ITALIA

«Prenderesti mai del veleno?»: “provita” contro la pillola RU-486

Sono comparsi prima a Roma e poi in molte città italiane dei manifesti dell’associazione Provita&Famiglia che attaccano le nuove linee guida sull’utilizzo della pillola abortiva RU-486. Un linguaggio violento e aggressivo già utilizzato in passato da un’associazione vicina all’estrema destra romana

«Prenderesti mai del veleno?» il nuovo slogan al centro della campagna contro la RU-486 dell’associazione pro-vita & famiglia. «Stop alla pillola abortiva Ru486, mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio nel grembo». Sono comparsi prima a Roma e poi in molte città italiane dei manifesti raffiguranti una donna vestita di bianco a terra senza sensi con una mela rossa in mano. Una biancaneve inerme a cui qualcuno ha fatto prendere qualcosa di cui lei non era consapevole.

L’associazione Provita&famiglia, molto vicina agli ambienti dell’estrema destra romana, e in particolare a Forza Nuova, si è contraddistinta negli anni per una comunicazione violenta e aggressiva contro le donne, le coppie omosessuali, e tutta la comunità LGBTQIA+. L’anno scorso sempre a Roma era comparso un enorme cartellone di 7×11 metri su via tiburtina raffigurante un feto gigante che si rivolgeva a Greta Tunberg in maniera offensiva e denigratoria a tutte le donne: «Cara Greta, se vuoi salvare il mondo salviamo i cuccioli d’uomo».

 

 

Questa nuova campagna attacca le nuove linee guida del’Aifa, l’agenzia del farmaco, che dopo più di dieci anni, permette l’utilizzo della pillola RU 486 senza ricovero ospedaliero. Una richiesta che segue anni e anni di campagne dei movimenti femministi, e che è stata subito rimessa in discussione da diverse regioni, tra cui il Piemonte che ha emesso una circolare per limitare la somministrazione della pillola alle sole strutture ospedaliere. Non Una di Meno richiede, invece, che la pillola RU-486 venga somministrata nei consultori, per farli tornare ad essere presidi territoriali per la salute e il benessere delle donne e di tutte le libere soggettività, finanziandoli e assumendo personale.

 

La campagna dei provita lancia anche una raccolta firme per il ritiro dell’uso del RU-486, perché, secondo l’associazione, è pericolosa per la vita della donna. L’obiezione di coscienza raggiunge nel nostro paese quasi il 70%, ma in alcune regioni oltrepassa il 90%, rendendo la legge 194 inattuata nei fatti. Sempre più donne per questo motivo accumulano ritardo e sono costrette a ricorrere all’interruzione di gravidanza con procedura d’urgenza, e questo sì può diventare pericolo per la salute delle donne, così come essere circondate da atteggiamenti moralisti e colpevolizzanti nei confronti della loro scelta.

Non Una di Meno da tutte le sue pagine social chiede che i cartelli vengano rimossi al più presto perché falsi e denigratori nei confronti delle donne. Perché pericolosa e dolorosa è questa idea che le donne siano delle biancaneve inermi dal vestito bianco, incapaci di scegliere sulla propria vita, e sul proprio corpo in maniera cosciente e consapevole.