La cooperativa autogestita NOMAD08

Dalla rivolta contro Ben Ali a un progetto sociale ed economico dal basso.

*Nell’ultimo giorno di Forum ospitiamo l’articolo di Omar Karray, un giovane attivista tunisino che ci parla di NOMAD08, una delle prime cooperative tunisine nate dal basso e completamente autogestita, a cura di Carlotta Macera e Vanessa Bilancetti.

Redeyaf è una piccola città industriale nel sud della Tunisia in cui si produce la maggior parte del fosfato tunisino. La gente qui vive con poco, ti ospitano a casa come se fossi uno della famiglia, un città che sembra molto calma, ma in realtà Redeyaf è stata la prima città a rifiutare Ben Ali. Nel 2008 la popolazione ha manifestato con l’appoggio dell’ UGTT (Unione Generale dei Lavoratori Tunisini) contro la chiusura delle miniere, in 2 settimane le proteste si sono sviluppate, la gente è scesa in piazza per manifestare la propria rabbia contro il sistema di Ben Ali.

La polizia del sud si è raccolta a Redayef e in altri villaggi vicini per bloccare ogni tipo di rivolta.

La resistenza è durata 6 mesi, sono stati uccisi 3 giovani dalla polizia e centinaia di prigionieri politici. Il popolo ha dimostrato tutta la sua rabbia contro il sistema e un spirito di resistenza indistruttibile. Questa rivolta è considerata la radice del movimento sociale in Tunisia e la radice della rivoluzione del 2010.

L’ingiustizia, però, è rimasta e dopo due anni dalla rivoluzione più del 45% dei giovani della regione non trova lavoro.

A partire da questa situazione otto ragazzi hanno deciso di organizzare NOMAD08, una cooperativa autogestita, per produrre materiali di traduzione. “Ho conosciuto la sofferenza di essere un laureato disoccupato per tanti anni, questo è il momento per noi di provare a creare un modello di economia sociale e solidale, anche attraverso questo progetto” ci racconta Wassim, uno dei fondatori della cooperativa. Il loro primo lavoro è stato equipaggiare tecnicamente gli anfiteatri che ospitano il Forum Sociale Mondiale.

Nella sede della cooperativa non ci sono che una decina di trasmettitori FM, alcuni cellulari ed altri componenti elettronici. Questi giovani, che non sapevano molto sull’elettronica, sono stati formati da Mohamed Jribi, un ingegnere tunisino che dal 2004 lavora sullo sviluppo scientifico alternativo. Per lui lavorare con questi giovani è un modo di lotta contro le istituzioni del capitalismo, per la costruzione di un altro modello economico e sociale.

Per loro, il Forum Sociale Mondiale è l’occasione per creare dei posti di lavoro per i giovani disoccupati di Redayef. Per l’inizio del loro progetto il Forum ha messo a disposizione 5000 euro per comprare il materiale di base e per affittare il locale dove poter lavorare .

Una motivazione che non ha limiti

In tre mesi, la cooperativa ha costruito 160 trasmettitori FM, 80 spider per regolare la sonorizzazione e 50 cabine per i traduttori. Il risultato è un’esperienza unica in Tunisia, quella di lavorare in una cooperativa autogestita, dove le decisione sono prese in maniera orizzontale e collettiva.

Quindici giorni prima dell’inizio del Forum il gruppo si è spostato al campus Manar e ha dotato 40 anfiteatri di attrezzature per la traduzione.

“Per noi la partecipazione è stata un successo, nel Forum che si e è svolto in India nel 2004 solo 20 anfiteatri erano dotati di materiale per la traduzione” ci dice sempre Wassim .

Un progetto con molta prospettiva

Per i giovani l’esperienza della cooperativa è un punto d’inizio per accrescere la loro esperienza. “Il nostro progetto futuro è di creare la fondazione NOMAD e di formare delle cooperative simili alla nostra nei villaggi della Tunisia” ci spiega Alaa, un altro attivista-lavoratore della cooperativa.