ROMA

Tutti per uno, uno per tutti contro lo sgombero che verrà

Una grande assemblea cittadina si è tenuta nell’occupazione di via Caravaggio, minacciata di sgombero, per ribadire la volontà dei movimenti romani di difendere le occupazioni e aprire un percorso per costruire un fronte largo di lotta che affermi che “le nostre vite contano” e che la proprietà privata non ha nulla di sacro

Convocata dal Movimento per il Diritto all’Abitare si è tenuta ieri l’assemblea cittadina #CaravaggioNonSiTocca nello spazio all’aperto davanti all’occupazione che è in cima alla lista degli sgomberi programmati da tempo e confermati dal Prefetto di Roma Matteo Piantedosi in una recente intervista rilasciata al Messaggero.

Era settembre dello scorso anno quando a via del Caravaggio si aspettava l’arrivo dei blindati, ma la determinazione degli abitanti e l’impossibilità di trovare soluzioni abitative per 120 famiglie con 70 bambini ha determinato la decisione di «rinviare a data da destinarsi». La lista però è ancora sul tavolo del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica e non è stata sconfessata dagli amministratori regionali e comunali che a quel tavolo siedono.

«Si avvicinano le elezioni comunali e non possiamo affidare al candidato sbagliato, ancora una volta, le nostre speranze di cambiamento», ha detto Paolo Di Vetta dei Blocchi Precari Metropolitani nell’aprire l’assemblea e ha ricordato come in questi mesi difficili i movimenti abbiano dimostrato di essere in grado di costruire reti di mutuo aiuto per resistere, nell’indifferenza delle istituzioni. «Dobbiamo mettere a frutto la nostra energia e tutti insieme decidere una reazione unitaria, una presa di parola collettiva. E dobbiamo farlo subito senza aspettare soluzioni da chi promette e non mantiene, come è avvenuto già altre volte».

 

All’appello hanno risposto in molti e uno dopo l’altro hanno raccontato la realtà di una città allo sbando, lasciata sola di fronte alla crisi sanitaria e a quella economica.

 

Il rappresentante del Coordinamento Regionale Sanità ha fatto un quadro di quanto sta avvenendo negli ospedali, dove nonostante l’attuale situazione fosse preannunciata, non si è fatto nulla per farsi trovare preparati. «Non ci sono ancora percorsi riservati per i contagiati, si fanno ore in fila per un tampone e chi non dispone di una macchina non può accedere al drive in. Il personale sanitario non è protetto come dovrebbe e già ci sono i primi casi di contagio. Dobbiamo tutti insieme batterci per una sanità pubblica, per la casa, per la scuola e per un reddito universale».

Sono intervenuti tutti gli spazi sociali che in questi mesi hanno distribuito aiuti a chi era disperato e che adesso si trovano di nuovo minacciati di sgombero, come il Cinema Palazzo al quale viene staccata la luce e l’acqua continuamente ed è stato privato del piccolo spazio esterno utilizzato dal quartiere per attività sociali.

«La proprietà privata è sacra ha dichiarato il Prefetto. Questa narrazione – ha ricordato Valerio di Acrobax – va ribaltata, perché ha mostrato tutti i suoi limiti. I prossimi mesi dobbiamo impegnarli per costruire un’altra narrazione attraverso un confronto fra di noi e ribadire che le occupazioni appartengono a tutti, sono pezzi comuni da difendere tutti insieme». Sul significato delle dichiarazioni del Prefetto, fatte in apertura di campagna elettorale, sono stati in molti a porre l’accento «Le difficoltà che pone l’emergenza sanitaria rendono difficile agire, ma – afferma Tiziano di Esc – la città che ha dato prova di saper mettere in atto e condividere pratiche di mutualismo, deve elaborare contenuti da far irrompere nella campagna elettorale, interrogarsi su quali forme di lotta mettere in atto, resistere agli sgomberi minacciati. Non possiamo lasciare a Confindustria l’ultima parola su come utilizzare i soldi del Recovery fund, senza pretendere che chi ha continuato ad arricchirsi sulla nostra pelle non paghi nulla». È stato più volte ribadito che mentre nulla di strutturale è stato fatto sulla perdita di posti di lavoro, sui trasporti, sulla sanità, si è continuato a invocare la responsabilità individuale per difendersi dal contagio. «Abbiamo dimostrato di essere responsabili con il lavoro fatto nei territori abbandonati dalle istituzioni – ha affermato un giovane attivista di Astra – ma adesso dobbiamo riprendere a lottare».

I numeri drammatici della situazione abitativa li ha forniti Angelo Fascetti di ASIA Usb. «La pandemia ha aggravato una situazione già insostenibile. Mentre il tema casa sembra sempre al centro dell’attenzione, non vengono mai fornite risposte concrete da parte delle amministrazioni. Continuano gli sfratti, a Roma si contano 13 sentenze al giorno. Non si arresta la vendita del patrimonio pubblico e degli Enti previdenziali. Gli sgomberi sono sempre lì minacciosi. Dobbiamo avviare iniziative di discussione per coinvolgere le tante nuove forze, che in questo periodo, si sono avvicinate ai movimenti».

Per la Rete dei Numeri Pari ha parlato Giuseppe De Marzo, ricordando i dati del rapporto della Caritas che vede l’occupazione registrare un calo di 841 mila occupati rispetto al 2019 e l’incidenza dei nuovi poveri passare dal 31 al 45%. Ha ribadito la necessità di formare un fronte unico, su obiettivi condivisi, che vanno dall’abitare, ai fondi per il sociale, dall’utilizzo dei beni confiscati alle mafie alla transizione ecologica, dalle pratiche di mutualismo al rafforzamento della sanità pubblica.

Molti altri interventi hanno confermato la volontà di costruire un largo fronte di opposizione alle politiche liberiste, che hanno portato sofferenza per le persone e devastazioni ambientali, senza lasciarsi sopraffare dalla paura che divide e mette l’uno contro l’altro.

Per continuare a discuterne è stato fissato un appuntamento per mercoledì 28 ottobre sempre a via del Caravaggio.

 

Foto di copertina dei Blocchi Precari Metropolitani