ROMA

L’università chiude le porte a Forza Nuova

Una grande mobilitazione, partita dagli studenti e poi estesa all’intero corpo universitario, ha oggi fermato il tentativo di Forza Nuova di impedire la lezione universitaria a Mimmo Lucano. Un corteo, dall’interno de La Sapienza ha occupato piazzale Aldo Moro, consentendo l’ingresso al sindaco di Riace.

Il tentativo di Forza Nuova di impedire la lezione universitaria a Mimmo Lucano è completamente fallito. Dopo l’annuncio diffuso giovedì dal gruppo neo-fascista, una mobilitazione partita dagli studenti de La Sapienza ha coinvolto in pochissimi giorni ricercatori e docenti universitari, associazioni e movimenti, presentandosi questa mattina davanti alla statua della Minerva. Da lì un grande corteo ha poi attraversato le strade interne alla città universitaria per conquistare piazzale Aldo Moro dove, nel primo pomeriggio, il presidio anti-fascista ha garantito a Mimmo Lucano di entrare dall’ingresso principale – prima negato – per partecipare a una lezione gremita nella facoltà di Lettere.

La mattinata era iniziata con l’annuncio da parte delle forze dell’ordine della chiusura delle entrate dell’università e con il divieto di utilizzare piazzale Aldo Moro, equiparando di fatto la disposizione di inagibilità della piazza a Forza Nuova così come alla mobilitazione universitaria. Solo il corteo studentesco e le pressioni giunte dalle varie componenti dell’università hanno permesso l’occupazione della piazza nell’ingresso principale dell’ateneo, dove nel presidio antifascista si sono avvicendati moltissimi interventi di studenti, docenti, ricercatori, sindacalisti, associazioni e, per ultimo, lo stesso Mimmo Lucano.

In molti hanno rilevato come sia stata proprio la mobilitazione di questi giorni ad aver bloccato l’iniziativa del gruppo di estrema destra e ad aver garantito lo svolgimento dell’incontro pubblico. Nelle parole di Donatella Di Cesare, docente intervenuta nel presidio: «dobbiamo ringraziare gli studenti che in un giorno e mezzo si sono mobilitati; aver preso Piazzale Aldo Moro è già una vittoria simbolica, per dire insieme che il fascismo non è un’opinione, ma un crimine». Continua uno studente: «quello che abbiamo visto qui all’università è successo pochi giorni fa durante il Salone del Libro di Torino: senza la presa di parola di tanti e tante, le istituzioni della cultura non avrebbero posto il problema dell’agibilità ai fascisti. Questo vuol dire che la nostra azione è fondamentale».

Oltre al dibattito attorno all’opportunità di ospitare lo stand della casa editrice vicina a Casapound nel Salone di Torino, la mobilitazione di oggi segue anche gli avvenimenti che la scorsa settimana avevano visto nel quartiere romano di Casal Bruciato la Polizia lasciare indisturbati i neo-fascisti di Casapound minacciare e aggredire una famiglia rom a cui era stata legittimamente assegnata un’abitazione. Come ricorda Alberto Campailla dell’associazione Nonna Roma, «molti di noi sono stati a Casal Bruciato, prima ancora a Torre Nuova e a Torre Maura per contrastare la speculazione dei gruppi neofascisti nelle nostre periferie. La solidarietà di questi giorni ci dice che il fascismo si può battere se le persone si mettono insieme».

 

 

Anche oggi, il comportamento della polizia è stato duramente contestato dalle persone che hanno preso parte al presidio: dopo la limitazione dell’accesso all’università e il divieto di poter utilizzare Piazzale Aldo Moro, nel primo pomeriggio le forze dell’ordine hanno incredibilmente consentito allo sparuto gruppo neofascista – dotato di caschi e mazze in bella vista – di marciare in direzione dell’ateneo. Solo lo spostamento di una parte del presidio antifascista ha consentito il blocco dell’avanzata dei forzanovisti.

Ma la giornata di oggi ha saputo unire all’opposizione al fascismo e al razzismo anche una rivendicazione collettiva delle pratiche di solidarietà e accoglienza. Come ci dice Marta Pacor di Mediterranea, «l’attacco a cui siamo stato sottoposti è un attacco generalizzato. Quello che dovrebbe essere garantito e tutelato dalle istituzioni dello Stato, oggi deve essere affermato attraverso azioni di disobbedienza civile: lo vediamo con la difesa dell‘esperienza di Mimmo Lucano da parte degli studenti, o con l’azione messa in campo dal progetto di Mediterranea che deve sfidare il governo per salvare vite in mare».

Secondo Laura Faranda, docente di Antropologia tra le organizzatrici dell’incontro con Mimmo Lucano: «credo che un episodio come quello di oggi ha la sua parte positiva, perché è stato in grado rafforzare un’alleanza costruttiva all’interno dell’università. La funzione delle istituzioni è ricordare che la cultura è un luogo aperto dove mettere in discussione e decostruire i luoghi comuni. Il nostro ruolo», continua, «è quello di esprimerci politicamente su fenomeni dell’attualità e mettere a servizio della società civile le nostre competenze». Come ci dice Matteo Aria, anche lui tra gli organizzatori dell’incontro «gli antropologi sono sempre stati molto attenti a mettere in luce l’assoggettamento del potere, con questo ciclo di seminari e la polemica che ne è scaturita, si è invece messo in evidenza il lato creativo dell’azione collettiva».

Nonostante l’appello alla mobilitazione lanciato dagli studenti abbia coinvolto moltissime figure dell’università, dai docenti ai ricercatori fino a tutti i componenti del senato accademico de La Sapienza, il Rettore Gaudio ha scelto di non prendere chiaramente posizione nei giorni precedenti per poi tentare nella giornata di oggi di rimediare con una dichiarazione tardiva guadagnandosi la contestazione degli studenti.

Nel primo pomeriggio, Mimmo Lucano arriva a Piazzale Aldo Moro dove è intervenuto al presidio: «il ministro degli Interni è colui che ha contribuito a creare in Italia questo clima di odio», ha poi proseguito, «io ho questo sogno, noi siamo l’onda rossa che contrasta l’onda nera che sta oscurando i nostri orizzonti». Scortato da molte persone, Lucano ha poi raggiunto la Facoltà di Lettere dove ha preso parte all’incontro pubblico.

Moltissimi interventi hanno posto il problema di riprendere l’iniziativa all’interno dell’università dopo la riuscita della mobilitazione di oggi, Continuando a portare i contenuti anti-razzisti, anti-fascisti e anti-sessisti. Già la prossima settimana ci sarà il Sapienza Pride, iniziativa che segue la negazione dei fondi al Festival Lgbtqia+.

 

Foto di Gaia Di Gioacchino