EUROPA

“Adieu Bce” verso il 18 marzo

Dopo l’assemblea del 17 e 18 gennaio verso il 18 Marzo a Francoforte per dire addio all’Europa della Troika. Il 17 e il 18 Gennaio a Francoforte sul Meno centinaia di attiviste e attivisti dei movimenti sociali tedeschi ed europei si sono incontrati per costruire la giornata di lotta europea del 18 marzo. Quel giorno infatti si inaugurerà la nuova sede della Banca Centrale Europea; il destino beffardo ha voluto che nel giorno dell’anniversario della Comune di Parigi sarà inaugurata la nuova sede BCE, la cui utilità risulta quantomeno dubbia dato che la BCE dimora già in un moderno grattacielo al centro di Francoforte; sede il cui costo di realizzazione risulta essere ad oggi di circa 1 miliardo e 300 milioni di euro e che dominerà dall’alto lo skyline di Francoforte sul Meno. Già la vicenda in sé, anche per le anime più riformiste non può che far scattare nella testa il vecchio coro autonomo “tutto questo lusso è una provocazione…”. Ma oltre alla voglia di reagire all’arroganza del potere ci sono altre motivazioni che ci spingono a guardare con interesse alla data del 18 marzo. E di ritorno da un’intensa due giorni di dibattiti e assemblee abbiamo ritenuto utile condividere le nostre riflessioni e le nostre suggestioni.

Questo del 18 Marzo 2015 sarà il terzo e più importante appuntamento di un percorso di mobilitazione che da tre anni vede coinvolte diverse reti tedesche e che ha avuto fin dall’inizio la peculiarità di essere orientato verso l’esterno, cercando una declinazione transnazionale della battaglia sociale e politica contro la Troika. Il processo di costruzione dell’evento Blockupy ha avuto la capacità di mettere in relazione anime diverse della sinistra radicale tedesca su un piano che era direttamente europeo ed europeista, un europeismo rovesciato rispetto a quello istituzionale, che andasse a connettere sul terreno pratico e discorsivo le lotte sociali che dentro e fuori i confini EU andavano a contestare la gabbia dell’austerity e il suo asfittico vuoto democratico.

Questa tensione positiva che ha animato il processo ha incontrato, come è normale che fosse, diversi limiti e difficoltà, ma allo stesso tempo ha sedimentato relazioni e scambi virtuosi.

Dopo più di due anni è arrivato il momento che fin dall’inizio della mobilitazione si aspettava: la BCE non solo continua a dissanguare le esistenze di milioni di persone in tutta Europa ma adesso trova anche l’occasione per festeggiare, inaugurando la propria nuova elegantissima sede. Lo scorso weekend a Francoforte il tema all’ordine del giorno, oltre alla definizione di un piano organizzativo, su cui torneremo, è stato come bloccare l’inaugurazione della nuova Banca Centrale Europea, ma anche e soprattutto come fare ad allargare la partecipazione a quella giornata alle istanze sociali che emergono ogni giorni nelle strade della Germania e dell’Europa.

Dal nostro punto di vista il meeting ha visto una partecipazione limitata agli attivisti e ha incontrato anche diverse difficoltà nel trovare un terreno comune tra le diverse istanze; difficoltà che si riscontra anche nell’immaginare una strategia politica e comunicativa volta all’allargamento. In Germania (come del resto in Italia) spesso la sinistra radicale e di movimento soffre di solipsismo e astrazione rispetto alle dinamiche sociali più larghe così come a volte rimane incastrata nella retorica dell’approccio “solidale” anche nell’affrontare la sfida della transnazionalizzazione delle lotte.

Nonostante i limiti e le difficoltà, durante la due giorni ha preso forma una piattaforma minima sulla quale sembra possibile e utile costruire una mobilitazione: il 18 Marzo a Francoforte ci saranno dei blocchi la mattina, orientati a impedire l’ingresso degli invitati all’inaugurazione della nuova BCE. I blocchi saranno più di uno e articolati secondo diversi temi e differenti pratiche per permettere ad ognuno di portare avanti la modalità di conflitto che sente più propria.

Nel pomeriggio invece ci sarà una grande manifestazione unitaria, alla quale, dato importantissimo, hanno aderito anche le grandi sigle sindacali come DGB e IG Metal. Come sottolineato prima, l’impostazione data dalla coalizione tedesca e la partecipazione di delegazioni di attivisti da 10 diversi paesi europei conferisce alla data una potenzialità che ci preme non sottovalutare.

Più volte è stato ribadito che, per quanto riguarda i blocchi mattutini, sul terreno delle pratiche si procederà per affinità all’ interno di una cornice minima condivisa, per permettere a ogni singola soggettività sociale e politica di esprimere come meglio crede la propria avversione alle politiche della BCE e della Troika.

Ci sembra tuttavia superficiale aderire alla data di mobilitazione senza chiederci cosa costituisca oggi la BCE sul piano simbolico e strategico dei conflitti in Europa. La nostra risposta parziale e avventata è che l’inaugurazione della nuova sede della Banca Centrale Europea è in realtà, ed evidentemente a loro insaputa, una festa d’addio. L’ipotesi dell’Europa dell’alta finanza, delle larghe intese, dell’ordine sociale e dell’austerity come dispositivo di controllo socio-economico della crisi ci si presenta oggi con l’aspetto di un malato terminale, tenuto in vita da una complessa tecnologia burocratica.

Purtroppo però va specificato che il merito non è tutto delle battaglie progressiste e delle ipotesi rivoluzionarie in campo, anzi. Molto dell’affanno delle élites europee è dovuto alle tensioni reazionarie che nelle metropoli come nello spazio geopolitico attraversano la contemporaneità. L’emergere di fenomeni di fascismo e razzismo, più o meno articolati in ipotesi di rappresentanza, come anche l’acuirsi dello scontro tra opzioni politiche interne al mondo islamico i cui effetti spesso danno vita a mostruosità reazionarie come l’ISIS, come ancora l’ambizione spregiudicata e anch’essa imbevuta di conservatorismo che domina oggi la Russia, sono solo alcune delle forze che tengono all’angolo delle corde l’UE in un lungo round che ha tutta l’aria di doversi concludere con un esito sfavorevole.

In questa debolezza crediamo che solo la trasformazione e il rovesciamento radicale delle politiche che hanno segnato gli ultimi dieci anni europei, possa aprire nuove vie, non oscure o mortifere. Trasformazione e rovesciamento, ed è stato più volte richiamato nella due giorni, che passano anche per l’opzione Tsipras e per il suo guanto di sfida alla Merkel sulla questione del debito greco, ma solo come grimaldello, come spinta o pretesto letterario. Il punto di rottura non può infatti che essere che un desiderio di lotta e una fiducia nel cambiamento che pervada larghi strati della società. Innanzitutto attorno ai temi del lavoro e dello sfruttamento. E in questo ci pare che l’esperienza dei lavoratori di Amazon in Germania (per la prima volta coinvolti nella costruzione di Blockupy) come anche l’esperimento potente dello sciopero sociale in Italia, degli intermittenti francesi e i numerosi modelli di autorganizzazione e autogestione dei servizi in Grecia possano indicare un terreno su cui costruire una rotta nuova che assedi e abbandoni contemporaneamente l’Eurotower al suo miserevole destino.

Per quanto palesemente utopico questo punto di vista a noi sembra l’unico appiglio realistico, l’idea cioè che larghe mobilitazioni sociali attraversino l’Europa e creino la via di fuga da una catastrofe annunciata di povertà e fascismo. Questa idea si è in noi rafforzata confrontandoci con le tante e i tanti presenti a Francoforte. Un’esigenza condivisa e allo stesso tempo assolutamente radicale e consapevole.

Per questo e proprio in questo senso iniziare dalla fine ci sembra adeguato ed evocativo. IL 18 marzo a Francoforte sarebbe bello andare non solo per bloccare l’inaugurazione della BCE, ma anche per dirle addio, partire da un momento di conflitto transnazionale per indicare una via di uscita dalla gabbia delle burocrazie finanziarie e delle spinte reazionarie che le fanno da contraltare.

Per questo, oltre il respiro corto di alcune semplificazioni in funzione elettorale, nel tentativo di detonare il molteplice e salpare verso un’altra temporalità per i conflitti in Europa, crediamo sia necessario festeggiare l’inizio con la fine della Banca Centrale Europea il giorno dell’inaugurazione della sua nuova sede.