DIRITTI

Speciale dopo le vicende di Colonia

Una raccolta di contributi per continuare il dibattito oltre i fatti di Colonia del 31 dicembre 2015.

Tolleranza zero. In questi giorni in Germania il governo della grosse koalition ha raccolto al Bundestag un consenso quasi unanime ed è passato ai fatti, ovvero restrizione del diritto d’asilo, nuove norme per espulsione in direttissima dei migranti colpevoli di reati penali. Nell’Europa centrale e del nord continuano a proliferare “gruppi di autodifesa” paramilitare formati da cittadini pronti a difendere “le nostre donne” in una visione patriarcale e xenofoba per cui il nemico-usurpatore-ingrato proviene dall’esterno, quando sappiamo che la violenza perpetrata sui corpi delle donne avviene in primis in ambito domestico e da persone “di famiglia”.

Le violenze sessuali dell’ultima notte del 2015 in sono state colpite per lo più donne sole (ma anche uomini, di cui non si parla molto) e non accompagnate, dunque (automaticamente) “disponibili”, ci ricordano ancora una volta che il patriarcato è un fatto sociale globale, e che riguarda soprattutto, al di là della religione e della cultura una configurazione distorta dei rapporti di potere tra i sessi. Quello che c’è da chiedersi è soprattutto, in una Europa declassata dal suo vecchio statuto geopolitico da un bel pò, in una Europa nomade e neoliberale, che ruolo svolgono i dispositivi di razza e di genere? Quale tipo di soggettività promuove il capitale nei suoi sforzi di ristrutturazione globale? Quali scenari di resistenza si profilano in risposta alle politiche migratorie, economiche, sociali messe in atto in tempo di crisi?

Colonia: non sui nostri corpi

di Vane Bix

La lotta contro la violenza sulle donne non deve essere trasformata nell’ennesimo tassello per costruire il loro scontro di civiltà. […] Contro il sessismo e contro il razzismo: la nostra arma rimane la solidarietà!

Colonia: dire la verità oltre il rumore

di Marina Montanelli

Torniamo sui fatti, dove la cronaca è stata afasica, dove la penna razzista non si è addentrata. […] Il dibattito pubblico sembra ormai promuovere una nuova fattispecie giuridica di aggravante nell’ambito delle molestie e delle violenze sessuali, quello razziale.

Altri contributi presi dalla rete

#Colonia. Contro l’uso razzista del corpo delle donne

tratto da Abbatto i Muri

[…] I corpi delle donne sono terreno di guerra e violenza. E sono terreni anche della propaganda politica di donne come lei che sfruttano la violenza sulle donne per invocare più militari e repressione; quelle che per “liberare” le Altre donne del mondo invocano guerre umanitarie e di civiltà, salvo poi indignarsi quando gli effetti di queste guerre sono ancora più repressione ed oscurantismo.

Il problema si chiama sessismo!

contributo di Interventionistische Linke Berlino

Ovunque in Germania, che sia in provincia, nelle piccole città o nelle metropoli, si consumano ogni giorno violenze e molestie a sfondo sessuale nei confronti delle donne. Il sessismo è la quotidianità in Germania e in Europa, e ciò non solo dalla notte di San Silvestro attorno al Duomo di Colonia.

Prima le donne, i vecchi e i bambini: le narrazioni tossiche danno dipendenza.

di Genus Migrans tratto da Maz Project

Questa esigenza che abbiamo di narrare il reale con i termini che merita, quali teste raggiunge e per quanto tempo? Dobbiamo allargare il fronte dell’antifascismo, l’antirazzismo, l’antisessismo, cioè moltiplicare i focolari, i narratori, gli scambi di informazioni, perché gli Annunziata e i Servegnini mettono paura. Raccontano storie, come facciamo noi, ma manovrano i personaggi secondo schemi narrativi e sistemi di valori che hanno finali scontati. C’è tanto da scrivere. C’è tanto da fare.

L’indice di Colonia

di Ida Dominijanni tratto da Internazionale

[…] È dall’indomani dell’11 settembre americano che tutto l’occidente suona la grancassa dell’oppressione femminile come marchio d’inferiorità della cultura islamica, e della liberazione delle donne dal patriarcato islamico come legittimazione per le guerre occidentali di “democratizzazione” del Medio Oriente.

Il capodanno del patriarcato e l’urgenza di una politica femminista

di Paola Rudan tratto da Connessioni Precarie

[…] Il rifiuto e il timore di essere complici delle retoriche razziste spinge donne e femministe a prendere risolutamente le difese dei migranti, a partire dal riconoscimento che il patriarcato è ovunque e che la «cultura dello stupro» era già presente anche nella civilissima Germania prima di esservi «importata» dai nuovi arrivati.

Il razzismo italiano e i fantasmi del deserto, ovvero: 20 sfondoni di Maurizio Molinari (e una nota su Dacia Maraini)

di Wu Ming

[…] Nell’Italia di stupri e violenze sulle donne da parte di mariti, ex-mariti, compagni e padri; in quest’Italia qui ci tocca leggere, su uno dei principali quotidiani del paese, un editoriale che accusa di atavico tribalismo.

In Germania la cultura dello stupro non è stata importata: è sempre esistita

tratto da Vice

I fatti di Colonia lasciano tutti senza parole, questo è certo. Ma in Germania le persone più consapevoli sono già da tempo furiose per la diffusione della cosiddetta cultura dello stupro. Parlare della violenza di Capodanno come di un evento singolare in una Germania altrimenti “buona” è una cosa assurda, forse una delle più esagerate che sia stata riportata in merito alla faccenda.