ITALIA

Manifestazioni per Alfredo Cospito e Anna Beniamino

Mobilitazioni a Roma e Milano contro il 41-bis e l’ergastolo ostativo, dopo gli ultimi pronunciamenti giudiziari sulla vicenda che riguarda i due detenuti anarchici.

Dopo gli ultimi pronunciamenti giudiziari pre-natalizi sui procedimenti penali a carico di Anna Beniamino e Alfredo Cospito (in sciopero della fame dal 20 ottobre), continuano le mobilitazioni pubbliche in sostegno dell3 detenut3 anarchich3. Giovedì sera a Milano, centinaia di persone hanno partecipato al corteo di solidarietà, sfidando la diffida del Questore che aveva persino vietato un presidio statico in Piazza Duomo. In mezzo a uno spiegamento ingente di forze dell’ordine a protezione del sacro shopping (post) natalizio, si sono levati slogan contro il regime di carcere duro 41-bis (che taglia completamente qualsiasi collegamento tra il detenuto e il mondo esterno) e contro la pena dell’ergastolo ostativo (che impedisce l’accesso a benefici penitenziari e misure alternative alla detenzione, regime carcerario dichiarato illegittimo anche dalla Corte Costituzionale). Oggi pomeriggio a Roma è indetta un’ulteriore mobilitazione in sostegno a Cospito e contro 41-bis e regime penitenziario ostativo, alle 16 di fronte alla Divisione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo (vicolo della Moretta, accanto a Campo de Fiori). 

Nelle ultime settimane la vicenda ha avuto sviluppi importanti. Il 19 dicembre il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha rigettato il ricorso presentato dal legale di Cospito, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, contro l’applicazione del 41-bis. A questo rigetto è stato opposto il ricorso in Cassazione, i cui tempi di esame non sono però certi. C’è poi la richiesta di pronunciamento della Corte Costituzionale riguardo l’applicabilità o meno dell’attenuante della particolare tenuità dei fatti nell’episodio delle esplosioni alla caserma dei Carabinieri di Fossano nel 2006, che, va sempre ricordato, non provocarono nessun morto né ferito. Il parere della Corte Costituzionale è centrale in quanto Cospito e Beniamino, dal maggio scorso (dopo  una sentenza della Corte di Cassazione), sono sotto processo non più per “strage comune” (art. 422 cp) ma per “strage contro la sicurezza dello Stato” (art. 285 cp), reato che prevede l’ergastolo anche se non produce vittime e feriti. Questo reato non fu contestato neanche nelle stragi di mafia che uccisero Falcone e Borsellino né in quella fascista di Bologna (85 morti). A preoccupare è soprattutto lo stato di salute di Cospito: dopo 70 giorni di sciopero della fame ha perso 35 chili e rischia un malfunzionamento cardiaco a causa della mancanza di sali di potassio.

Cospito è il primo detenuto “politico” cui viene applicato il 41-bis, regime carcerario disumano e degradante che solitamente si usa nei processi di mafia. Questo regime penitenziario è da abolire tout-court, rasentando il trattamento disumano e degradante dell3 detenut3, come sottolineato più volte dal Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa secondo il quale le restrizioni disposte con il 41-bis se prolungate nel tempo possono pregiudicare gravemente la salute fisio-psichica dell3 detenut3. Tuttavia, equiparare mafia e contesti di organizzazione politica è un teorema giudiziario che sa di vendetta. Così come è del tutto campata in aria la contestazione del reato di strage contro la sicurezza dello Stato per esplosioni che non hanno provocato vittime né feriti. Entrambi questi elementi indicano una chiara stretta repressiva dell’apparato giudiziario, di fronte alla quale occorre prendere posizione e mobilitarsi.