DINAMO SCHOOL

Corso online di fabulazione transfemminista (edizione di aprile)

Non arrenderti al reale. Prendi l’immaginario, trasformalo, modellalo, distorcilo. Vieni a farlo con noi, attraverso la fabulazione speculativa transfemminista. Per resistere a un mondo pieno di disuguaglianze, violenza, solitudine

La scrittura è una tecnologia dai molteplici risvolti, allo stesso tempo forma di potere e pratica di trasformazione. Consapevole di questo paradosso, Isabella Pinto propone un percorso di formazione e sperimentazione attorno alla pratica della fabulazione speculativa, seguendo le tracce di quantə hanno precedentemente usato la tecnologia della scrittura con intento liberatorio, immaginifico, se non anche utopico.

Mettere le mani nell’immaginario, distorcerlo, trasformarlo, modellarlo viene qui proposta come pratica estetica e politica, complementare a quelle che ciascunə di noi mette in atto – da solə o insieme ad altrə – per sopravvivere e resistere in un mondo pieno di disuguaglianze, violenza, solitudine.

La scrittura aiuta a dare forma alla propria esperienza, e con questo non si intende dire che bisognerebbe vivere come in un romanzo, bensì che riuscire a dare una forma scritta, per quanto provvisoria, alla propria esperienza è una tecnica per trasformare le ferite in soglie per nuove azioni, o anche per far propagare le proprie azioni alla ricerca di lettori e lettrici desiderosi di sentirle risuonare nei propri mondi – e, nei casi più fortunati, divenire leva per costruire alleanze impreviste.

Per fare questo sperimenteremo la fabulazione speculativa trans/femminista, una pratica che si ispira al lavoro di Donna Haraway sulle SF (un acronimo polisemico, in cui sono raggruppate fabulazione speculativa, fantascienza, femminismo speculativo, fantasia speculativa, fatto scientifico, e via andando [so far]).

La fabulazione speculativa riguarda le storie che raccontiamo ogni giorno, e dunque in un certo senso siamo tuttə già cantastorie, non solo quanti per mestiere usano lo storytelling.

La fabulazione speculativa è una pratica per raccontare favole, laddove la favola è il luogo per eccellenza popolato di “fatti selvaggi” – un reale che non sta al suo posto.

La fabulazione speculativa è una pratica che concorre a creare una presenza nel mondo, ed è spesso abitata da animali e creature che potrebbero non esistere, creature immaginarie, mondi possibili e bambini, ma anche da adulti, da teorie, della parte seriosa e violenta della vita.

Il workshop di fabulazione trans/femminista si snoda attraverso la lettura e la discussione di una specifica selezione di testi, rendendo accessibile la pratica della lettura diffrattiva, una modalità di lettura, condivisione e creazione del sapere che fa tesoro di un’ipertestualità affettiva, tracciando le molteplici dis/identificazioni che emergono da ciascun partecipantə, con l’obiettivo di disegnare una cartografia transcorporale in cui si manifestano gli effetti della differenza.

La ricerca del proprio punto di vista e della propria voce avverrà attraverso una conversazione attiva con i testi, detonando con rabbia e gioia la netta separazione tra scrittore/lettore. Si favorisce così la generatività di un sapere bucato, poroso, sofferente, battagliero, fallimentare, eroico, alla ricerca di storie di decomposizione, rigenerazione, rinascita parziale.

A ispirarci sarà il potere performativo delle storie capaci di farsi beffa delle dicotomie e dei binarismi della cultura patriarcale e il lavoro sotterraneo e secolare delle streghe, «incarnazioni di un mondo di soggetti femminili che il capitalismo ha dovuto distruggere: l’eretica, la guaritrice, la moglie disobbediente, la donna che osava vivere da sola e la sacerdotessa woodoo che avvelenava il cibo del padrone e spronava gli schiavi alla rivolta» (Federici 2015: 19-20).

Materiali richiesti: Un pc, delle casse o cuffie per una corretta comunicazione durante le lezioni, carta e penna.

Preparazione richiesta: ai fini dello scambio creativo che avverrà durante ogni lezione è necessario leggere anticipatamente i testi, che saranno forniti in PDF a seguito dell’iscrizione.

Quota di partecipazione: 150 euro (comprensiva dei 30 euro di tessera di iscrizione all’associazione Dinamo Aps)

Iscrizioni: il corso prevede un minimo di 8 e un massimo di 12 partecipantə, ed è aperto a tuttə. Per iscriversi manda una mail il prima possibile a: corsidinamopress@gmail.com

Programma degli incontri

Primo incontro:METODO

Martedì 5 aprile/ 18-20

Testi:

Ursula K. Le Guin, The Carrier Bag Theory of Fiction, in D. Du Pont, Women of Vision: Essays by Women Writing Science Fiction, St Martin’s Press, New York 1988, pp. 154-159.

Elena Ferrante, La frantumaglia, in La frantumaglia. Nuova edizione ampliata, Edizioni e/o, Roma 2016, pp. 93-160.

Judith/Jack Halberstam, Teoria dal basso. Negatività queer e arte del fallimento, in Maschilità senza uomini, ETS, Pisa 2010, pp. 155-174.

Secondo incontro: FABULAZIONE SPECULATIVA

Martedì 12 aprile/ 18-20

Testo:

Donna Haraway, I bambini del compost, in Chthulucene. Sopravvivere su un pianeta infetto (2016), Nero, Roma 2019, pp. 151-196.

Terzo incontro: REFUGIA

Martedì 19 aprile/ 18-20

Testo:

bell hooks, Casa: un sito di resistenza (1991), in Elogio del margine, trad. it. M. Nadotti, Feltrinelli, Milano 1998, pp. 25-35.

Quarto incontro: PUNTO DI VISTA

Martedì 26 aprile/ 18-20

Testo:

Emi Koyoma, Manifesto Transfemminista (2001), trad. it. Lesbitches, in “Lesbitches – se la natura è ingiusta cambiala!”, https://lesbitches.wordpress.com/2018/07/13/manifesto-transfemminista/

Quinto incontro: RESTITUZIONE

Sabato 21 maggio / 10:00-13:30

Lettura, analisi e commento dei testi creati dallə partecipantə

Il workshop si apre con un incontro sulla metodologia, tramite la lettura diffrattiva di tre saggi: Ursula K. Le Guin, The Carrier Bag Theory of Fiction, Elena Ferrante, La frantumaglia, eJudith/Jack Halberstam l’Arte queer del fallimento.
Successivamente si affronterà lo studio della fabula speculativa I bambini del compost di Donna Haraway, seguito dall’analisi del saggio di bell hooks, La casa come sito di resistenza. Il lavoro di lettura diffrattiva propedeutico alla scrittura si conclude con un corpo a corpo con il Manifesto Transfemminista di Emi Koyama. Il workshop prevede infine uno spazio dedicato alla restituzione dellə partecipantə – lə qualə sono chiamatə a creare un testo nel periodo di pausa tra il 4° e 5° incontro – favorendo il confronto, il dialogo e la conversazione tra i testi e chi li ha composti. Negli incontri verrà dato spazio anche ad altri materiali (video, immagini, etc.) e verranno proposti alcuni esercizi di scrittura creativa, con l’obiettivo di delineare gradualmente quanto verrà sviluppato singolarmente nel lavoro di scrittura e restituzione.

Bio

Isabella Pinto è nata nel 1986 e vive tra Roma e Napoli. È una ricercatrice indipendente, una docente universitaria precaria e un’attivista. Nel 2019 ha conseguito uno European Label PhD in Teoria della letteratura presso l’Università di Roma Tor Vergata. È coordinatrice della Summer School Narrazioni per il Master in Studi e Politiche di Genere dell’Università di Roma Tre e docente a contratto affidataria del Laboratorio di Scrittura e Comunicazione per la medesima università. Nel 2020 ha avuto il privilegio di pubblicare la sua prima monografia per l’editore Mimesis, Elena Ferrante. Poetiche e politiche della soggettività, nello stesso anno ha fondato l’Atelier Narrazioni all’interno di IAPh-Italia (International Association of Women Philosopher).

Ha organizzato manifestazioni, occupato università, case e teatri, ma vorrebbe tanto vivere nella natura incontaminata. Peccato che il capitalismo ha distrutto pure quella, e da parecchio tempo. Da quando se n’è accorta, si dedica all’ecologia politica trans/femminista/queer/multispecie.