ROMA

Tiburtino III, occupato ex-centro d’accoglienza per rispondere all’emergenza abitativa

Cittadini del quartiere, sfrattati e attivisti di Asia Usb hanno occupato questa mattina la struttura di via del Frantoio. Ieri, alcune centinaia di persone avevano presidiato la zona contro la presenza dei fascisti di Casapound.

Questa mattina molto presto, alcune decine di persone – tra abitanti del quartiere, senza casa e attivisti del sindacato Asia Usb – hanno occupato una palazzina situata in via del Frantoio, al Tiburtino III. Fino a ieri, l’edificio di proprietà comunale era un centro di accoglienza: per metà, ospitava alcune decine di rifugiati, attraverso un progetto SPRAR; nell’altra dei minori non accompagnati. Dal momento che la concessione SPRAR è finita, una parte della struttura è stata svuotata, rimanendo vuota per alcune ore. “Ai 9000 sgomberi di case popolari (per morosi e occupanti), anunciati da questa Aministrazione, vanno aggiunti quelli che quotidianamente vengono effettuati (7000 le sentenze di sfratto, oltre 3000 l’anno quelle eseguite) nei confronti di quelle famiglie che non riescono a pagare l’affitto o il mutuo a casa della crisi economica” – recita il comunicato degli occupanti – “Oggi siamo qui per chiedere l’utilizzo degli stabili di via del Frantoio 44 per le famiglie sfrattate che necessitano di una soluzione abitativa temporanea in attesa di una casa popolare”.

Gli occupanti hanno anche incontrato i minori accolti nell’altra parte della struttura, sottolineando che sono ben contenti di condividere uno spazio con ragazzi che hanno affrontato tante difficoltà. In un video diffuso su internet, uno degli attivisti presenti all’interno ha affermato “vorremmo che questo luogo sia destinato ad affrontare l’emergenza abitativa, ma che possa essere anche un luogo di incontro e discussione con i rifugiati, per rispondere a questo vento di razzismo che alcune forze vorrebbero agitare”.

Proprio la chiusura di una parte del centro di accoglienza aveva spinto l’organizzazione neofascista di Casapound a mobilitarsi ieri pomeriggio, provando, come suo solito, a soffiare sul fuoco delle difficili condizioni di vita nei quartieri popolari. Alla fine, senza grande successo: nonostante più di un mese di campagna battente sulla mobilitazione di ieri e centinaia di manifesti appesi in tutta Roma, il sit-in non ha raccolto più di una cinquantina di fascisti.

Dall’altra parte, un presidio festoso e colorato di alcune centinaia di persone presidiava la via di accesso all’ex centro. Numerosi interventi dal microfono sottolineavano che la presenza fascista non è gradita nella zona e che tutti coloro che provano a strumentalizzare le difficoltà materiali che le persone affrontano ogni giorno sono funzionali a sostenere i processi di speculazione edilizia, tagli al welfare e ai diritti dei lavoratori. Cioè, proprio quegli elementi che sono all’origine delle difficoltà dei settori più colpiti dalla crisi.

Al momento, davanti all’occupazione di via del Frantoio sono arrivate alcune macchine della polizia e degli esponenti del municipio. Una delegazione di occupanti ha incontrato gli esponenti la Presidente di Municipio con cui è in corso una trattativa.