ROMA

Roma, i consultori tornano in piazza

Non Una Di Meno insieme al Coordinamento delle Assemblee delle Donne dei Consultori scendono nelle piazze contro lo svuotamento dei consultori per la salute collettiva. È solo il seguito di una battaglia già iniziata da tempo

“Consultori in piazza”, è l’evento organizzato da Non Una Di Meno insieme al Coordinamento delle Assemblee delle Donne dei Consultori, previsto a Roma, sabato 14 novembre 2020, alle ore 11:00. Diversi sono i luoghi e le piazze che accoglieranno l’evento, i Giardini Caterina Cicetti per il Trullo, il consultorio a via dei Levii (in zona Quadraro/Tuscolano), Piazza Santa Maria delle Fornaci per il consultorio di via Silveri e infine il consultorio di via Spencer. Lo scopo è quello di «diffondere l’importanza dei presidi territoriali indispensabili, contro lo svuotamento dei consultori, per fare pulizia di promesse e chiacchiere, per la salute e la sicurezza collettiva, per ottenere molti altri consultori in ogni quartiere di Roma, provincia e Lazio», si legge dall’evento creato sulla pagina Facebook di Non Una Di Meno Roma.

 

Il consultorio è un servizio socio-sanitario territoriale erogato dalla Asl, istituito in Italia a seguito della Legge 405 del 29 luglio 1975, allo scopo di intervenire in sostegno e a tutela della salute della famiglia o del singolo individuo. Il consultorio offre un servizio di assistenza alla famiglia e alla maternità.

 

Ma è soprattutto un presidio per le donne e le libere soggettività. Per accedere ai servizi di un consultorio non è richiesta la prescrizione medica, chi vuole può recarsi direttamente al servizio nei giorni e negli orari di apertura al pubblico oppure telefonare per fissare appuntamento con una delle figure professionali presenti nel consultorio. Per quanto riguarda i costi, le prestazioni erogate al suo interno sono esenti dal pagamento del ticket, quindi gratuite.

 

 

Ogni consultorio fornisce assistenza psicologica e sociale per la preparazione e il sostegno alla genitorialità; sostegno psicologico all’individuo, alla coppia o al nucleo familiare; servizi di tutela e sostegno della salute della donna; prevenzione dei fenomeni di maltrattamento e abuso a danno dei minori e delle donne; visite mediche ginecologiche e pediatriche; corsi di preparazione alla nascita; consulenza professionale e informazioni a proposito di procreazione responsabile, contraccezione e fertilità; consulenze sull’interruzione volontaria di gravidanza; spazio di ascolto psicologico rivolto specificatamente a giovani adulti e adolescenti. Inoltre si occupa di informazione e assistenza riguardo ai problemi della sterilità e della infertilità, nonché alle tecniche di procreazione medicalmente assistita e dell’informazione sulle procedure per l’adozione e l’affidamento familiare. Spesso può collaborare con enti pubblici o organizzazioni private ma anche con associazioni di volontariato o organizzazioni no profit.

La legge del 1975 prevede 1 consultorio ogni 20 mila abitanti. La Regione Lazio, insieme al Coordinamento delle Assemblee delle Donne dei Consultori del Lazio, si è impegnata pubblicamente con le donne, i lavoratori e le lavoratrici, per sciogliere i nodi denunciati come determinanti: in primo luogo l’impoverimento dei Consultori, meno accessibili e ormai poco funzionali.

 

Si tratta di problemi strutturali dovuti alla mancanza di personale a causa del blocco del turnover e di concorsi lenti per le nuove assunzioni, ma dovuti anche alla logica aziendale che la sanità pubblica subisce e al lavoro persistente di limitazione della libertà di scelta delle donne e delle soggettività altre.

 

Per questo Non Una di Meno è già scesa in piazza in diverse occasioni, nei mesi passati. Le nuove linee guida emanate dal Ministero della Salute, allargano fino alla nona settimana la possibilità di utilizzare la pillola RU486 e riconoscono nei consultori una sede per la sua assunzione, ma le Regioni hanno un ruolo fondamentale nella loro applicazione. L’11 settembre, Non Una Di Meno ha quindi chiesto il rispetto della legge che non consente la presenza degli obiettori nei consultori e una ricognizione alle Asl della presenza degli obiettori nelle strutture pubbliche sia consultoriali che ospedaliere per chiederne il trasferimento.

 

 

Eppure i dati recuperati dai consultori sui numeri dell’obiezione, tramite l’accesso civico generalizzato a tutti i reparti di ginecologia e ostetricia dei presidi ospedalieri e aziende sanitarie della Regione Lazio, parlano chiaro. Su un totale di 189 ginecologi, solo il 31,2% non è obiettore, il restante 68,8% lo è. Tra gli anestetisti, su un numero totale di 227, il 54,2% è obiettore. Infine, tra le professioni sanitarie non mediche, si registra un 50% di obiettori e un 50% di non obiettori. Parlando di una percentuale che racchiuda le tre categorie, si ottiene un totale del 54,8% di obiezione contro il 45,2% di non obiezione. Sull’intero territorio Lazio, i dati differiscono in base alle diverse Asl e in base al numero di medici operanti in quelle strutture. Tuttavia nessuno vanta l’assenza di obiettori.

 

Non Una Di Meno, in aggiunta, ha richiesto la riapertura dei consultori chiusi a Roma e nella Regione Lazio. Per di più, in alcune città come Latina, le strutture consultoriali del territorio sono state spostate negli ospedali, con un azzeramento di quelle strutture intermedie di accoglienza sanitaria e sociale, la cui assenza è stata rilevante nel periodo del lockdown.

 

Ha chiesto poi, le assunzioni necessarie a garantire équipes al completo e dei programmi di educazione alla contraccezione, alla sessualità, all’affettività e alle differenze di genere nelle scuole e all’interno dei consultori. In seguito ha richiesto dei programmi partecipati e condivisi dalle donne e dalle libere soggettività, senza limiti di età per l’autodeterminazione sul proprio corpo, sul proprio genere e orientamento sessuale.

Il 30 ottobre Non Una Di Meno Roma ha inaugurato la riapertura del consultorio in Via Spencer, nella speranza che questo sia solo il primo di una lunga serie. Le donne presenti hanno affermato, con orgoglio: «Noi siamo qui, lo riapriamo e lo inauguriamo per fare pulizia di promesse e chiacchere». Gabriella di Non Una Di Meno dice: «I consultori sono un punto di prevenzione e di salute». I consultori sono un luogo anche di socializzazione per le donne, oltre a avere un ruolo fondamentale per la salute delle stesse. La riapertura di sabato è solo il seguito di una battaglia già iniziata.

 

Immagine di copertina da archivio

Infografiche a cura di Alessandra Zampetti ed Eleonora Cugini