ITALIA

Walk with Peter: dal coast to coast alle 12 vette per i luoghi terremotati

Peter Lerner è un giornalista sportivo inglese, vive a Roma da molti anni. Dopo il terremoto ha deciso di sostenere in maniera pubblica tre associazioni camminando per le terre terremotate. Prima con un coast to coast ora attraversando dodici vette. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare i suoi progetti

Incontrare Peter non è facile, tra vite precarie e ricche di impegni (effettivamente più la mia) ma vale la pena fare due chiacchiere con lui per raccontare un’esperienza durata 20 giorni – la camminata da Ostia a San Benedetto del Tronto attraverso i luoghi devastati dal terremoto che due anni fa ha interessato l’Appennino centrale, tra Amatrice, Castelluccio e Pescara del Tronto – e i suoi nuovi progetti. Un coast to coast inedito, che lo ha portato, da solo o accompagnato da amici e sconosciuti, a documentare quello che era successo, il paesaggio e l’umanità di quei luoghi, luoghi che già amava e conosceva per averli attraversati in giornate di trekking e arrampicata. L’idea di camminare per quei luoghi era già stata dell’associazione Movimento Tellurico che dal 2012 organizza “lunghe marce” nei luoghi colpiti da sisma, inizialmente per denunciare l’immobilismo governativo sul territorio de l’Aquila, poi per portare solidarietà anche negli altri luoghi colpiti e per sottolineare la necessità di una politica nazionale di messa in sicurezza sul tema. All’ultima lunga marcia Peter ha preso parte, anche per “allenamento” e capire meglio come organizzare il suo viaggio a livello logistico. Ma l’idea di farne una personalissima era già in via di concretizzazione, e soprattutto quella di partire…da Ostia.

Peter Lerner è un giornalista sportivo inglese, pugile e appassionato di sport a tutti i livelli e l’ho conosciuto durante una gita organizzata dalla sezione romana di Ape, durante la quale ci parlò della sua camminata imminente. Vive da anni a Roma e, nonostante fosse a Manchester nei giorni del terremoto, è stato molto toccato da quella tragica esperienza. Per questo ha deciso di fare qualcosa: sostenere in maniera pubblica e intelligente tre associazioni, dando loro visibilità con il suo progetto, ha trovato alcuni sponsor e aperto un crowdfounding per donare per la causa. In partenza per un nuovo viaggio, la prossima volta toccherà ben dodici vette per 195km.

Di fronte ad un té e ad un bicchiere di latte ho fatto a Peter alcune domande sul suo viaggio, anche se la curiosità di sapere esattamente cosa abbiano calpestato i suoi passi, chi abbia incontrato e come sia andata esattamente, un po’ rimane.

Che impressione ti hanno fatto i posti che hai visto?

Dipende. La situazione è diversa in ogni posto, per esempio a Leonessa c’è qualche edificio inagibile, qualche chiesa che non è aperta, la gente ha sentito fortemente il terremoto ma la vita è rimasta più o meno la stessa. A Norcia o ad Amatrice ci sono stati numerosi danni, però visto che avevano una certa notorietà hanno avuto attenzione dalla stampa, donazioni, e persone che sono andare ad aiutare. Poi ci sono posti completamente rovinati, meno famosi, posti in cui ci sono persone solo nel periodo estivo e non si vive la stessa urgenza di cambiare le cose. Lo stato delle cose dipende da un posto all’altro.

 

Quali sono state le reazioni della popolazione alla tua camminata?

Ho ricevuto sempre una buona accoglienza, ma in alcuni posti non c’è nessuno…Pescara del Tronto non esiste più, non c’è più nessuno per parlare. Spesso ho trascorso poche ore in un posto o sono arrivato dopo il tramonto e sono partito la mattina presto, quindi a volte non c’era tempo per avere tantissimo contatto con la popolazione. Avrei voluto conoscere meglio i posti e le persone, e questo è uno dei motivi per fare una seconda marcia. Comunque spesso Le persone che ho incontrato si meravigliavano di vedermi, mi chiedevano se fossi venuto dalla montagna e io “no, sono venuto da Ostia”. Magari non si aspettavano di vedere qualcuno che scendesse dalla montagna di notte, sporco e puzzolente dopo un viaggio cominciato dell’altra parte dell’Appennino! Adesso invece farò un percorso in cui saranno inclusi paesi terremotati come Campotosto, fino a Ussita, più o meno tutto il cratere sismico del 2016, un doppio anello passando per le cime più importanti. Da Campotosto che ha avuto molti danni a gennaio (e di cui non si è parlato perché in contemporanea con i fatti di Rigopiano) salirò poi sui Monti della Laga (5-6 cime sopra i 2000 metri) poi Castelluccio e dopo Visso e Ussita passerò per i monti SIbillini e poi riscendo per Arquata e passando per Accumoli tornerò ad Amatrice, l’unico percorso per fare sia monti che paesi…

 

 

Qual è lo stato dei sentieri?

Quelli percorsi l’altra volta sono agibili, invece per quanto riguarda il percorso del prossimo viaggio tra il monte Bove e il Vettore, la cresta dei Sibillini che si affaccia sul Visso, dicono che il sentiero non ci sia più, quindi dovrò fare dei sopralluoghi prima della partenza.

 

Come è nata l’idea di una camminata, anzi due, così lunghe?

Volevo fare qualcosa, conosco bene le zone perché ci andavo già a fare trekking, conoscevo anche molti dei posti di quelle zone. Volevo fare qualcosa, non ho molti talenti, ma mi piace camminare e camminando si vede di più e si entra meglio in paesaggi e storie. Ho pensato di camminare dal Tirreno all’Adriatico e passare in quei posti. Ho fatto una ricerca per capire a chi destinare i fondi raccolti: Omnibus Omnes, una Onlus di San Benedetto del Tronto, paese nel quale sono arrivati la maggior parte degli sfollati, con loro abbiamo fatto un fondo per orfani di uno o entrambi i genitori; Sport Senza Frontiere, con cui abbiamo realizzato un campeggio estivo per i bambini delle zone terremotate e la onlus Per la Vita di Castelluccio. Lì a Castelluccio non ci sono tanti abitanti, ma il posto è sperduto, dimenticato al di là della fama per le lenticchie, il comune di Norcia di cui fa parte non si era concentrato su quel paese, e si temeva che non sarebbe più risorto. Sto raccogliendo denaro per il centro di aggregazione di Castelluccio perché oltre alla piazza non c’è nulla, nemmeno un bar.

 

Come raccogli i soldi?

C’è un sito di crowdfunding, poi le aziende che hanno deciso di sostenere questo progetto hanno fatto un bonifico direttamente alle Onlus. Per la prossima camminata voglio vedere la situazione ora, per vedere posti che non avevo visitato ma soprattutto per continuare la raccolta fondi e aiutare più possibile le tre Onlus. Anche grazie alla notorietà che ho ricevuto dopo essere stato seguito da Repubblica e da alcune tv e avendo quindi la possibilità di arrivare a più persone.

 

Come hai finanziato il tuo viaggio?

Uno sponsor mi ha dato delle barrette e un altro che mi ha dato un pannello solare per ricaricare il cellulare, ma il resto è stato a mio carico (compresi i sopralluoghi). L’unica cosa che non va alle Onlus è la percentuale che prende il sito di crowdfunding. Sarà così anche la prossima volta, al massimo prendo donazioni di abiti o altri beni dalle aziende che mi fanno da sponsor.

 

Sei rimasto in contatto con qualcuno che hai conosciuto durante il viaggio?
Certo. Ho conosciuto una Onlus, La via del sale, i cui volontari sono bravissimi, persone di Amatrice, persone che hanno perso il negozio, la casa… oggi ho sentito una persona di Castelluccio che ho conosciuto durante il viaggio. Anche se con la vita e il lavoro è difficile essere presente in un posto a 200km, non posso dimenticare la marcia fatta e voglio tornare il più possibile là. Oltre al prossimo viaggio ho anche altri progetti in mente!

 

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