ROMA

Il comunicato della piazza: Casapound Not Welcome

In queste settimane, la Roma antifascista e determinata ha sfidato i divieti imposti dalla prefettura e dalla questura mettendo in campo iniziative capillari nei territori. La narrazione dei media, completamente volta a fomentare un clima di guerra tra bande, è stata ribaltata da pratiche di antifascimo condivise e partecipate. Abbiamo respinto questi corpi estranei dai nostri quartieri, anche quei tristi banchetti elettorali con cui tentano di legittimarsi, sfilando per le strade e rivendicandone l’appartenenza.

Oggi, dunque, migliaia di antifascist* hanno riempito Piazza dell’Esquilino imponendo lo spostamento del corteo di Casapound e relegandolo ad un misero percorso. Corteo, quello dei fascisti, autorizzato e protetto fino all’ultimo minuto dalle forze dell’ordine. In un clima di minacce e aggressioni crescenti, le reti antifasciste hanno conquistato una piazza che fino a qualche giorno fa era assolutamente negata, riprendendosi il diritto a manifestare che il comune e la polizia era intenzionata a garantire solo ai fascisti del terzo millennio.

Mentre infatti migliaia di agenti hanno garantito la manifestazione e un concerto neonazista, autorizzato dal comune e dalla soprintendenza nel parco archeologico di Colle Oppio, la piazza antifascista ha riconquistato il diritto a manifestare da piazza Esquilino a San Lorenzo passando per piazza Vittorio. Ha dovuto inoltre respingere le ripetute provocazioni e i tentativi di aggressione da parte dei fascisti, stranamente liberi di avvicinarsi alla piazza nonostante le centinaia di agenti schierati. Per questo motivo ovviamente la piazza antifascista non ha tollerato i tentativi di infiltrazione avvenuti al concentramento e lungo il corteo come la presenza “casuale” del pulmino di un gruppo di neonazisti diretti al Colle Oppio.

Non possiamo accettare, inoltre, la copertura politica senza precedenti di cui ha goduto Casapound in questa giornata partendo dalla prefettura e dalla questura per finire con ciò che ha dichiarato il Partito Democratico alla camera, ovvero che Cpi “rappresenta oggi un gruppo politico che, come in passato, partecipa alla competizione elettorale (…) e in questo contesto il divieto della manifestazione avrebbe assunto il significato di una non consentita compressione del diritto di espressione del pensiero.” e che “gli unici aspetti di criticità emersi nel corso della riunione del comitato sono legati alla concomitanza di altri eventi che si terranno sulla città di Roma, in particolare la contromanifestazione preannunciata”.

Ciò si pone in perfetta continuità con i finanziamenti comunali, gli stabili e le tutele concesse ad un’organizzazione fascista mentre gli spazi autogestiti e le occupazioni abitative della cittá sono permanentemente sotto sgombero. Non dimentichiamo, infatti, che i fascisti sguazzano da sempre nelle municipalizzate, con il reticolo di favori e clientele politico mafiose. Riprendere il diritto a manifestare e ostacolarli in ogni modo era un dovere per la Roma antifascista e democratica, un dovere adempiuto con determinazione, la stessa con cui non lasceremo mai alcuno spazio nei nostri quartieri a chi è strumento delle peggiori politiche razziste.

Il 21 maggio e sempre, a Roma e in ogni città CASAPOUND NOT WELCOME