ha anche detto che se ci fossimo mossi ulteriormente verso il palazzo dove si teneva il summit, avevano l’autorizzazione ad usare le pistole contro di noi. Molti di noi sono rimasti feriti.

Siamo stati respinti e raggruppati al centro della piazza con i nostri striscioni e megafoni. Abbiamo continuato a parlare per farci comunque sentire dall’esterno, nonostante le nostre richieste di partecipare al summit continuassero ad essere completamente ignorate. Ancora una volta, abbiamo letto le nostre rivendicazioni, denunciato la violenza della polizia e chiesto loro ripetutamente di non far degenerare ancora di più la situazione, visto che siamo una marcia di protesta non violenta ben conosciuta pubblicamente.

Dopo aver annunciato che avremmo proseguito la marcia e dopo aver iniziato ad allontanarci, le forze di polizia ci hanno attaccato ancora una volta. Ci hanno circondato, hanno bloccato tutte le uscite e hanno iniziato ad aggredirci di nuovo con spray al peperoncino, violenza fisica e con i cani. Hanno quindi iniziato ad arrestare le persone della marcia prendendo di mira soprattutto i rifugiati.

Abbiamo seguito i compagni arrestati fino alla stazione di polizia, in corteo, scortati da una dozzina di macchine della polizia e di poliziotti che continuavano a molestare le persone della marcia che distribuivano volantini ai passanti.

La marcia è arrivata di fronte all’ingresso della stazione di polizia e abbiamo iniziato a radunarci lì sotto. Dopo diverse ore di protesta, i nostri 13 compagni sono stati rilasciati per ordine diretto del Ministro dell’Interno. Secondo gli avvocati, il Ministro ha criticato la polizia e l’uso spropositato della violenza.

Durante gli ultimi 20 anni – dal 1993 – sono stati registrati più di 17 mila morti nel mar Mediterraneo, persone che provavano a scappare dalle guerre, dalla povertà, dallo sfruttamento e dall’oppressione. Nonostante i problemi da cui fuggono siano causati principalmente dai paesi capitalisti dominanti, ai confini di questi stessi paesi i rifugiati si imbattono in imponenti controlli che sono parte delle politiche razziste che rendono l’immigrazione illegale.

L’essere umano che è consapevole del fatto che la libertà di movimento è un diritto umano fondamentale, si scontra con le operazioni militari presenti sia nelle frontiere terrestri che in quelle marittime. Frontiere chiuse e pesanti controlli producono una tragedia continua nel mar Mediterraneo.

Noi condanniamo questo tipo di sistema capitalista che per aumentare i propri profitti isola le persone e le priva dei loro diritti umani basilari.

Condanniamo inoltre il comportamento brutale e la criminalizzazione della polizia del Lussemburgo che ha usato una violenza illegittima contro di noi.

Noi protestiamo in maniera non violenta per i nostri diritti fondamentali, come la libertà di movimento e il diritto alla residenza. Noi non permetteremo alle autorità statali di intimorirci criminalizzando illegittimamente la nostra lotta e non ci arrenderemo mai.

Domani [oggi, ndt] attraverseremo la frontiera tra Lussemburgo e Belgio, che dovrebbe essere controllata a causa del meeting dei G7. Tra i politici che si riuniranno ci saranno i capi di quegli stati che sono responsabili della nostra situazione e della criminalizzazione delle persone vittime delle loro politiche razziste.

Noi non gli permetteremo mai più di violare le nostre vite, i nostri diritti e la nostra libertà di movimento.

É per questo che attraverseremo ancora una volta le frontiere nonostante i controlli. Chiediamo pertanto il vostro pieno supporto e la vostra piena solidarietà. La nostra principale richiesta è la presenza dei media.

Noi siamo qui e combatteremo – La libertà di movimento è un diritto di ogni persona!

Nessun attraversamento di frontiera è illegale

Protest March For Freedom

WE ARE ONE!

Fonte: freedomnotfrontex

Alcune foto dell’attacco della polizia contro la March for Freedom