I professionisti della spettacolo: «ci vuole una riforma del sistema culturale italiano»

Dopo la manifestazione nazionale di sabato scorso, continua la mobilitazione dei precari dello spettacolo con azioni e un confronto istituzionale al Senato in cui hanno presentato le loro rivendicazioni. A sostenere le loro lotte, la creazione di una rete intersindacale tra Adl Cobas, Clap e SI Cobas

«Finalmente, siamo stati riconosciuti come movimento a livello nazionale e auditi dalla Settima Commissione Permanente del Senato. Siamo qui per ribadire che vogliamo una radicale riforma del sistema culturale italiano». Con queste parole pronunciate da Luana, è iniziata questa mattina la conferenza stampa convocata dai “Professionist* spettacolo e cultura. Emergenza continua”, il coordinamento nazionale che raccoglie le sigle e i collettivi che in questi mesi hanno animato le mobilitazioni dei precari dello spettacolo in tutta Italia.

L’incontro di ieri (2 luglio) al Senato è stato infatti l’esito di un articolato percorso di lotta passato prima per le 15 piazze italiane del 30 maggio e successivamente dalla manifestazione nazionale a Roma di sabato scorso, quando gli intermittenti dello spettacolo, della cultura e dell’arte, in un presidio molto partecipato a Piazza Santissimi Apostoli, avevano spinto per ottenere un incontro con il Governo nel quale consegnare l’insieme delle loro rivendicazioni.

 

Come si legge nel loro comunicato «questo è stato un segnale necessario, ma non sufficiente, che dimostra come una lotta corale, che parte dai territori e si articola in un soggetto nazionale, è in grado di conquistare il giusto riconoscimento formale da parte delle istituzioni».

 

 

La richiesta ora è che si giunga ad un tavolo che metta insieme il Ministero del Lavoro, Ministero dei Beni Culturali, Consiglio dei Ministri e Bilancio e che avvii un confronto istituzionale con i lavoratori e le lavoratrici del settore. Un settore, com’è noto, segnato profondamente dalla assenza di un adeguato sistema di tutele per chi vi opera e da una strutturale intermittenza del reddito.

«Il nostro percorso parla di reddito, di problematiche contrattuali, di diritti assenti, di vulnerabilità sistemica di chi lavora, dal magazzino al palcoscenico», continua il comunicato, «chiediamo una radicale riforma del sistema contrattuale, che muova sugli assi di tutele e diritti dei lavoratori e lavoratrici del comparto cultura. Chiediamo un reddito di continuità».

 

A seguire e sostenere questo percorso di organizzazione e negoziazione si è inoltre recentemente formata una rete intersindacale tra tre sindacati indipendenti, Adl Cobas, le Camere del Lavoro Autonomo e Precario (Clap) e SI Cobas: uno strumento di sostegno a un movimento auto-organizzato che metterà a disposizione l’apertura di sportelli di assistenza legale e sindacale in tutta Italia.

 

Intanto la mobilitazione dei precari continua. Ieri gli Autorganizzati dello Spettacolo di Roma sono entrati in azione salendo sui palchi del Teatro Argentina e dell’Auditorium per far sentire le loro voce e per condividere con la platea la condizione che stanno vivendo in questi giorni «finché non avremo comunicazione di questo tavolo interministeriale, continuerà l’agitazione permanente e cercheremo di bloccare tutti i grandi eventi fino a quando il Ministro del Lavoro, il Mibac e la Presidenza dei Ministri non ci ascolteranno».