ROMA
Trullo, in campo il braccio armato della guerra tra poveri

“Roma ai romani”: questo è lo slogan usato stamattina da Casapound e Forza Nuova per impedire che una famiglia egiziana con cinque figli entrasse in una casa popolare nel quartiere del Trullo, dopo lo sfratto della coppia in emergenza abitativa che occupava l’appartamento . Lei minorenne, incinta al sesto mese di gravidanza, lui ventenne precario. Italiani, entrambi. Per questo, e solo per questo, i fascisti si sono barricati dentro casa con loro: “i negri di merda non devono entrare”.
A Roma, il problema occupazionale e abitativo ha raggiunto, soprattutto negli ultimi anni, proporzioni enormi. Sono decine di migliaia le persone che non possono permettersi una casa e che, se non occupassero degli appartamenti vuoti, non avrebbero un tetto sulla testa. Qui, per avere una casa popolare bisogna attendere per anni in una lista infinita: ma cosa si fa nel frattempo senza i soldi necessari per pagare un affitto? Perché a Roma prolifera da decenni l’attività dei palazzinari e degli speculatori, che hanno continuato a costruire palazzi e lasciarli vuoti, in modo da far lievitare i prezzi generali degli affitti. La capitale è piena di edifici nuovi e già abbandonati e di tanti altri che sono stati costruiti a metà e poi lasciati così, creando dei mostri ecologici ben visibili a tutti. In questo contesto, il grande assente è l’edilizia popolare. Un problema enorme per ampi pezzi di una città sempre più devastata dalla povertà e dalla disoccupazione, dove gli affitti proposti da speculatori e palazzinari raggiungono prezzi esorbitanti.
In questa situazione, che fanno i baldi ragazzotti di Casapound e Forza Nuova? Invece di prendersela con i poteri forti, invece di denunciare speculatori e palazzinari – come da anni fanno i movimenti e in particolare i movimenti per il diritto all’abitare – chiudono la porta in faccia a una famiglia con cinque bambini. Non se la sanno prendere con i forti, perché a loro non interessa. Loro, i fascisti sdoganati dalle istituzioni e tollerati dalla polizia, vogliono solo alimentare l’odio verso i più deboli. Casapound e Forza Nuova sono il braccio armato della guerra tra poveri. Il loro obiettivo, per raccogliere consensi e uscire dalla marginalità, è dividere le persone non tra ricchi e poveri, ma tra italiani e stranieri. Altrimenti come potrebbe aprire la bocca uno come Giuliano Castellino, indagato per bombe, ricatti, spaccio di droga e sempre presente nelle piazze dell’ultradestra romana, contro gli immigrati o a sostegno del criminale nazista Erich Priebke, uno a cui lo slogan “prima gli italiani” sarebbe suonato strano, visto che di italiani ne massacrò ben 335 alle Fosse Ardeatine.
Per gente di questo calibro, prendersela con gli “immigrati che ci rubano il lavoro, le donne, le case e prendono 35 euro al giorno” è l’ultima spiaggia. Del resto, colletti bianchi e potenti li hanno sempre serviti nel corso della storia. E continuano a farlo. Anche perché quelli aprono il portafoglio per finanziare raduni, attacchinaggi, avvocati.
In una situazione che diventa sempre più complessa ed esplosiva è fondamentale continuare a lottare affinché il diritto a una casa sia garantito a tutti quanti, sia alla famiglia italiana che occupa una casa popolare, sia alla famiglia egiziana con cinque bambini che vuole vivere serenamente e in sicurezza. Allo stesso modo, occorre rendere la vita difficile a chi, tollerato da polizia e istituzioni, continua a soffiare sul fuoco dell’odio. Le miserabili vittorie che questa gente inizia a portare a casa, rappresentano pericolosi precedenti a cui occorre mettere fine.
Ps: i giornali dei palazzinari e le paginette internet che passano il tempo a invocare legalità contro le occupazioni abitative dei movimenti, in questo caso non hanno aperto bocca. L’occupante va bene quando è italiano? Forse non è questo il punto. Piuttosto, l’occupante va bene quando non lotta per il diritto di tutti ad avere una casa, quando non se la prende con gli speculatori edilizi che hanno affogato Roma nei debiti, ma solo con un suo potenziale compagno di battaglia. A cui stavolta ha fatto avere la peggio.