MONDO

Proteste indigene, arresti e scioperi in Ecuador

Contro privatizzazioni e politiche neoliberiste del governo e del FMI, e contro l’aumento della benzina, proteste e scioperi nel paese andino. Detenuto e poi rilasciato il leader indigeno Leonidas Iza

Il presidente della Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador – CONAIE, Leonidas Iza, è stato arrestato illegalmente all’alba di ieri, martedì 14 giugno, durante la seconda giornata di protesta organizzata dal movimento indigeno in tutto il paese, per rivendicare cambiamenti rispetto alle politiche neoliberali del presidente Guillermo Lasso. Come risposta è stata convocata una mobilitazione indigena e popolare nella giornata di ieri.

La CONAIE ha infatti denunciato ieri che il Gruppo di élite della Polizia e le forze armate avevano arrestato illegalmente Leonidas Iza, chiamando la propria organizzazione a radicalizzare la lotta per la liberazione del proprio leader [stamattina è stato liberato, come annunciato dalla Conaie].

Il presidente Guillermo Lasso ha subito ordinato la militarizzazione della Unidad de Flagrancia dove pare sia stato detenuto il leader indigeno. Diverse organizzazioni per i Diritti Umani hanno denunciato come tali azioni costituiscano una vera e propri criminalizzazione e persecuzione politica negando il diritto alla protesta sociale e alla mobilitazione, denunciando la responsabilità del governo azionale rispetto all’integrità fisica di Leonidas Iza.

Durante la prima giornata di mobilitazione e proteste indigene nel paese, i punti di maggiore forza sono state le province di Pichincha e Imbabura – al nord, Cotopaxi – al centro – e la provincia amazzonica di Pastaza – a est. I leaders hanno segnalato che i popoli indigeni stanno portando avanti il diritto di resistenza così come garantito dalla Costituzione, e che le rivendicazioni rispondono ai bisogni del paese, motivi per cui la mobilitazione andrà avanti in modo indefinito.

Tra le richieste a Lasso lo stop alle intromissioni del FMI e di altre entità multilaterali di credito, lo stop alle privatizzazioni di aree strategiche e imprese statali, la diminuzione o il congelamento edel prezzo del combustibile.

Occorre ricordare che benzina e diesel sono arrivati a costare 2,0 dollari e 1,50 al gallone [1 gallone corrisponde a 3,7 litri]. Nel mese di maggio l’inflazione annuale in Ecuador è arrivata al 3,38 per cento e l’indice mensile allo 0,56 per cento, mentre un anno fa nello stesso mese era di -1,13 e 0,08 per cento.

La Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Amazzonia Ecuatoriana ha denunciato che nel 2022 il Governo Nazionale ha operato tagli al fondo per l’educazione superiore di oltre 100 milioni di dollari. Gli indigeni chiedono anche una moratoria dei debiti contratti o che non sono stati pagati a causa della pandemia di covid-19.

Durante la conferenza stampa governativa, il ministro Francisco Jiménez ha detto che l’Esecutivo rimane aperto al dialogo senza imposizioni  e non permetterà atti vandalici, indicando come a molte delle rivendicazioni sociali della CONAIE daranno delle riposte, inclusa la questione relativa al prezzo della benzina.

Infine ha segnalato come l’inflazione nel paese andino non sia una conseguenza dell’aumento del prezzo della benzina, come affermano i leader indigeni, ma un effetto della pandemia e del conflitto tra Russia e Ucraina.

Articolo pubblicato su Colombia Informa