PRECARIETÀ

31 ottobre. Assedio per la casa


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I movimenti per il diritto all’abitare assediano Montecitorio e Palazzo Chigi durante la conferenza Stato-Regioni

«Problematiche ed intenti nel campo delle politiche abitative». Così, in una riga secca e lapidaria, l’unico punto all’ordine del giorno per la Conferenza Stato Regioni di oggi, segno che il governo e il ministro Lupi vogliono accelerare i tempi per approvare un decreto legge sulla casa e l’emergenza abitativa, provvedimento che potrebbe arrivare già la prossima settimana sul tavolo del consiglio dei ministri.

La palla al ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi, che scartata l’ipotesi di un intervento per il blocco degli sfratti come richiesto da molti sindaci, punterà a un ventaglio di proposte che dovrebbe comprendere un assegno per gli affitti, per garantire la prosecuzione del contratto d’affitto alle famiglie in difficoltà economiche, e l’estensione della categoria della «morosità incolpevole»; un piano di nuova edilizia pubblica e di riqualificazione di alloggi esistenti, l’acquisto di immobili privati invenduti da parte degli Iacp e l’incentivo di interventi di social housing cofinanziati dalla Cassa depositi e prestiti. Interventi visti di buon occhio dall’Ance, la lobby dei costruttori nostrani, ben contenti di scaricare sul pubblico le case costruite e rimaste vuote complice la crisi, e l’apertura di nuovi campi d’intervento misti pubblico privato con il social housing.

Dubbia al momento la capacità di copertura economica, che Lupi dovrà contrattare con il ministero dell’economia. Per quanto riguarda le regioni la capacità d’intervento in tema di edilizia popolare e di diritto all’abitare si misurano con il contagocce a fronte di una capacità di più di un miliardo di euro mai spesi e destinati strutturalmente all’edilizia sociale. Guidano la classifica delle regioni con il tesoretto maggiore depositato presso la Cdp la Puglia con 372 milioni, la Sicilia con 271 milioni, il Lazio con 254 milioni.

A Roma oggi ad accogliere ministri e i governatori delle regioni i movimenti per il diritto all’abitare che dopo la manifestazione nazionale del 19 ottobre hanno proseguito la mobilitazione con cortei, occupazioni, blocchi degli sfratti. L’appuntamento è alle 11 in piazza Montecitorio per dare vita a un «assedio», e far sentire il programma dei movimenti al governo: prima di tutto il blocco degli sfratti, poi un piano per far fronte all’emergenza abitativa intervenendo sul patrimonio pubblico in disuso (vedi le caserme) e che rischia di essere svenduto, e sul patrimonio privato invenduto, senza però regalare ulteriori profitti ai costruttori e rimandando al mittente le soluzioni di housing sociale.

Il dramma degli sfratti continua nel frattempo a segnare la cronaca e la vita quotidiana di moltissime città: ieri mattina a Roma, nel quartiere di Centocelle, all’alba Kader e Samia con i loro tre figli sono stati sfrattati con l’intervento della forza pubblica che è entrata nell’appartamento per portare fuori la famiglia. Alla fine la soluzione emergenziale in un residence arriva dopo l’intervento dei Blocchi Precari Metropolitani e il presidio di solidarietà.

Intanto nella legge di stabilità la Trise, che accorperà insieme Tasi e Imu, comporterà un aumento di tassazione sulle prime case del 72 per cento, e sulle seconde case sfitte del 19 per cento, secondo le simulazioni più accreditate. Una stangata insostenibile assestata dal governo delle larghe intese ai lavoratori dipendenti, ai precari e ai pensionati, visto e considerato che una parte della tassa variabile da comune a comune peserà sugli inquilini e non solo sui proprietari, mentre di qualsiasi provvedimento basato sui patrimoni non c’è ombra. Preoccupati per la Trise anche i costruttori, spaventati da un ulteriore blocco del mercato degli immobili, mentre le case continuano a rimanere vuote.

Pubblicato su il Manifesto