MONDO

Nac & Pop è la lotta dei precari a Buenos Aires

Con l’obiettivo di autogestire il proprio lavoro senza padroni , i precari della catena argentina di fast food Nac & Pop si sono organizzati contro precarietà e licenziamenti e hanno occupato. Il futuro di Nac & Pop è adesso nelle mani dei lavoratori.

Una delle catene di fast food simbolo del rilancio dell’economia nazionale argentina nell’era dei Kirchner ormai in declino – Chi è Alex Gordon, il padrone di Nac & Pop – si trova sull’orlo del fallimento: precarizzazione del lavoro, chiusura e svuotamento delle sedi e dei locali, oltre 20 solo a Buenos Aires, licenziamenti e salari non corrisposti, discriminazioni di genere e violazioni dei diritti dei lavoratori. Con l’appoggio della CTEP (Confederazione dei lavoratori dell’economia popolare) e di altri ristoranti recuperati, oltre un centinaio di precari si sono organizzati nelle scorse settimane e hanno dato vita ad una importante lotta contro l’impresa Nac & Pop (Nacional y Popular, simbolo dell’impresa fedele alla retorica kirchnerista a livello politico, e proposta culinaria alternativa al modello fast food made in Usa) occupando i locali dell’impresa in chiusura situata di fronte al Parlamento. Proprio nel cuore della metropoli Buenso Aires fa irruzione la lotta dei precari e delle precarie per il recupero delle fonti di reddito, il lavoro cooperativo senza padroni e l’autogestione come alternativa al ricatto della precarietà.

Abbiamo tradotto e pubblichiamo il contributo sulla mobilitazione di Nac & Pop a cura della redazione del sito di informazione indipendente argentino notas.org – qui l’articolo originale.

Lo scorso lunedi, alle sette di mattina, i lavoratori precari della catena Nac y Pop hanno deciso di occupare uno dei locali della catena argentina di fast food y rimetterlo in funzione sotto controllo dei lavoratori contro il 4ritardo nei pagamenti dei salari e i licenziamenti che vanno avanti da mesi.

Alex Gordon è tornato in Argentina nel 2010 per investire nell’economia locale. Ha così fondato la catena di fast food Nac y Pop che ha avuto successo ed è diventata famosa tra l’altro per i suoi sandwich “Ricotero” e “Rollinga”. Senza dubbio, nonostante lo stile canchero (popolare) con cui Gordon usa presentarsi e ha cercato di dare ai suoi locali la franchigia è fallita. Dal mese di dicembre è stata cambiata la ragione sociale della catena di fast food e da quel momento in poi hanno cominciato a chiudere e svuotare vari locali, a far ruotare i lavoratori delle diverse sedi, a pagare in nero o con semplici buoni pasto, a chiudere altri locali e a licenziare i lavoratori.

A questa condizione lavorativa del personale di Nac y Pop si somma una situazione difficile con gli affitti dei locali scaduti e il debito con i fornitori. Delle venti sedi della catena sono ormai pochi quelli che continuano a funzionare sotto l’egida della catena, la maggior parte non riportano più il logo dell’azienza e altri hanno cambiato nome in del locale che adesso si chiama “Ritmo”.

DA alcune settimane un gruppo di lavoratori e lavoratrici hanno cominciato ad organizzarsi per lottare per il rispetto dei loro diritti, per esigere la firma dei contratti per i pagamenti, per i contributi e per mettere in chiaro la situazione rispetto alle notifiche ufficiali dei licenziamenti. Ma nessuna risposta è arrivata dal padrone. La decisione dell’impresa è stata quella di cercare di guadagnare il più possibile da questo affare comunque redditizio (si parla di 4 milioni di pesos al mese di fatturazione) per poi chiudere.

Di fronte a questo scenario lunedì scorso i lavoratori e le lavoratrici di Nac y Pop hanno deciso di occupare e autogestire il locale di Avenida Rivadavia y Rodriguez Peña, di fronte al Parlamento, per difendere i posti di lavoro di oltre cento giovani che da anni lavorano in una condizione di assoluta precarietà. “Da quando l’impresa ha cambiato la propria ragione sociale a dicembre abbiamo subito lo svuotamento dei locali, pagamenti irregolari e in ritardo e infine i licenziamenti” racconta Jairo, uno dei lavoratori della franchigia e occupante del locale. Invece Laura, lavoratrice Nac y Pop, afferma che “ a quando si sono accorti che ero incinta hanno cominciato a maltrattarmi, a pagarmi senza continuità e da quando sono entrata in maternità il responsabile delle risorse umane non mi risponde più nemmeno al telefono”.

Per questi motivi “abbiamo deciso di mobilitarci in assemblea permanente fino a quando il padrone non si farà carico della situazione, fino ad allora siamo costretti a continuare a lottare” aggiunge Karen, lavoratrice da due anni nella franchigia. I lavoratori hanno annunciato con un comunicato stampa che l’occupazione del locale in zona Congresso ha avuto inizio lunedì e continuerà senza sosta fino all’ottenimento di una risposta favorevole alle richieste dei lavoratori.

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