ITALIA

Sul futuro delle case popolari a Pisa

Il 19 e 20 maggio si terrà nel quartiere di Sant’Ermete a Pisa una conferenza intitolata “Il futuro delle case popolari. Diritti, contrasti, progetti” per riflettere sui legami tra crisi dell’edilizia pubblica e violenza dei processi di turistificazione

A Pisa si terrà un evento che interseca diverse trame, tra cui l’ultima vittoria della Comunità di quartiere, che ha ottenuto l’approvazione del progetto di autorecupero e ripopolamento delle case popolari vuote e abbandonate, in cui riecheggia un decennio di mobilitazioni, sfide e crescite, scontri e processi ma sopratutto di costanza e dignità. 

Dieci anni fa nasceva a partire dall’occupazione di un piccolo spazio un comitato di quartiere per lottare contro i costi delle mancate manutenzioni e per vigilare su un progetto di riqualificazione dell’edilizia popolare e degli spazi comuni proposto dal Comune. Una decisione fondante che si è rinnovata negli anni: quando sono spariti i milioni di euro destinati al progetto, quando gli appartamenti sono stati progettati con una sola stanza, quando sono iniziati i fallimenti e i contenziosi con le ditte appaltatrici, quando sono emersi gli errori nelle progettazioni. 

Su questa decisione di cura e costruzione di autonomia e autoderminazione sui territori si sono scontrate due amministrazioni comunali, due regionali, e otto nazionali. 

Nel corso di questi anni la lotta del quartiere si è intrecciata sempre più strettamente con le lotte per la giustizia abitativa, la difesa di sgomberi e sfratti: ogni casa popolare vuota è una garanzia per unə padronə di casa che potrà affittare a prezzi da rapina. Questo in un mercato immobiliare cittadino che è diventato sempre più escludente razzista e sessista a causa della turistificazione della città, dei vergognosi affitti dati allə studenti, dei numerosi stabili lasciati vuoti da noti palazzinari, del taglio alle risorse pubbliche per l’edilizia popolare.

Nelle mostre che allestiscono il quartiere le foto narrano la trasformazione portata avanti dal comitato che nel 2018, in seguito a un referendum autoconvocato, in contemporanea alle elezioni amministrative cittadine, si è trasformato anche in Comunità.
Sono comparsi murales sui muri dei palazzi, pulizie degli spazi comuni, giardini e bidoni dell’immondizia. Sì, bidoni per la raccolta differenziata che l’amministrazione non voleva concedere e che la Comunità ha ottenuto, insieme a una denuncia per interruzione di pubblico servizio. Questo è solo un episodio di questo decennio, non basta un articolo per affrontarli tutti, ma vogliamo evidenziare come dei basilari servizi e diritti siano tutt’altro che garantiti e farsi carico di queste mancanze insieme comporti una lotta radicale che raggiunge i vertici delle controparti territoriali e non. 

In questi dieci anni è emerso chiaramente come il sistema capitalistico utilizzi i territori distruggendoli e come questo processo si fondi sulla violenza contro le donne, lə bambinə e l’ambiente. Quartieri, centri cittadini, piccoli paesi si riempiono di vuoti: case, spopolamento, emarginazione. Le relazioni comunitarie vengono distrutte per “lasciar spazio” ai flussi di persone, merci e pubblicità che generano un accumulo di ricchezza a vantaggio dei padroni del mercato immobiliare. Questo mentre i governi pensano e attuano nuove politiche di tagli e austerity. 

La storia di Sant’Ermete è piccola ma sicuramente significativa di come la costanza della lotta, la speranza materiale di costruire un proprio futuro sia una forza che apre orizzonti: ripopolare un quartiere, aprire spazi di autonomia per le donne e lə bambinə, pensare a un’educazione di comunità, continuare progetti di economia di scambio e riuso. 

L’accordo ottenuto a maggio è la ratifica di un nuovo inizio per la lotta della Comunità di Sant’Ermete che già da dieci anni mette in pratica la cura, il ripopolamento e l’autonomia. “La conferenza, come evidenziato dalla parola futuro nel titolo, è organizzata per riflettere sui legami tra crisi dell’edilizia pubblica e violenza dei processi di turistificazione. Legami da ricercare a partire dai segni di ribellione messi in atto da abitanti delle case popolari, nuclei sotto sfratto ma anche da coloro – come dimostrano le tende puntate da student in queste settimane in varie città d’Italia – che soffrono la mancanza di politiche pubbliche realmente di protezione sociale”. 

Di seguito il programma della conferenza e qui l’invito. 

Conferenza pubblica: “Il futuro delle case popolari. Diritti, contrasti, progetti”. Programma provvisorio

Venerdì 19 maggio 2023

ore 15.00 saluti e introduzione: presentazione della cooperativa di comunità di sant’ermete e del progetto di autorecupero. Genesi, obiettivi, compiti.

ore 16.30 tavola rotonda: il ruolo dei saperi per l’edilizia residenziale pubblica. Argomenti:

  • Per una storia delle case popolari, tra memoria delle lotte e welfare state
  • Le funzioni degli studi urbani per la trasformazione sociale
  • Il diritto negato. Le battaglie legali per la casa

    ore 20 Cena sociale ( prenota al 3792333554)

Sabato 20 maggio 2023

ore 9.30 colazione collettiva

ore 10.30 tavola rotonda: “Città insostenibili”. Argomenti:
– Affitti brevi e turistificazione
– welfare da incubo, sfratti ed emergenza abitativa
– il disastro delle privatizzazioni del patrimonio pubblico.

ore 13 Pranzo

ore 15.30 Tavola Rotonda: Comunità di quartiere e sindacati del territorio. Argomenti:

  • La lotta nelle case popolari;
  • Il consumo di suolo e la devastazione urbana;
  • Le occupazioni abitative, tra autorecupero e criminalizzazione.

ore 18.30 Conclusioni e ringraziamenti.

Per maggiori informazioni e per partecipare contatta comunitadiquartieresantermete@gmail.it

Articolo pubblicato originariamete su Riscatto

Tutte le foto di Comunità di quartiere di Sant’Ermete