MONDO

Tornado politico alle elezioni in Tunisia

I risultati danno Saied e Karoui in vantaggio. Nel paese nordafricano vincono il primo turno due candidati conservatori dalla retorica populista e anti-establishment. La sinistra frammentata rimane indietro. A ottobre sarà la volta del secondo turno, mentre la rivoluzione del 2011 rimane un ricordo lontano.

Con più della metà dei voti conteggiati nella mattina di lunedì 16 settembre – il giorno successivo alle elezioni presidenziali tunisine – i risultati preliminari confermano le previsioni iniziali, con i due candidati anti-establishment Kais Saied e Nabil Karoui che guidano la corsa, ma nessuno dei due vicino alla maggioranza.

Alle 3 orario locale, l’Autorità per le Elezioni (Isie) ha detto di aver scrutinato il 52 per cento dei voti, con Saeid al 18,7% e Karoui al 15,5%.

Questa affollata corsa al voto, con 26 persone a contendersi la presidenza, ha portato molte rilevanti figure politiche lottare per lasciare un segno nei sondaggi. Il candidato del partito Ennahda Abdelfattah Mourou è stimato al momento terzo, con il 13,1% dei voti. Youssef Chahed – che si è ritirato temporaneamente dalla carica di primo ministro per correre la campagna – è in quinta posizione con il 7,4%. Nel frattempo, il precedente presidente tunisino, Moncef Marzouki è undicesimo in lista, con il 3,4%.

Domenica è stato il giorno della seconda votazione presidenziale libera dall’insurrezione del 2011 che ha abbattuto il potere autocratico di Zine el-Abidine Ben Ali, sul quale nei giorni scorsi è circolata la notizia che sia gravemente malato.

Se si confermano i risultati iniziali [in serata sono stati confermati, Ndr] né Saied né Karoui avranno i voti sufficienti per dichiararsi vincitori e pertanto dovranno entrambi andare al ballottaggio. La data di un secondo turno tra i due migliori candidati non è stata ancora annunciata, ma dovrà essere il 23 di ottobre al più tardi e potrebbero cadere il giorno stesso delle legislative del 6 ottobre.

Saied, un esperto di affari costituzionali di 61 anni senza esperienza politica precedente, si è candidato come indipendente. «La mia vittoria porta con sé una grossa responsabilità: trasformare la frustrazione in speranza. Questo è un nuovo passo nella storia tunisina, è come una nuova rivoluzione», ha detto il professore di legge, noto per le sue posizioni conservatrici, alla Radio Mosaïque FM domenica scorsa.

Il magnate dei media Karoui, nel frattempo, ha corso la sua campagna dietro le sbarre per una accusa di riciclaggio di denaro. La prigionia di Karoui, cominciata appena 10 giorni prima dell’inizio della campagna, è stata la vicenda centrale delle elezioni, con alcuni studi che suggeriscono che il suo arresto potrebbe aver rafforzato la sua popolarità.

«Oggi i tunisini si sono espressi e hanno voluto cambiare il sistema di potere… dobbiamo rispettare la volontà del popolo… Nabil Karoui sarà al ballottaggio, e vinceremo», ha detto domenica ai giornalisti Hatem Mliki, il portavoce di Karoui.

Le elezioni sono state determinate dalla morte a luglio del presidente di 92 anni, Beji Caid Essebsi, la moglie del quale è pure deceduta domenica mattina. La sfiducia nell’élite politica si è approfondita a causa di un tasso di disoccupazione del 15% e di una crescita del costo della vita che è aumentata di un terzo dal 2016. La percentuale dei votanti è stata del 45% secondo l’Isie, scesa dal 64% registrato al primo turno delle elezioni presidenziali del 2014.

 

Pubblicato in inglese sul portale di informazione indipendente sul Medio Oriente Middle East Eye

Traduzione italiana a cura di DINAMOpress