EUROPA
«Non ci hanno conquistato»: la Gira zapatista in corteo a Madrid
Cinquecento anni dopo la caduta di Tenochtitlan, capitale dell’impero azteco, dopo settimane di assedio da parte dei conquistadores guidati da Hernan Cortés il 13 agosto del 1521, la delegazione zapatista accompagnata da attivisti ed attiviste provenienti da diversi paesi europei ha manifestato per le strade della capitale spagnola
Il 13 agosto del 2021 è stata una giornata storica. Lo scorso ottobre dalle regioni autonome del Messico, sono cominciate a piovere le prime parti della “Dichiarazione per la vita” dell’EZLN, sottoscritta da migliaia di realtà e soggettività di tutto il mondo, che annuncia l’intezione di intraprendere un percorso di cammino e ascolto attraverso i cinque continenti a partire dalla vecchia Europa.
Come assemblea LAPAZ Italia – Libera Assemblea Pensando/Praticando Autonomia Zapatista- abbiamo quindi cominciato ad incontrarci e riconoscerci, condividendo aspettative, propositi, timori ed entusiasmo. Ecco perché, dal nord al sud, passando per il centro dello Stivale, siamo partitə in delegazione dai nostri territori e ci siamo trovatə nella rovente Madrid, per assistere ad una delle tappe fondamentali del Viaje por la Vida ed accogliere lo Squadrone 421, la “delegazione ponte”, composta da 4 donne, due uomini e unoa otroa, che ha anticipato in nave l’arrivo della più consistente delegazione, denominata Forza Aerea Zapatista, che arriverà prossimamente in aereo.
In questi mesi di costruzione del Viaje por la Vida, poche date erano certe (tutt’ora poche le certezze in generale, ma questo tiene allenate le nostre menti): la marcia zapatista del 18 luglio a Genova, durante le giornate per il ventennale di quel controvertice del 2001 e dell’assassinio brutale di Carlo Giuliani, e questo 13 agosto, segnato sui nostri calendari come data storica da ribaltare.
L’accoglienza organizzata dalla Madrid desde abajo si è tradotta in disponibilità ad ospitare, saziare, prevedere momenti di convivialità, confronto e narrazione delle proprie esperienze: Portogallo, Canarie, Spagna, Paesi Baschi, Catalogna, Belgio, Olanda, Francia, Svizzera, Germania, Finlandia, Italia e Grecia si sono dunque incontrate, dopo molti anni e con nuove prospettive e diversi vissuti, sotto la parola comune della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona (“Las banderas nacionales ocultan más de lo que muestran“).
Il 13 Agosto, giorno in cui ricorre il 500esimo anniversario della caduta di Tenochtitlan, capitale dell’impero azteco, assediata per settimane dai conquistadores guidati da Hernan Cortés, ci siamo datə appuntamento a Puerta del Sol, per incontrare lo Squadrone 421 e altre rappresentanze dei popoli originari dell’America Latina che sembrano avere fatto propria la missione dell’Ezln, con l’obiettivo di capovolgere la narrazione tradizionale della colonizzazione spagnola e occidentale, ribadendo che quella data, in quelle geografie, segna in realtà l’inizio di una resistenza secolare che non si è mai arrestata e non è mai stata nè conquistata nè sconfitta.
Lo squadrone 421 è giunto quindi alla testa di una piazza gremita, festante ed acclamante, montando su una caravella con le vele ricoperte di bandiere dell’Ezln che si è mossa attraverso le strade della capitale spagnola, seguita da più di duemila persone. Forte la presenza dei centri sociali di Madrid e di numerose delegazioni da ogni parte d’Europa.
La delegazione italiana di LAPAZ ha portato in corteo uno striscione con lo slogan “13-8-2021 – Desde hace 500 años en el mismo lado – La Gira Zapatista Va“: insieme abbiamo urlato la nostra solidarietà ed il supporto alla Gira ma anche scandito gli slogan della nostra storia militante di antifascismo, anticolonialismo e anticapitalismo, condannando la Fortezza Europa e ricordando Carlo Giuliani, mentre lə compagnə venutə da altre parte di Italia hanno arricchito altri spezzoni del corteo che si è chiuso festosamente in Plaza de Colòn.
Abbiamo ascoltato con entusiasmo il discorso dello squadrone 4-2-1 che ci ha ricordato la natura di questo storico viaggio, la volontà di conoscere le storie dei popoli e delle lotte di diversi paesi e per percorrere una strada non facile e nuova, contrastare l’imperialismo, difendere la terra e le persone che la abitano dall’agressione capitalista.
Sette le voci sul palco monumentale di Plaza de Colon, ascoltate da centinaia e centinaia di corpi accaldati ,fatti di pelle d’oca e cinque sensi attivi. “Così come in ogni angolo del pianeta, in ogni cuore che batte, c’è una sventura presente e una futura, c’è anche una resistenza, una ribellione, una lotta per la vita.”
Non potendo sperare che dopo la pandemia tutto migliorerà, chi da appena 500 anni ha cominciato a resistere, ha capito che la lotta per la vita (degna) è parte di ogni lotta di opposizione all’idra capitalista.
Un’intuizione data dal colpo cui la realtà sistemica della violenza ci sta facendo agire/assistere/subire con la devastazione della natura, lo sfruttamento, il femminicidio, la criminalità, il razzismo. Possiamo anche ammettere che non sia una novità opporsi e dire No al sistema che isola e attacca il diverso, che legittima tutto questo, che vuole addomesticare un’umanità direzionandola verso la distruzione e la morte, si potrebbe “tornare indietro di 5 secoli e sarebbe la stessa storia. E la cosa ridicola di tutto questo è che coloro che ora ci opprimono, fingono di assumere il ruolo dei nostri liberatori”. Eppure “I terremoti che scuotono la storia dell’umanità iniziano con un isolato, quasi impercettibile basta. Una nota stonata in mezzo al rumore. Una crepa nel muro.” Sono venuti per ascoltare, perché quella crepa va mantenuta da tuttə.
Il 14 agosto, infine, è stato il momento di elaborare un primo bilancio del percorso collettivo tra le reti europee a sostegno della Gira, in vista del prossimo faticoso ed entustiasmante cammino collettivo che ci aspetta.
Quattro gruppi di lavoro, quattro restituzioni, stimolate dall’individuazione degli ostacoli incontrati in questi mesi e dalla comune volontà di superarli supportandoci e rincontradoci per arricchire sempre più la condivisione e coltivare le nostre relazioni.
Così come dall’altra parte dell’Oceano si ribadisce la volontà di proseguire il Viaggio, nonostante la burocrazia si opponga con bieche restrizioni e impedimenti che sanno solo di razzismo e non comprendono il valore di questa impresa, anche l’Europa SLUMIL K ́AJXEMK ́OP o Insumisa persegue a costruire e favorire la Gira Zapatista.
Pienə di entusiamo, torniamo a casa, per riportare nei nostri territori questa potente esperienza e riprendere il cammino per costruire una degna accoglienza alla delegazione zapatista nell’Europa liberata e nella costante e determinata lotta contro tutte le frontiere che limitano la libera circolazione delle donne e degli uomini.
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Il documento dell’EZLN Appena 500 anni dopo