EUROPA

Atene, un altro 6 dicembre per Alexis

Sono passati 9 anni da quando il quindicenne Alexandros Andréas Grigoropoulos fu ucciso a sangue freddo da un poliziotto nelle strade del quartiere ateniese di Exarchia, da allora ogni anno il 6 dicembre 2008 viene sentito come fosse ieri

Anche quest’anno due grandi cortei hanno riempito le strade della capitale greca, che ha visto scendere in piazza più di 3.000 persone. La mattina a Piazza Propilea si sono radunati gli studenti, che hanno animato un grande corteo pieno di commozione e rabbia, in memoria di Alexis, che quando fu ucciso era uno studente del liceo. Il pomeriggio, a Panepistimio, migliaia di persone hanno manifesato per ricordare l’inaudita violenza di quella sera di 9 anni fa.

Erano da poco passate le 21 e Alexis andava a una festa con un amico. Una pattuglia di forze speciali che si trovava in zona, aveva avuto poco prima una lite con un gruppo di adolescenti. Lungo il tragitto, Alexis e l’amico incontrarono gli stessi due poliziotti, che litigarono anche con loro. La pattuglia ricevette l’ordine di allontanarsi, invece una volta girato l’angolo, parcheggiarono e tornarono indietro a cercarli. In via Tzavella, quella sera, 3 colpi di pistola uccisero Alexis. Omicidio e insubordinazione. Al poliziotto che ha sparato e al suo collega verranno dati rispettivamente l’ergastolo e 10 anni di prigione.

Era il 2008 e gli scandali di corruzione, le riforme dell’istruzione, la disoccupazione erano un campanello d’allarme di quella crisi economica che sarebbe scoppiata l’anno dopo e che avrebbe dilaniato la Grecia per anni.

Iniziarono giorni di fuoco e di protesta. In decine di città greche furono occupate le università, le scuole. Il quartiere di Exarchia divenne il campo di conflitto contro le forze repressive di uno Stato distante. In tutto il mondo esplosero proteste di solidarietà, le principali istituzioni condannarono l’omicidio, ma non furono in grado di rispondere alle richieste di una generazione inascoltata.

Anche quest’anno, come da tradizione, il corteo è finito portando un fiore in via Tzavella, dove si trova la foto che ricorda Alexis. Successivamente, si è trasformato in una guerriglia urbana durata ore. La polizia ha presto fatto irruzione nel quartiere, verso le 11:30 di sera, con l’utilizzo di gas lacrimogeni ad alto contenuto velenoso, denunciati più volte dagli abitanti del quartiere.

Proprio pochi giorni fa, durante gli scontri avvenuti a Exarchia il 17 novembre (anniversario della brutale repressione della resistenza giovanile da parte della dittatura dei colonnelli nel ’73) una donna era stata colpita alla gamba da un razzo di segnalazione. Rischia ancora l’amputazione.

Le tensioni di quel 6 dicembre 2008, grido di dolore e protesta, sono le stesse di oggi, in un paese con il tasso di disoccupazione più alto dell’Eurozona (fonte: Eurostat), una profonda delusione verso le istituzioni e un livello di povertà disumano. Tensioni e contraddizioni che lacerano e attraversano il popolo greco, che nonostante tutto cerca ancora il modo di resistere alla crisi.