ROMA

Roma. Cariche e lacrimogeni per uno sfratto, la questura nega

Questa mattina un picchetto antisfratto dei movimenti per il diritto all’abitare in via degli Ontani 66 nel quartiere di Centocelle. A qualche chilometri gli abitanti di Villa Lauricella. La Questura di Roma, intanto, nega l’utilizzo dei lacrimogeni.

In via degli Ontani, nel cuore di Centocelle, si sono presentate questa mattina le camionette e gli agenti della digos assieme all’ufficale giudiziario per sfrattare (causa morosità) Farook e la sua famiglia. Ad aspettarli un nutrito presidio dei movimenti per il diritto all’abitare, determinati a non far buttare nessuno in mezzo alla strada. Nel frattempo a pochi chilometri gli occupanti di Villa Lauricella, liberata da Action nel corso di uno degli Tsunami Tour della lotta per la casa, erano per strada determinati a resistere ad un paventato sgombero.

Di fronte alla determinazione del picchetto antisfratto le forze dell’ordine hanno reagito non cercando nessuna mediazione, soprattutto per il futuro di Farook e della sua famiglia, ma caricando violentemente il presidio con l’ausilio di gas lacrimogeni, i famigerati CS in teoria vietati. Oltre alla violenza le forze dell’ordine non hanno risparmiato minacce esplicite agli attivisti.

Farook ha deciso allora di lasciare la sua casa e un corteo l’ha accompagnato nella sede del V municipio per chiedere un incontro al presidente Palmieri, denunciare le violenze della polizia, ma soprattutto chiedere una soluzione degna per la famiglia sfrattata.

Nonostante l’evidenza la Questura di Roma è arrivat a negare l’utilizzo di gas lacrimogeni. Mentre il governo della città continua a tacere la gestione dell’emergenza sociale a Roma sembra essere di più un affare di sceriffi. Ancora una volta la “politica” e l’amministrazione Marino appaiono inesistenti, incapaci di svolgere qualsiasi ruolo di mediazione sociale efficace. Solo due giorni fa il Campidoglio ha votato una mozione per chiedere al Prefetto di garantire un accompagnamento sociale e il passaggio di casa a casa per gli sfratti, che nella stragrande maggioranza dei casi sono per morosità incolpevole. Una mozione rimasta evidentemente lettera morta.




Di seguito il comunicato della rete territoriale antisfratto di Roma est

Che gli spazi di mediazione sono chiusi, che solo polizia e magistratura hanno voce in capitolo sugli sfratti e sul governo dei territori, già lo sapevamo. Come sapevamo che oggi per lo sfratto di Farook e la sua famiglia era previsto l’intervento della forza pubblica. Questa mattina ci siamo organizzati insieme per resistere: abbiamo bloccato la strada, abbiamo atteso determinati la polizia e di fronte alla loro superiorità numerica siamo indietreggiati compatti. I lacrimogeni che ci hanno lanciato fin dentro il palazzo li abbiamo rispediti al mittente. I rapporti di forza si conquistano passo dopo passo, nella materialità delle lotte. Questa breve ma intensa resistenza ha permesso a Farook e alla sua famiglia di uscire dalla sua casa sostenuto dalla solidarietà di numerosi compagni e di attraversare il quartiere fino al municipio in corteo. Non finisce qui.

È chiaro che gli sfratti a Roma est non si fermeranno, ma i nostri picchetti, a fianco di chi decide di resistere e lottare saranno sempre più numerosi e partecipati. Perché stiamo scoprendo che isolati è impossibile resistere agli sfratti e insieme è possibile reagire e organizzarsi per bloccarli. Mettere insieme le forze per evidenziare le contraddizioni, imparare a conoscerci per organizzare un piano di mutuo appoggio, resistere agli sfratti e agli sgomberi estendendo la solidarietà.

Ogni sfratto una barricata!

Ps: In una nota la Questura dice che non sono stati utilizzati gas lacrimogeni CS. Gira voce che il prossimo sfratto o sgombero, non saranno usate maschere antigas…