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New York contro Trump: centinaia in marcia per difendere i diritti dei migranti

Domenica 18 dicembre, in occasione dell’International Migrants Day, attivisti, associazioni e membri delle comunità di immigrati si sono mobilitati per mandare un messaggio chiaro alla futura amministrazione: “Siamo qui per restare e ci batteremo contro qualsiasi politica discriminatoria e contro l’immigrazione”

International Migrants Day — NYC protest from Awen Films on Vimeo.

A un mese dall’inaugurazione del neoeletto presidente Donald Trump, centinaia di persone hanno attraversato le strade affollate di Manhattan. “What do we do if our rights are under attack? Stand up, fight back!” hanno scandito i manifestanti durante il corteo partito dal quartier generale delle Nazioni Unite e diretto alla Trump Tower. Gli organizzatori promettono di dare il via a un movimento di difesa e di supporto comune per i diritti dei migranti, a loro detta minacciati dall’amministrazione entrante. Uno dei pilastri fondamentali della campagna presidenziale di Donald Trump è stato la forte retorica anti-immigrazione. Tra le proposte più controverse, quella di costruire un muro lungo l’intero confine tra Stati Unite e Messico e la promessa di deportare milioni di immigrati irregolari durante i primi 100 giorni di governo.

Già dal primo giorno nella Casa Bianca, l’amministrazione Trump ha promesso di abolire gli ordini esecutivi di Obama sull’immigrazione. Primo tra questi il programma DACA (Defferred Action for Childhood Arrivals Program), che fornisce la sicurezza contro la deportazione per chi, arrivato negli Stati Uniti illegalmente, era ancora minorenne. Inoltre, il programma garantisce la possibilità di lavorare legalmente per due anni, con la possibilità di rinnovo. Fino a marzo 2016 sono state approvate dal governo federale più di 800 mila richieste DACA.

Un’altra promessa che ha fatto discutere riguarda le cosiddette ‘sanctuary cities’, le città che garantiscono agli immigrati irregolari l’accesso ai servizi pubblici e si rifiutano di applicare le leggi federali sul reato di clandestinità. Nelle 31 città che adottano questa politica (tra cui New York, San Francisco e Chicago), gli impiegati comunali e gli ufficiali di polizia hanno il divieto di interrogare i cittadini riguardo al proprio status di immigrazione.

Con la maggioranza in entrambe le camere del congresso, l’amministrazione Trump avrà pochi ostacoli nell’attuare la propria agenda sull’immigrazione. Sarà quindi il compito difficile dei movimenti quello di contrastare il tentativo evidente da parte della squadra Trump di criminalizzare le comunità di immigrati che compongono il famigerato ‘melting pot’ americano.