EUROPA

Nikos Romanos: studiare o morire

Nikos Romanos, 21 anni, anarchico, prigioniero politico: dal 10 novembre è in sciopero della fame contro i ripetuti dinieghi ai permessi studio. Nikos era al fianco di Alexis Grigoropoulos quando venne ucciso nel 2008. Ora lo stato greco vuole fare un’altra vittima.

Secondo il referto del medico, che lo ha visitato il 28/11 nel reparto detentivo dell’ospedale Gennimatàs, il ragazzo rischia “danni irreversibili per quanto riguarda il funzionamento del cuore, dei reni e del cervello”. Ha dichiarato che proseguirà lo sciopero a oltranza, fino alla fine, rifiutando l’alimentazione forzata.

Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2008, Nikos aveva 15 anni e passeggiava per le strade di Exarchia con un suo amico, Alexis Grigoropoulos. Si trovava al suo fianco quando un poliziotto esplose il colpo che mise fine alla vita di Alexis e accese la rivolta che per settimane infuocò la Grecia. Durante il funerale, trasportò sulle spalle la salma dell’amico.

Alcuni anni dopo, il 1 febbraio 2013, Nikos fu arrestato con altri tre compagni, a soli 19 anni, durante una duplice rapina per scopi politici. Subito dopo l’arresto, i quattro vennero torturati con ferocia. Il caso fece molto scalpore, anche perché la polizia prima modificò con photoshop le foto per tentare di nascondere i segni della violenza, per poi dichiarare che le ferite erano state prodotte nella colluttazione avvenuta durante l’arresto.

La madre di un altro degli arrestati, infermiera, dopo aver visitato il figlio in carcere disse:

“Oggi, 3 febbraio 2013, dopo continui tentativi, ho parlato finalmente con mio figlio. Mi ha informato che anche quando dorme continua ad essere ammanettato con le mani indietro, mentre in precedenza, per quattro ore consecutive, era stato tenuto in ginocchio e con un cappuccio addosso, mentre veniva picchiato al volto, tra insulti e minacce. […] Mi ha riferito di avere sangue nelle urine, forti stordimenti, forti dolori in testa, sonnolenza e debolezza. I meccanismi di persecuzione in Grecia seguono la strada dei modelli delle torture di Guantanamo. Mio figlio e gli altri arrestati non sono stati trattati come tutti gli altri imputati, per le infrazioni al codice penale, ma con un odio particolare, perché anarchici. I torturatori sotto i cappucci, invece, non vengono neanche sfiorati”. Alcuni giorni dopo l’arresto, nonostante le torture e i lunghi anni di carcere davanti, i ragazzi scrissero una lunga dichiarazione politica in cui si assumevano le responsabilità della rapina e ne spiegavano le ragioni politiche (qui in inglese). Rifiutarono, invece, l’accusa che gli veniva mossa dalla polizia di far parte del gruppo armato “Organizzazione rivoluzionaria della cospirazione delle cellule di fuoco”.

Sono stati tutti condannati per rapina a mano armata, ma non per terrorismo.

Nella primavera di quest’anno, Nikos ha ottenuto la maturità ed ha superato gli esami di ammissione per una delle più ambite università greche, nella facoltà di business management. A settembre, lo stesso ministro della giustizia Charàlambos Athanassìiou si è recato presso il carcere minorile di Avlònas per premiarlo con 500 euro per i meriti scolastici. Il ragazzo ha rifiutato i soldi.

Successivamente, la direzione del carcere gli ha ripetutamente negato i permessi studio necessari a seguire il percorso universitario. Il magistrato competente ha affermato che, visti i suoi precedenti penali, esiste il rischio di fuga e quindi il ragazzo non può uscire dal carcere nell’orario delle lezioni. Un caso non isolato e una motivazione pretestuosa, visto che su 90 domande di iscrizione all’istituto tecnico interno al carcere, 50 sono state rigettate: tutte quelle presentate dagli anarchici. Così, il 10 novembre Nikos è entrato in sciopero della fame. Dopo più di 20 giorni, rischia danni irreversibili, rischia la morte. Le notizie che circolavano ieri, parlavano di un critico peggioramento delle sue condizioni di salute. Ad oggi, le autorità giudiziarie continuano a negare i permessi, mentre le richieste di Syriza non sono state sufficienti ad ottenere una soluzione politica alla questione. Il ragazzo è intenzionato ad andare avanti “fino alla vittoria o fino alla morte”.

Intanto, anche gli altri tre compagni arrestati con lui stanno rifiutando il cibo. Molti medici, avvocati, gruppi politici e associazioni hanno preso parola dalla parte di Romanos e contro il governo. In decine di città greche sono stati organizzati cortei, presidi di solidarietà occupazioni di edifici pubblici. Il 1 dicembre, gli studenti del Politecnico di Atene hanno occupato l’università per sostenere le rivendicazioni di Nikos. Il giorno successivo, uno dei più grandi cortei degli ultimi 2 anni ha avuto luogo nelle strade della capitale greca: più di 10mila persone hanno dimostrato la loro solidarietà e il loro sostegno al prigioniero politico.

Dopo il corteo, a Exarchia ci sono stati nuovamente duri scontri con i MAT, attaccati con pietre e molotov. La polizia ha effettuato diversi arresti.

Diverse persone arrestate sono state trasferite in ospedale a causa delle violenze subite. Alcuni avvocati hanno denunciato che i corridoi di GADA, la centrale della polizia dell’Attica, erano “pieni di sangue, di gente con braccia, testa, gambe, costole rotte… irrefutabili testimonianze di una barbarie statale”.

L’anniversario dell’omicidio di Alexis si avvicina, mentre lo scontro in atto non accenna ad attenuarsi. Il governo Samaràs ucciderà davvero un ragazzo di 21 anni che lotta per studiare?