ROMA

Occupazione al Pilo Albertelli, bocciata la didattica a distanza

Termina l’occupazione al liceo romano Pilo Albertelli. Il preside dell’istituto ha provato a mettere in campo la didattica a distanza durante i giorni della protesta, ma gli e le studenti hanno risposto scioperando e proseguendo la contestazione

Determinati, soddisfatti e pronti a difendere le proprie richieste con diversi mezzi. Gli e le studenti di tanti istituti romani sono in mobilitazione da oramai un paio di settimane e le occupazioni sembrano moltiplicarsi: dopo l’azione al liceo Kant di Torpignattara, anche il Pilo Albertelli ha deciso di fare lo stesso e venerdì scorso si è apprestato a sospendere le lezioni. «Abbiamo occupato la nostra scuola per continuare la protesta studentesca contro la devastante situazione scolastica in cui ci troviamo», hanno scritto gli alunni e le alunne nel comunicato pubblicato sulla pagina Instagram del collettivo studentesco.

 

«Vogliamo sicurezza e diritti per gli studenti e non una scuola opprimente che pensa solo a valutarci e non a crescerci».

 

Ma, già a partire dal giorno successivo all’occupazione, sembra che il preside dell’istituto abbia provato a contrastare l’azione simbolica degli e delle studenti. Prima in via ufficiosa e poi attraverso un comunicato, il dirigente del Pilo Albertelli ha infatti predisposto la didattica a distanza in sostituzione della didattica in presenza durante il periodo dell’occupazione. «Una misura che dovrebbe servire a contenere i contagi da Covid-19, non a boicottare le proteste», ci racconta Pau, che frequenta il liceo del centro cittadino ed era presente all’occupazione. «Abbiamo cercato di rispondere il più in fretta possibile, altrimenti si sarebbe creato un precedente pericoloso anche per le mobilitazioni a venire».

Per l’inizio della settimana successiva, con l’occupazione ancora in corso, il collettivo studentesco ha dunque indetto uno sciopero della “Dad”, per fare in modo che la contestazione potesse proseguire per come era stata progettata e concordata. Anche il corpo docenti ha deciso di appoggiare gli e le studenti, bocciando l’idea delle lezioni a distanza. «Alcuni professori hanno magari criticato la nostra scelta di occupare, ma sulla Dad l’accordo era pressoché totale», spiega sempre Pau. «Siamo quindi riusciti a boicottarla per tutta la durata della mobilitazione, che è terminata due giorni fa».

 

Le vicende che riguardano il Pilo Albertelli di Roma si inseriscono in un più ampio quadro di contestazioni sulla gestione dell’emergenza Covid-19 nel contesto scolastico.

 

Già a partire dal rientro di settembre, infatti, lungo tutta la penisola si sono avvicendati scioperi, manifestazioni e gesti simbolici di protesta per mettere in discussione la scarsa cura con cui le istituzioni hanno trattato il problema della sicurezza. Mentre didattica a distanza e presenze contingentate sono state individuate come uniche soluzioni, poco o nulla è stato fatto per migliorare la condizione dei trasporti o per immaginare metodi di lezione maggiormente inclusivi.

«L’occupazione del nostro liceo si inserisce in un percorso che coinvolge altre realtà», commenta Pau, che ha ripreso i corsi ieri assieme ai compagni e alle compagne. «Si è trattato di un’esperienza molto bella e intensa dal punto di vista simbolico, ma va sottolineata una cosa: nonostante in precedenza ci siano stati altri episodi di protesta, non c’è mai stata prima d’ora attenzione istituzionale. Solo adesso iniziano ad ascoltarci. Per quanto vengano criticate, allora, le occupazioni servono! Siamo pronti a proseguire il percorso e appoggeremo altre azioni di questo tipo».

 

Foto dalla pagina Instagram del Collettivo Pilo Albertelli