POTERI

Renzi e Lupi colpiscono ancora: il governo non rinnova il blocco degli sfratti

Il 31 dicembre è scaduto il blocco degli sfratti. Nonostante le dichiarazioni ipocrite del Ministro Lupi non c’è discorso di facciata che tenga: il governo va alla guerra contro i poveri. Solo a Roma pronti 3000 sfratti.

Il Governo Renzi scrive un nuovo capitolo della guerra contro i poveri e contro il diritto ad una casa per tutte e tutti. Il 31 dicembre è scaduto il blocco degli sfratti per le categorie sociali più deboli (anziani, malati terminali, portatori d’handicap, famiglie con minori e a basso reddito): almeno 3 mila famiglie che solo a Roma continuano a pagare l’affitto anche se è cessato il contratto di locazione o sono incolpevolmente morose, e che da ieri possono essere potenzialmente sfrattate con l’uso della forza pubblica.

Il ministro Lupi sostiene che il mancato rinnovo del blocco degli sfratti è dovuto allo stanziamento di consistenti fondi di sostegno all’affitto e alla situazioni di morosità incolpevole contenute nel Piano Casa che porta il suo nome, quello che dichiara guerra alle occupazioni abitative e vuole mettere all’asta le case popolari per intenderci. Peccato che i soldi di cui parla Lupi non siano che briciole che non servono neanche a tamponare l’emergenza sfratti: parliamo di appena 100 milioni di euro per il bonus affitti nel biennio 2014/2015 e 35 milioni di euro per la morosità incolpevole.

Per i sindacati degli inquilini potrebbero essere addiritutta 30 mila. Una cifra astronomica che disegna uno scenario disastroso, da guerra a bassa intensita se ogni sentenza di sfratto dovesse essere davvero eseguita con l’ausilio della forza pubblica. Eppure la maggioranza esulta, si brinda e si stappa champagne, perché finalmente si “cambia verso” per citare il tanto abusato slogan, così come a brindare a Confedilizia che rilascia alla stampa dichiarazioni entusiaste e di vittoria.

Il blocco degli sfratti è un provvedimento insufficiente e parziale certo, dal sapore “umanitario”, che non serve a risolvere il problema dell’emergenza abitativa, ma senza dubbio è un valido palliativo per evitare che la vita di decine di migliaia di persone si trasformi in un incubo scandito dalle scampanellate dell’ufficiale giudiziario. Il 90% delle sentenze che portano allo sfratto sono per morosità incolpevole: non ci sono i “furbetti” che non pagano l’affitto come ci vogliono raccontare, ma fasce sempre più larghe di popolazione che all’anno settimo della crisi, sempre più precarie e impoverite, dopo aver bruciato spesso risparmi e ridimensionato il proprio sitle di vita, l’affitto proprio non riescono a pagarlo.

Quel che è certo è che non tutti staranno a guardare: in mancanza di qualsivoglia mediazione sociale, di soluzione offerta dalle istituzioni, non resta che resistere, ma soprattutto organizzarsi per conquistare nuovi diritti.