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Occupy City Hall: le immagini delle proteste a New York

Tra le tantissime manifestazioni e proteste che continuano a espandersi nella città di New York per la riforma della polizia e per i diritti del Black Lives Matter, martedì 26 giugno è stato occupato il City Hall di Manhattan.

I manifestanti hanno deciso di occupare l’area del municipio proprio perché emblema e fulcro della democrazia; il presidente del consiglio comunale Corey Johnson ha proposto di tagliare il bilancio della polizia di oltre un miliardo di dollari. Il sindaco Bill de Blasio si è anche impegnato a ridurre il budget, ma non si è arrivati ancora a un numero specifico, si aspetta infatti il 30 giugno.

 

«Se si riuscisse a ottenere una ridistribuzione del denaro si potrebbe così reinvestire sulle comunità attraverso interventi dei servizi sociali, l’edilizia abitativa, l’assistenza sanitaria e l’istruzione» spiegano gli attivisti durante le assemblee giornaliere.

 

 

 

Si avverte un fortissimo senso di community e grazie alle tante donazioni, gli organizzatori hanno allestito dei tavoli con cibo e acqua e materiale informativo, una stazione di ricarica e un’area con sacchi a pelo e coperte.

 

I social media giocano un ruolo fondamentale facendo da ponte comunicativo con tutta la città per informare sullo svolgimento delle giornate. La maggior parte delle persone coinvolte sono attivisti che lavorano nel mondo delle no profit e alcuni sono stati coinvolti in precedenza in Occupy Wall Street, l’occupazione nel financial district cominciata nel 2011.

 

Si intravedono delle similarità ma anche delle differenze sostanziali con questa nel modo in cui l’occupazione è stata gestita dall’inizio. Si fanno cartelli, c’è gente che suona, si tengono assemblee nei vari punti della piazza, cortei da altri quartieri attraversano il City Hall. La sera si proiettano sugli alberi e sul municipio slogan e immagini di Breonna Taylor e George Floyd.

Dall’universale al particolare: questa nuova azione di rivolta che permea nel tessuto sociale del cittadino è cominciata a partire da un problema più ampio, quello del razzismo, per poi essere portata avanti per mettere in discussione una serie di problematiche locali nella città di New York.È solo la punta in un iceberg di cui stiamo tutti aspettando di vedere la fine o forse un nuovo inizio.