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«Dubito che il risultato elettorale sarà ribaltato»: elezioni in Nigeria, intervista a Davide Casciano

A fine febbraio si sono tenute le elezioni presidenziali in Nigeria e questo fine settimana ci sono state quelle dei governatori, ritardate dalle proteste dei candidati alla presidenza perdenti. L’intervista a Davide Casciano ci racconta gli sviluppi e le previsioni

Dopo l’elezione presidenziale e delle due camere del parlamento nigeriano, avvenute l’ultimo fine settimana di febbraio, lo scorso weekend 28 stati su 36 della Nigeria sono andati nuovamente alle urne per l’elezione dei governi e dei governatori dei singoli stati. Le elezioni statali si sarebbero dovute tenere l’undici di marzo ma a causa della contestazione, da parte dei due candidati presidenziali perdenti Atiku Abubakar e Peter Obi, la tornata elettorale per i governatori statali è stata posposta al 18 di marzo. Il rinvio delle votazioni è stato annunciato dall’Indipedendent national electoral commission (Inec) anche per dare il tempo di risolvere i problemi che ci sono stati durante le elezioni presidenziali con il funzionamento della registrazione elettronica dei voti. Durante la tornata di elezioni statali ci sono stati diversi disagi in alcuni seggi, sopratutto nello stato di Lagos, ma anche nello stato di Imo e nello stato di Rivers, dove ha perso la vita un agente di polizia.  Il presidente dell’agenzia per l’informazione e l’istruzione degli elettori, Festus Okoye, ha affermato che un certo numero di membri del personale dell’Inec sono stati rapiti, molestati o intimiditi.

Con Davide Casciano, docente a contratto in Antropologia sociale all’Università di Bologna e Research Fellow di Antropologia sociale all’University College of London (Ucl), abbiamo parlato delle divisioni etniche e regionali che contraddistinguono il territorio nigeriano. Casciano ha svolto diverse ricerche in Nigeria nell’ambito dell’antropologia politica e religiosa.

Le divisioni etniche e religiose, che dal periodo coloniale a oggi si sono rafforzate, quanto influiscono sulla vita politica del paese? Considerando che esiste una legge non scritta che non dà la possibilità di più di due mandati a un candidato cristiano del sud e viceversa a un candidato musulmano del nord

La pratica coloniale inglese voleva, ovunque la corona britannica arrivava, la regola dell’indirect rule. Partendo da questa pratica il dominio inglese ha sempre avuto bisogno di creare divisioni per governare meglio sui territori coloniali, creando anche delle strutture di potere là dove non esistevano. Nella Nigeria coloniale la divisione tra nord e sud era fondata sulla presenza di una struttura di potere già formata e ben gerarchizzata nel nord del paese, il califfato di Sokoto, con la quale i colonizzatori inglesi furono subito in grado di dialogare. Molte divisioni etniche sono invenzioni coloniali, ma con il passare degli anni queste divisioni si naturalizzarono nella vita della nazione, diventando addirittura parte della costituzione. Ovviamente a un certo punto la politica in Nigeria è diventata etno-politica, le élite politiche hanno continuato a sfruttare le differenze etniche, per quanto possano essere inventate. Il punto è che in Nigeria queste differenze costituiscono una risorsa per ottenere un certo bacino di voti. Però la divisione dei mandati tra nord musulmano e sud cristiano, va rivisto più in chiave politica invece che in chiave etnico-religiosa: l’alternanza negli ultimi anni è quasi sempre stata tra i due partiti più influenti, Pdp e Apc.

Appena finite le votazioni per le elezioni presidenziali sono iniziate le contestazioni del voto  da parte dei due candidati perdenti:  Peter Obi del Labour Party (Lp) e Atiku Abubakar del People Democratic Party (Pdp). Cosa pensi di queste elezioni e del loro svolgimento ?

Penso che non ci siano stati tutti questi brogli elettorali. La reazione della popolazione, in realtà non così forte da quello che mi hanno riferito, non è così diversa dal modo in cui ragioniamo noi italiani: condividiamo con i nigeriani un grande pessimismo sul funzionamento dei nostri rispettivi paesi. Ci sono state certamente alcune violenze, ma la registrazione elettronica del voto ha funzionato abbastanza bene, con qualche falla, ma nel complesso ha reso più trasparenti le votazioni. Molti osservatori indipendenti, anche nigeriani, sono riusciti a fare il conteggio dei seggi osservati e non hanno riscontrato incongruenze con i risultati pubblicati sul sito dell’Indipendent national electoral commision (Inec). Forse ciò che può aver creato più problemi sono state le carte d’identità, perché fino a poco tempo fa non esisteva in Nigeria un sistema di carte d’identità nazionale né tanto meno digitalizzato. Il rilascio di questo documento, indispensabile per la registrazione di voto, a volte non è stato un processo chiarissimo. Tenendo conto che una parte della popolazione non ha votato e che, magari, per diverse ragioni, un 10% dei voti sono andati al partito a cui non dovevano andare, nel complesso però credo che la situazione poteva andare molto peggio di come è andata.

Queste elezioni presidenziali sono state un unicum nella storia democratica della Nigeria: per la prima volta a fronteggiarsi non c’erano solo i due candidate dell’Apc e del Pdp, ma c’era un outsider, Peter Obi del Lp. Ti aspettavi che sarebbe arrivato terzo e che contestasse subito il risultato del voto?

Sinceramente non ho mai pensato che questo nuovo candidato potesse vincere così, perché è difficile togliere venti anni di abitudini elettorali in una sola tornata; magari alla prossima. Obi si è candidato con il Lp perché il suo partito di origine, il Pdp non lo ha favorito. Il suo nome è stato l’unico nome nigeriano emerso nei Pandora Papers, ma questo non ha fatto pensare al fatto che potesse essere corrotto o che non fosse il giusto rappresentate per il Lp. In Nigeria il modo in cui viene concepito il concetto di corruzione non è normativo, quanto più di pancia: si ragiona su chi fa male e chi fa bene, dopodiché se il candidato è uscito sui Pandora Papers, ma la gente decide che potrebbe fare del bene, non è “corrotto”; corrotto è quello che rovina la nazione e non fa star bene la gente.

Riguardo la contestazione del voto, sarebbe brutto che l’alternativa a Pdp e Apc esordisse con una protesta violenta per contestare il risultato elettorale . Una delle cose che è cambiata dalla fine dei regimi militari nel 1999 è che a elezioni finite, soprattutto negli ultimi anni, gli sconfitti hanno sempre accettato in maniera più o meno pacifica la vittoria dell’avversario. Ma lo stesso Obi tramite Twitter ha ribadito che non ha mai chiesto o incitato manifestazioni violente di piazza e che avrebbe contestato il voto nelle sedi legali apposite.

I due candidati sconfitti hanno fatto appello alla corte di Abuja per ribaltare il risultato elettorale. Pensi che il ricorso ribalterà il voto? E, se questo non dovesse succedere, secondo te ci saranno rivolte di piazza?

Nutro forti dubbi che il risultato elettorale sarà ribaltato. Non è la prima volta che si fa ricorso in appello nella storia della Nigeria, ma sarebbe la prima volta che il risultato viene cambiato. Non penso nemmeno che, se non accolto il ricorso, possa scoppiare una rivolta generalizzata, ma che servirebbe un altro evento grave per spingere le persone a protestare violentemente. Ci sono stati dove la forte presenza di giovani rende la situazione leggermente più pericolosa, come nello stato di Lagos dove Obi ha preso la maggioranza alle elezioni presidenziali, ma un esplosione di violenza a livello nazionale mi sembra improbabile.

Per quanto riguarda lo sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas: secondo te Obi, come ha detto e molti pensano, avrebbe abbandonato gli accordi non convenienti per la Nigeria?

Le potenze post coloniali, nemmeno tanto post, sfruttano le risorse al di là di chi ci sia al governo. Uno come Obi, che ha viaggiato in tutto il mondo e ha fatto affari con molti grandi industriali occidentali, rappresentava comunque un partner pacifico e ben disposto verso qualunque controparte internazionale. Difficile pensare che un uomo così avrebbe effettivamente cambiato le carte in tavola riguardo gli interessi internazionali in Nigeria, anche perché questi si sviluppano attraverso reti locali su cui un presidente nazionale avrebbe effettivamente poco controllo.

Ci sono state questo weekend le elezioni governative: secondo te cosa cambia dalle presidenziali e come sono state condotte ?

Ovviamente ogni singolo stato ha la sua particolare storia politica, quindi per ognuno cambiano le cose. La situazione può cambiare dal livello nazionale, ma già abbiamo avuto una proiezione di quali potrebbero essere i risultati delle elezioni statali guardando chi ha vinto e dove a livello nazionale. Non mi aspetto però che in uno stato dove ha vinto il Lp con Obi alle elezioni nazionali vinca lo stesso partito con un candidato che non conosce nessuno in quelle statali: se la giocheranno Apc e Pdp probabilmente. Per quanto riguarda il funzionamento del voto i miei conoscenti in Nigeria mi dicono che le cose sono andate addirittura meglio rispetto alle elezioni di febbraio  dato che l’Inec si è preso il tempo per risolvere alcuni problemi riguardo la registrazione elettronica del voto, problemi che avevano generato proteste dopo il voto nazionale. Chiaro che qualche violenza c’è stata negli stati più contesi, ma sarebbe difficile pensare che queste non manchino del tutto in un contesto come quello delle elezioni nigeriane oggi.

Immagine di copertina da Wikimedia Commons di Neeneeola