Nazisti in fuorigioco

Sulla spedizione squadrista contro un gruppo di tifosi inglesi approdati nella capitale per assistere a Lazio-Tottenham.

La spedizione squadrista del 21 notte contro un gruppo di tifosi inglesi giunti nella capitale per assistere all’incontro di Europa League tra Lazio e Tottenham è l’ennesima prova dell’escalation violenta che sta vivendo Roma da quando il primo cittadino è disgraziatamente diventato Gianni Alemanno.

Cerchiamo di mettere assieme tutti gli indizi per poi provare a dare un quadro coerente (e supponiamo parecchio verosimile) dell’accaduto: a prima vista ilcollegamento spontaneo, a cui si sono allineati tutti gli organi di stampa da questa mattina fino a qualche minuto fa, riguarda la frangia ultras della tifoseria laziale.

Ma basta allargare un po’ lo sguardo per capire che la questione non può limitarsi a questo: non a caso, a riaffermare la linea dello scontro teppistico tra tifoserie, al momento, è rimasto il solo Alemanno, e vedremo il perché andando avanti col ragionamento.

Per chi ha avuto modo ma soprattutto la pazienza di andare a seguire le dinamiche del movimento ultras biancoceleste, non sarà certo una novità leggere quanto si afferma di seguito: la Curva Nord è profondamente cambiata rispetto ad appena un paio di anni fa.

L’allora candidata alla Regione Lazio Renata Polverini sulle vetrate della Nord ha di fatto sancito la fine dell’ormai ex gruppo egemone degli Irriducibili, dando luogo a una frammentazione schizofrenica del tifo che solo nell’ultimo anno ha ritrovato l’unità di intenti grazie al nuovo gruppo ultras.

Pur non negando la propria appartenenza alla destra, la nuova Curva ha saputo in breve tempo conquistarsi egemonia e rispetto grazie a un nuovo corso fatto anche di iniziative in grado di attirare consensi più o meno trasversali all’interno dello straordinariamente variegato cosmo laziale.

Si pensi ad esempio alla grande scenografia del derby di aprile, con l’abbandono delle solito immaginario marziale e “imperiale” a favore della strofa di una canzone della grande Gabriella Ferri (se il Papa me donasse tutta Roma e me dicesse lassa’ anna’ chi t’ama, io je direbbe: “No Sacra Corona”).Ma anche, soprattutto, l’abbandono della pregiudiziale anti-lotitiana, la progressiva diminuzione (anche se purtroppo non si può parlare di cessazione totale) degli ignobili atti razzistici durante le partite (gli ululati contro i giocatori neri) e le iniziative come il “terzo tempo”, una sorta di ritrovo conviviale post partita per tutti i tifosi di ogni età, che sta riscuotendo un discreto successo.

Il nuovo gruppo sta cercando di ricostruire una dignità ultras dopo un decennio segnato da uno stile esplicitamente reazionario e da enormi contraddizioni, l’ultima delle quali, la performance elettorale a sostegno di Polverini, rivelatasi fatale.

“Dignità ultras” che non vuol dire, ovviamente, soltanto questo, ma l’assunzione di un “codice d’onore” nel fronteggiamento con le tifoserie rivali che prevede anche la messa in opera (e relativa rivendicazione pubblica) di atti violenti, ma mai di episodi così vergognosamente ed esplicitamente vigliacchicome quello avvenuto ieri notte.

Un altro indizio è l’estrazione storica della tifoseria del Tottenham, da sempre collegata alla comunità ebraica londinese, ben rappresentata dall’attuale presidente del sodalizio inglese, Daniel Levy. Dalle prime testimonianze dei presenti nel pub al momento dell’accaduto, spiccano quelle di chi ha dichiarato di aver sentito gli aggressori rivolgere ingiurie antisemite nei confronti degli aggrediti.

Un altro indizio può sicuramente essere la manifestazione di Casapound, prevista per sabato 24 novembre. Indizi che vanno comodamente a braccetto con la dinamica dell’aggressione, di puro stampo squadrista. Aggressione che si pone nel solco di quella che sta per diventare una tradizione, a Roma. E che le solerti “forze dell’ordine”, così pronte nel reprimere un semplice, innocuo corteo di studenti la settimana scorsa nel centro di Roma, stranamente non riescono mai a prevenire. Così come quella di ieri: la presenza dei tifosi inglesi era ampiamente annunciata, così come sempre capita durante le loro trasferte in tutta Europa. Stupisce ancora di più il racconto dei testimoni che parlano di incredibile assenza delle forze di polizia in uno dei ritrovi di Roma in cui è più alto il rischio di tafferugli e risse di varia natura, a maggior ragione in corrispondenza di partite internazionali.

E’ un quadro che ci racconta prima di tutto un’amarissima verità: quella della completa inadeguatezza, quando non criminale, inaccettabile omertà, della giunta Alemanno nel far fronte al fenomeno della violenza fascista e squadrista in questa città. Le incredibili dichiarazioni fuori tempo massimo con cui Alemanno sta cercando di far passare per episodio legato al tifo l’ennesima schifosa impresa squadrista all’interno del Gra, mentre tutte le agenzie stanno frettolosamente correggendo il tiro togliendo gli ultras della Lazio dai titoli e sostituendoli con non meglio identificati esponenti di frange più o meno organizzate dell’estrema destra romana, non fa che aumentare la rabbia verso questa giunta che nel corso di questi anni è stata capace soltanto di inasprire i conflitti sul territorio, mentre piazzava i suo amichetti e sodali nei gangli dell’amministrazione comunale senza alcun titolo di merito.

I video presenti nel canale tematico Alemanno 2.0, in cui si vede il prode sindaco cacciare via in prima persona poveri e senza casa da via Frattina tacciandoli di essere il male oscuro di questa città, diventano a dir poco grotteschi se si pensa a quanto è accaduto a Roma nell’ultima settimana, dopo i pestaggi indiscriminati degli studenti e l’episodio di ieri.

Esprimo la massima solidarietà nei confronti degli aggrediti inglesi e rilanciando il comunicato di uno dei primi siti di tifosi Laziali a farlo questa mattina, in un apprezzabile comunicato in duplice lingua, diciamo ancora una volta: Alemanno vattene.