ROMA

Antonello Sotgia, dalla parte degli esclusi

«Ciao. Tivolevodire». Le telefonate di Antonello Sotgia arrivavano sempre così. Non c’era alcuna pausa o esitazione nella voce simpatica e sempre giovane. Era impaziente di rovesciare il fiume impetuoso di parole, di concetti, spunti e aneddoti e non poteva neppure ipotizzare la minima interruzione. Era difficile interromperlo. Andava avanti senza fatica fino ad esaurire le infinite suggestioni che gli passavano per la testa. Antonello era più grande di me di pochissimi giorni e abbiamo sempre condiviso punti di vista sulla politica e sulle città. Due gemelli insomma. Ma sull’esercizio dell’eloquio c’era tra noi una distanza immensa. Era lui a stimolare, e abbozzare interpretazioni sui tanti argomenti che intrecciava con maestria. Solo lui sapeva riprendere attinenze tra i temi che poneva in discussione con tanta passione. Lasciandoti ogni volta sbalordito per la velocità della sua intelligenza.

Intelligenza e cultura che aveva messo da sempre a disposizione degli esclusi. E il suo contributo era insieme politico e tecnico. Da sempre schierato con la sinistra (tanti gli articoli per il manifesto) aggiungeva al suo impegno la declinazione di competenze tecniche che metteva gratuitamente a disposizione dei movimenti per la casa e dei comitati. Nella metà degli anni ’90 propose insieme alla compagna della sua vita, Rossella Marchini, una intelligente soluzione a bassa densità per i Rom. Il progetto fu sepolto dalla volgarità di chi affermò che si volevano regalare “le ville” agli zingari. Molto meglio costruire ghetti infernali che delineare prospettive. Con la gestione dei campi qualcuno ci ha guadagnato molto soldi, come noto. Sempre insieme a Rossella, per la Libera repubblica di San Lorenzo aveva redatto un progetto di vivibilità per il grande quartiere da anni abbandonato alla famelica speculazione edilizia. Per i giovani di Alexis presentò una bellissima proposta di riuso di un edificio ex industriale abbandonato da anni. Dopo lo scellerato sgombero voluto nel gennaio scorso dal municipio a guida 5stelle il degrado ha riconquistato quell’immobile rendendolo di nuovo muto.

Il massimo dello sforzo politico e tecnico lo aveva profuso per risolvere il problema dei senza casa e delle occupazioni romane. Per la sua autorevolezza, Antonello era tra i pochi in grado di dialogare tra i segmenti del movimento per la casa in nome di una prospettiva comune e aveva contribuito di recente al programma della Carovana per le periferie. Ci vorrà tempo per ricostruire l’insieme degli spunti e la ricchezza del suo pensiero. E ci vorrà tempo per colmare il vuoto della sua scomparsa.

L’appuntamento per salutare Antonello è domani (domenica) alle ore 11, Cinema Palazzo, Piazza dei Sanniti 9a, Roma

Articolo pubblicato su Il Manifesto