MONDO

Mauritania: per la liberazione di due militanti anti-schiavitù

L’appello dell’IRA (Iniziativa per la Rinascita del movimento Abolizionista), movimento che si batte contro la schiavitù

Riceviamo e pubblichiamo un articolo dalla sezione italiana dell’IRA – Iniziativa per la Rinascita del movimento Abolizionista – è un partito che si batte per la completa abolizione della schiavitù in Mauritania. L’organizzazione è stata fondata nel 2008 da Biram Dah Abeid, da allora gli attivisti sono perseguitati dal governo, in molti sono stati arrestati e torturati nelle galere nazionali. Il paese dell’Africa occidentale è stato l’ultimo Stato del mondo ad abolire la schiavitù, ma ancora in molte zone del paese si contano migliaia di schiavi, secondo alcune stime sono quasi 100 mila ma potrebbero essere molti di più.

Circa due anni fa Moussa Bilal Biram e Abdallahi Matallah Saleck, attivisti dell’IRA Mauritania, sono stati sequestrati a Birmoghrein, una località che si trova nel deserto a 1200 km dalla capitale Nouakchott. I due attivisti non hanno mai avuto la possibilità né di ricevere visite dai propri familiari né tanto meno dai loro avvocati o da rappresentanti delle ONG che lavorano per la difesa dei diritti umani.

Oggi più che mai in Mauritania impera il meccanismo della violenza nelle carceri contro gli attivisti anti-schiavitù, una pratica crudele diretta da chi dovrebbe combatterla: il ministro per la prevenzione della tortura Hindou Gueye. Sulla crudeltà inflitta ai detenuti si tace, mentre il capo del regime, l’attuale Generale Presidente Aziz, divulga false informazioni al resto del mondo. Il presidente della Mauritania non fa rispettare la legge, ma approfitta del potere per vendicarsi di chi nel paese denuncia le atrocità. E’ questo il caso dei militanti del movimento IRA Mauritania il cui unico crimine è quello di aver rinnegato la schiavitù ed essersi attivati per denunciarla nel paese. La Corte Suprema non ha mai annullato la loro ingiusta condanna a 3 anni di prigione di cui due di fermo basandosi su falsi dossier pilotati dai poteri supremi con l’assenso del Ministero della giustizia.

Di recente la Cassazione ha annullato le accuse di apostasia a danno del giovane Mohamed Cheikh Ould Moukheitir a cui inizialmente si era data la pena capitale. Perché non si annulla anche la condanna dei militanti abolizionisti Moussa Bilal Biram e Abdallahi Matallah Saleck? Perché non si da almeno loro la possibilità di analizzare il loro dossier?

Lanciamo dunque un appello: chiediamo di utilizzare tutti nei social network come immagine del profilo online le foto di questi due attivisti sequestrati al mondo da due anni ormai con questi arresti arbitrari voluti dall’attuale presidente della Repubblica Islamica di Mauritania.

La nostra totale solidarietà a questi due uomini privati illegalmente ed ingiustamente della libertà personale per servire la causa della libertà dal regime feudale in Mauritania.

Articolo pubblicato in francese su lactuacho