ROMA

San Lorenzo non si rassegna agli speculatori

L’area di via dei Lucani non viene abbandonata da chi la abita e attraversa, gli imprenditori continuano a investire e cementificare, ma il quartiere è determinato a difendersi e rivendicare quegli spazi in cui potersi incontrare e praticare le proprie attività

Le cittadine e i cittadini di San Lorenzo si sono interessati al destino di quell’area una prima volta 15 anni fa, partecipando al percorso per la definizione del Progetto Urbano San Lorenzo.

L’incontro conclusivo con la presenza di rappresentanti del Municipio, del Comune, di Risorse per Roma, del Provveditorato alle Opere Pubbliche per il Lazio, dell’Università La Sapienza aveva fatto pensare che la realizzazione di quanto progettato sarebbe avvenuta in tempi ragionevoli.

Invece nulla! Un silenzio tombale da parte della nuova consiliatura del sindaco Marino. Il suo assessore Caudo ha ricominciato l’iter che si è di nuovo arenato nel 2015.

Nuova amministrazione e si riparte, spinti dalla tragedia di Desirée Mariottini che porta alla ribalta il quartiere e soprattutto quell’area abbandonata dai proprietari per anni.

La giunta Raggi apre una manifestazione di interesse rivolta ai proprietari e al quartiere per raccogliere proposte. E le proposte arrivano! Si immagina di realizzare un parco, una piscina e degli spazi per associazioni e laboratori artigiani. Sembrava che stavolta l’Amministrazione intendesse davvero passare dai progetti alle realizzazioni, ma di nuovo si vota e cambia la Giunta.

Nonostante le promesse e gli impegni presi tutto torna nel silenzio. Anzi non proprio tutto, perché il rumore delle scavatrici e delle betoniere continua a farsi sentire.

I proprietari di quei lotti non sembrano disposti ad aspettare le decisioni dell’Amministrazione e approfittando della Legge Regionale “Norme per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio” del 2017 realizzano manufatti da rendere disponibili subito sul mercato. Case e casette, palazzine più o meno grandi stanno riempiendo l’area, sostituendo i capannoni esistenti e saturando l’intera area, senza un piano complessivo.

Intanto l’unico presidio contro questo stato di abbandono e speculazione, lo spazio sociale Communia, rischia di essere spazzato via.

Il 20 dicembre 2021 si è tenuta presso il tribunale fallimentare di Roma l’asta per l’aggiudicazione di tre lotti siti in via dei Lucani, tra cui quello in cui sorge lo spazio sociale. Il nuovo proprietario è Lady Moon, società veicolo e specializzata in cartolarizzazioni del fondo speculativo americano Cerberus che deteneva fino a pochi mesi fa i crediti deteriorati della SACO, immobiliare marchigiana fallita e vecchia proprietaria dei lotti.

In breve, un gioco di scatole cinesi: una società del gruppo Cerberus ha comprato dalla “casa madre” i lotti all’asta a un prezzo di convenienza per poter entrare in seguito nel consorzio immobiliare costituito di recente dagli altri proprietari dei lotti che ha come obiettivo quello di realizzare una imponente speculazione edilizia sulla totalità dell’area Scalo-Lucani.

Il quartiere nonostante tutto continua a immaginare un futuro diverso per l’area di via dei Lucani e per il quartiere. Per questo, promossa dalla rete delle associazioni e spazi sociali che aderiscono alla Libera Repubblica di San Lorenzo, venerdì 8 aprile alle ore 18 in Piazza dell’Immacolata si terrà un’assemblea pubblica, alla quale sono stati invitati a partecipare anche i rappresentanti delle istituzioni per discutere il destino del quartiere e della città intera.

Lo spazio della piazza diventerà il luogo per illustrare attraverso parole e immagini quello che il quartiere ha immaginato e progettato per quell’area e al quale questa volta non intende rinunciare a nessun costo.

Si legge nell’appello di convocazione: «Da sempre sosteniamo che a San Lorenzo mancano spazi verdi attrezzati, locali per lo sport, servizi di prossimità, luoghi in cui le associazioni e gli artigiani possano esercitare le proprie attività. L’ennesima colata di cemento sarebbe una sciagura. Vi aspettiamo in tante e tanti per parlarne insieme!»

Immagine di copertina di Archivio